In modifica dell’articolo, il 10 giugno 2017
A parlare è un ex-consigliere del Comune di Foligno, che esprime un parere sulla “Variante Sud”. Di seguito il testo dell’intervento: “Apprendo con rammarico che nella prima seduta del consiglio comunale dopo le mie dimissioni, il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà, ricompattato, non ha perso occasione per tornare ad indossare la duplice veste di partito di lotta e di governo: contro la TAV in Val di Susa, contro la cementificazione di Foligno, a chiacchiere nei comizi in piazza, ma docilmente obbediente alla maggioranza mismettiana quando si tratta di approvare concreti atti amministrativi che proseguono ostinatamente su quella folle traiettoria di sviluppo cementizio imboccata da anni dalla nostra città.
La famigerata rotatoria, contro la quale si è battuto coerentemente il consigliere Ciancaleoni – esemplare testimonianza di fedeltà al mandato ricevuto dal proprio elettorato e non ai potentati del proprio partito – è uno dei tanti tasselli della famigerata “Variante Sud”. Ennesima mastodontica opera infrastrutturale, spacciata come risoluzione definitiva ai problemi del traffico cittadino, che vede già l’intera comunità della frazione di Cave profondamente ostile e che rischia di essere il colpo di grazia definitivo sulla vivibilità della città. La dimostrazione tangibile di come la comunità di San Paolo-Via Serena si è messa in movimento in questi mesi contro quell’assurdità che si è rivelata essere la “Variante Nord”.
Rifondazione Comunista, se non altro, ha avuto il coraggio di astenersi.
Compagni, un po’ più di coraggio!
La bocciatura di quell’atto avrebbe finalmente consentito l’apertura di una verifica di maggioranza sui temi delle politiche urbanistiche ed infrastrutturali. Avrebbe fatto capire ai “signori del cemento locali” che i cittadini di Foligno non ci stanno più a veder distrutto il proprio territorio per una logica sviluppistica da anni ‘50.
Tempo fa, una variante al PRG che trasformava un terreno agricolo di pregio in terreno edificabile mi venne gabbata per “un campaccio”. Un’altra variante – quella che ampliava a dismisura l’offerta di uffici fuori dal centro storico – era, non ricordo più bene, se un “atto di responsabilità” o “un atto non rilevante”. Questi singoli atti – se sommati l’uno all’altro – configurano una vera e propria “strategia del carciofo”: come un carciofo, infatti, foglia dopo fogli, il territorio viene trasformato in cemento.
Fa male al cuore vedere che una sinistra – rappresentata in maggioranza da ben tre consiglieri – non riesca a bloccare nemmeno un singolo tassello di questa folle distruzione del territorio e continui a subire l’offensiva ben organizzata del partito del cemento”.