Città di Castello

Ex Fat ed ex Cinema Vittoria, le ultime su lavori, tempi e reperti

Il Consiglio comunale di Città di Castello, lunedì 16 aprile, ha esaminato un’interpellanza del capogruppo di Tiferno Insieme Nicola Morini sullo stato dei lavori dell’ex Cinema Vittoria e nella zona ex Fat.

Il Contratto di Quartiere Prato-Mattonata in particolare riguardante gli interventi presso l’ex cinema e la zona ex Fat di proprietà Fat-Fintab, – ha detto il consigliere – ha subito modifiche che avevano l’ambizione, per quanto  discutibile, di essere migliorative rispetto alle proposte iniziali e di più rapida esecuzione, evitando il rischio di perdere i finanziamenti connessi. Entrambi gli interventi urbanistici non sono ancora stati portati a termine e i nuovi edifici della ex Fat sono sorti rimuovendo e sacrificando strutture di età antica di particolare interesse che, nonostante il pessimo stato di conservazione probabilmente facevano parte di un edificio termale”.

Morini ha chiesto all’Amministrazione a che punto sia lo stato delle opere e “in particolare chi ha preso la decisione di distruggere la zona ove erano emersi i reperti archeologici, e sapere se era presente un addetto della Soprintendenza e modalità e luoghi di conservazione dei reperti finora emersi nella zona ex Fat, per un eventuale utilizzo espositivo. Il centro storico rischia di diventare un buco con la città intorno”.

L’assessore ai Lavori Pubblici Luca Secondi, sulla base della relazione tecnica del dirigente dell’Urbanistica, ha detto che “su Piazza dell’Archeologia stiamo aspettando il Tar per la revoca del contratto e lo scorrimento in graduatoria per l’appaltante. La scadenza del Contratto di quartiere è stata procrastinata al giugno 2019″.

I lavori del Cinema Vittoria stanno procedendo verso la fine delle opere strutturali. Il permesso edilizio scadrà nel 2020. Sarà realizzata la nuova copertura. Sull’ex Fat la Soprintendenza archeologica ha assistito ad ogni operazione. E’ stata fatta una prima relazione sui reperti giacenti alla Soprintendenza, porzioni lapide e tegole. Alla fine dei lavori l’Amministrazione concorderà una sistemazione per valorizzarli Per Piazza dell’Archeologia auspichiamo di riprendere presto i lavori. Quando parliamo di centri storici, la crisi è generalizzata e non dipende dai cantieri; per quello di Città di Castello i progetti sono molti: 2 milioni e mezzo per le mura, 3 milioni per l’ospedale vecchio, Piazza Burri, etc.

Bucci (Castello Cambia) ha chiesto “una verifica con gli imprenditori in commissione per il Cinema Vittoria; per Piazza dell’Archeologia il basso livello della ristrutturazione deve far riflettere; c’erano reperti interessanti che sembra siano spariti”. Zucchini (Pd) sul Cinema Vittoria ha auspicato “un’accelerazione della ditta per il completamento dei lavori. Su Piazza dell’Archeologia gli studi sono stati approfonditi e le testimonianze valutate permanentemente dalla Soprintendenza e si vanno ad inserire nel filone della Raccolta Prostorica. Nell’interpellanza si parla di distruggere, verbo che mi lascia perplesso”. Tavernelli (Pd) ha ricordato che “il campanello d’allarme doveva essere l’intenzione della ditta del Vittoria di uscire dal Contratto di quartiere e rivedere il progetto, anche a seguito della crisi. La residenza è importante per rilanciare il centro storico e le uniche due possibilità sono Vittoria e Ex Fat. Dobbiamo completarle velocemente e vendere gli appartamenti, scendendo a patti con il mercato. La cubatura dell’ex Fat è stata ridimensionata e Piazza dell’Archeologia con il Museo Protostorico completerà il percorso museale”.

I cantieri non sono tutto ma sono molto – ha detto MoriniLa situazione dell’ex ospedale pregiudica il centro storico, insieme ai ritardi di ex Fat e Vittoria. L’Amministrazione si prenda le sue responsabilità. Il centro storico è morto perché non ci abita più nessuno. Uso il termine distruggere: c’era un’area archeologica molto ampia, parte di un edificio termale, come dice la relazione tecnica, elencando i manufatti che abbiamo buttato via. Chi ha preso la decisione di radere al suolo questa zona? L’approccio politico non è all’altezza della storia di Città di Castello”.

Il termine distruggere – ha aggiunto Secondi nella replica – è una valutazione ma il dirigente parla di rimozione del materiale di risulta, sulla base della relazione tecnica dell’addetto della Soprintendenza. Avrei voluto uno spazio per le Tabacchine che tanto lavoro hanno svolto in quell’area”.