Prima gli avvisi di accertamento della Tosap (tassa di occupazione suolo pubblico) per quasi 800mila euro inviati all’Inps, nel frattempo annullati e poi emessi di nuovo per un vizio di forma, su cui l’istituto sembra intenzionato a presentare ricorso. Poi l’ipotesi di stimolare una class action tra i cittadini ed avviare anche una causa per il danno d’immagine che la città ha subìto negli anni a causa dello stato di degrado dell’ex convitto femminile di piazza Carducci. Non è di certo benevolo l’atteggiamento che l’amministrazione comunale di Spoleto sta avendo nei confronti dell’Inps che, dopo anni di abbandono, ha avviato finalmente l’iter per la ristrutturazione dell’edificio con l’obiettivo di trasformarlo in senior housing. Con un investimento di circa 9 milioni di euro.
Azioni legali effettuate o minacciate che sembra possano mettere a rischio l’operazione in corso, per la quale ad ottobre l’Inps ha annunciato di aver trasferito l’ex convitto femminile al fondo i3-Silver, gestito da Invimit SGR. L’atteggiamento ostile da parte del Comune di Spoleto potrebbe portare l’istituto di previdenza ad un ripensamento? Se ciò avvenisse la città si troverebbe ancora per lungo tempo con quell’edificio nella situazione attuale.
Nonostante l’accelerata avvenuta di recente da parte dell’Inps, che tra i progetti previsti sul territorio nazionale ha dato priorità proprio a quello di Spoleto insieme a Villa Pullè di Verona, il sindaco Umberto De Augustinis nei giorni scorsi è tornato all’attacco sulla questione, con una nota che lascia qualche perplessità. Dichiarazioni ribadite anche questa mattina in consiglio comunale, nelle comunicazioni, in risposta al capogruppo di Spoleto Popolare Maria Elena Bececco.
Possibile che il primo cittadino non abbia letto i comunicati stampa ufficiali e gli atti formali dell’Inps delle ultime settimane? E che in un recente incontro avuto con l’Inps non sia stato chiarito tutto?
“Per anni l’Enpas, prima, ed i suoi successori, dopo, – evidenzia nel comunicato stampa De Augustinis – hanno lasciato in totale abbandono lo stabile e le sue pertinenze. Ci sono stati, da parte della proprietà, annunci e promesse, alle quali non ha fatto seguito alcunché. Il disagio che si è venuto a creare non ha intaccato soltanto la dimensione urbana di una zona centralissima, ma ha danneggiato in qualche modo anche il tessuto sociale, certamente contribuendo ad una diffusa situazione di decadimento ed all’impossibilità da parte della città di fruire di importanti, propri spazi verdi”.
“Non possiamo perdere altro tempo. La città richiede una risoluzione tempestiva e definiva di questa vicenda che ha imposto a Spoleto un’enorme e fatiscente area di cantiere tale da configurare sia un danno d’immagine rilevante, sia un danno di natura economica laddove si accertasse che, in questo lungo periodo di tempo, gli enti proprietari non hanno corrisposto quanto dovuto al Comune per l’utilizzazione del suolo pubblico. Infine non mi meraviglierei se, di fronte a tale stato di cose, causa di tante difficoltà e fastidi, si attuasse una sorta di class action anche da parte dei cittadini direttamente danneggiati dall’enorme cantiere”. Class action che proprio l’amministrazione comunale – secondo voci di corridoio – vorrebbe provare a stimolare convocando un incontro pubblico.
A tale incontro, come confermato oggi anche dal sindaco, era presente il dottor Giorgio Fiorino, direttore centrale Patrimonio e Archivi Inps. Lo stesso che, poco meno di un anno fa, aveva annunciato e dettagliato l’operazione relativa a Spoleto. “Il progetto si pone l’obiettivo di riconvertire questi edifici a destinazioni d’uso innovative riconducibili al “Senior housing” – aveva spiegato a inizio anno Fiorino – Si tratta di un nuovo modello residenziale, che si sta sviluppando per rispondere ad esigenze di carattere sociale e demografico e pensato per il mercato della «terza età», che affianca alla disponibilità di alloggi una serie di servizi collettivi in grado di coniugare le esigenze di indipendenza con quelle di socialità ed assistenza. È un progetto pioneristico, perché questo tipo di investimento in Italia oggi non è molto sviluppato, a differenza di quello che avviene in altri paesi europei”.
Possibile quindi che dopo comunicati stampa ufficiali, incontri pubblici come quello del 26 gennaio 2018 a Roma in occasione dei 120 anni di storia dell’istituto di previdenza (di cui sono disponibili gli atti nel sito dell’ente), lo stesso dirigente dell’Inps non ha saputo spiegare la destinazione dell’ex convitto femminile dopo il restauro limitandosi a riferire del conferimento dello stabile al fondo immobiliare i3 ed a lavarsene le mani come dichiarato oggi in consiglio comunale dal primo cittadino?
A contestare l’atteggiamento dell’amministrazione comunale nei confronti dell’Inps e sul futuro dell’ex convitto femminile sono i consiglieri comunali di Spoleto Popolare e Alleanza Civica, Maria Elena Bececco, Ilaria Frascarelli, Gianmarco Profili e Roberto Settimi.
“Sull’ex convitto femminile l’Inps procede con il progetto di ristrutturazione e De Augustinis vuole fargli causa?” evidenziano gli esponenti di minoranza. Che citando la frase del sindaco in cui ricorda che la struttura è “nel totale abbandono in un degrado rovinoso e pervasivo”, commentano: “Verrebbe da dire ‘…la scoperta dell’acqua calda!’, visto che è conosciuto bene da tutti. Tanto bene che, la precedente amministrazione Cardarelli – Bececco ha lavorato duramente per modificare questa situazione”.
“Sappiamo tutti – evidenziano i consiglieri di opposizione – che l’Inps a Gennaio 2018 ha presentato il progetto di ristrutturazione e a fine ottobre, neanche 2 mesi fa, dopo aver atteso il nullaosta della soprintendenza, ha concluso il conferimento dell’immobile al Fondo i3-Silver, gestito da Invimit SGR, società del ministero dell’Economia e delle Finanze costituita per valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico. Il fondo lo dovrà ristrutturare per riconvertirlo a senior housing (Il senior housing rappresenta un nuovo modello residenziale che si sta sviluppando solo oggi nel nostro Paese per rispondere alle esigenze di carattere sociale e demografico del mercato della terza età).
Invimit ha dichiarato che realizzerà investimenti per la valorizzazione degli immobili Inps per circa 18 milioni di euro, dotandoli così di una nuova vita e permettendo la loro reintegrazione nei rispettivi tessuti urbani. Questo significa posti di lavoro e indotto economico, anche per la nostra città. Ora di che cosa ci si vuole lamentare? Che cosa c’è da capire? La destinazione è chiara; il progetto sta andando avanti, come promesso dall’Inps e anche in tempi celeri. Fare un’opposizione costruttiva, difronte ad un’amministrazione palesemente distruttiva, significa ribellarsi e denunciare alla cittadinanza questi palesi autogol.
Leggiamo nel comunicato del Comune che: “…..da un incontro avuto in comune con i dirigenti dell’ Inps, quest’ultimi non siano stati in grado di precisare la destinazione del complesso ma solo di informare che lo stesso è stato ceduto ad un fondo”. Ma che cosa doveva essere ulteriormente spiegato o capito? Era tutto chiaro già dalla presentazione del progetto a gennaio! È drammaticamente sconcertante questo non capire o comunicare che non si è capito. E’ tutto talmente chiaro; o forse fa comodo far finta di non capire e poi magari fingere di aver trovato una clamorosa soluzione? Purtroppo ci troviamo, ancora una volta, a fare i conti con un’informazione parziale del Sindaco e dell’Amministrazione, che nel leggerla farebbe pensare a ripensamenti da parte dell’Inps su impegni assunti e formalizzati. La verità è altra e andrebbe raccontata fino in mondo.
L’Inps non sta facendo altro che portare avanti il progetto di riqualificazione dell’immobile, come aveva già detto ed annunciato e come noi avevamo riportato, con entusiasmo, già in campagna elettorale. E l’Amministrazione oggi risponde incentivando una class action e, peggio ancora, paventando un’ azione giudiziaria contro l’Inps?? A questo punto ci chiediamo: Ma è così difficile capire che di fronte a tali comportamenti ostativi, un investitore ritiene più semplice scappare e dirottare risorse finanziarie e lavorative su altri immobili, in altre città che lo incentivano? Pensiamo che sia così facile attrarre un investitore, per di più pubblico a Spoleto? Raccontare poco e male a chi serve? Quale vantaggio ne trae la nostra comunità? Oltre a far vivere nell’incertezza i cittadini, che non sanno più a cosa credere; a cercare distruggere quanto fatto in passato; gli amministratori comunali pensano che queste scelte siano la strada giusta per guidare una città? Abbiamo constatato – conclude l’opposizione – che rivolgere appelli al sindaco ed ai consiglieri di maggioranza è controproducente, per cui non ci rimane che appellarci al buon senso degli spoletini, disposti, insieme a noi, a far sentire la loro voce! Cittadini di Spoleto dimostrate di amare la nostra città, non permettete a nessuno di distruggerla!”.