Ormai da un mese la sua nuova casa è diventata la stazione ferroviaria di Città di Castello. Una donna di origine rumena, quasi 50enne e priva di residenza, ha scelto infatti di “trasferirsi” nei locali della sala d’attesa, con tanto di valigie, dopo aver perso il lavoro da badante in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19.
I Servizi sociali del Comune e la Polizia municipale, giorni fa, le hanno proposto l’immediato collocamento in una struttura di accoglienza o, addirittura, il pagamento di un biglietto ferroviario per raggiungere l’Ambasciata della Romania a Roma. Entrambe le soluzioni, però, sono state rifiutate categoricamente dalla donna, che ha risposto testualmente di “non voler niente e di non avere alcuna intenzione di spostarsi”.
Una situazione complicata anche per l’Ente comunale, che ha fatto sapere di “non avere facoltà di disporre e fare esercitare alcun potere coercitivo verso una persona, se non per gravi urgenti motivi di carattere sanitario e esclusivamente su proposta degli organi sanitari deputati“.
A rendere ancora più tesa e delicata la situazione sono le proteste di residenti, utenti della ferrovia e Bus Italia, che ha più volte segnalato il problema. A dar voce quest’ultimi, inviando pure una lettera al sindaco, è stato Carlo Reali, dipendente della sopracitata società di trasporto pubblico e tra i responsabili della stazione.
“La signora ha raccolto intorno a sé cattivo odore e occupato spazi comuni – si legge nella missiva – Sono anche intervenuto di persona assieme ad un collega, nonostante fossi in ferie, per cercare di far uscire la donna e sanificare gli ambienti. In tutta risposta ho ricevuto imprecazioni e lancio di cose nei miei confronti. I carabinieri mi hanno detto di soprassedere”.
Ormai da un mese la stazione non viene più chiusa la sera dalla Vigilanza notturna, vista la difficoltà della guardia giurata di far uscire la signora e faccio presente che all’interno dell’ufficio vi è una somma in biglietti e altro superiore agli 80 mila euro.
“Mi auguro che venga fatta un’ordinanza di sgombero della donna – ha concluso Reali – visto che in questo momento la situazione legata al Covid-19 ci chiede di rispettare regole igieniche ben precise. Regole che vengono prontamente disattese dalla signora e mettono in pericolo la salute dei cittadini e di chi lavora in quello spazio. Non può essere un semplice cittadino a risolvere una situazione che implica la salute pubblica, e non accetto lo scaricabarile delle istituzioni competenti“.