“L’Europa che vogliamo”, il convegno che si è tenuto oggi presso il Garden di Terni è stato ospitato dalla sezione Lions Club Terni e dal suo presidente Maurizio Castellani. Grazie alla partecipazione degli onorevoli Antonio Tajani e Simone Bonafè, si è parlato in modo approfondito di Europa e, ovviamente, anche di Ast.
Una sorta di intervista doppia, coordinata dal giornalista Antonio Mosca, nell’ambito della quale è emerso chiaramente un concetto fondamentale: l’Europa che vogliamo non è questa, ma vogliamo l’Europa.
La spiegazione di questa presa di posizione è stata data da Simona Bonafè: “Di Europa si parla troppo poco e i cittadini spesso non hanno la percezione del fatto che ciò che si approva in Italia è per il 70-80% frutto della politica europea. Il problema è stabilire quale Europa vogliamo costruire, visto che l’UE è una grande opportunità e così come è, ancora non ci piace. Cresce sempre di più il partito degli euroscettici – continua l’onorevole – ma non abbiamo grosse alternative e il ritorno agli stati nazionali non è un’alternativa credibile. È necessario uscire dalle politiche del rigore e mettere al centro degli interessi dell’Europa i temi che riguardano investimenti e sviluppo. Dobbiamo lavorare sul partito pro euro per alzare l’asticella. L’Italia, da sola, non ha futuro perché per troppi anni non ha messo in campo quelle riforme strutturali che erano necessarie per il paese”.
Anche il punto di vista di Tajani parte con una costatazione negativa: “L’Europa così come è non va. Bisogna assolutamente iniziare ad adottare misure eccezionali nella microeconomia, quella reale e che garantisce benessere. Più che i soldi, in Eruopa manca la fiducia. La fiducia degli investitori, degli imprenditori e dei cittadini, ecco perché serve una politica in grado di guidare l’economia. Mancano poi grande leader europei – conclude Tajani – che possano trascinare l’Europa verso obiettivi ambiziosi. Al Parlamento Europeo non possiamo perdere questa occasione di democrazia per infondere fiducia e dare sostegno all’economia reale”.
Per quanto riguarda Ast, il ben informato Tajani ha dato poi una chiave di lettura interessante: “Non si dice Eruopa se non si dice acciaio e non si dice acciaio se non si dice Terni – così inizia l’onorevole la sua analisi del problema Ast – L’acciaio che viene prodotto qui è di qualità superiore, le crisi dell’auto e delle costruzione hanno dato un duro colpo al mercato europeo. Ma dobbiamo considerare questa una crisi congiunturale e non strutturale, pertanto è necessario trovare misure per tutelare la produzione siderurgica. È necessario partire dalle regole antitrust che ci sono in Eruopa – dice Tajani – visto che quelle che ci sono ora risalgono al 1957 e il mercato è stato rivoluzionato. Ora ci sono competitori di livello mondiale e si sono aperti i fronti della Cina e dell’India. Aver costretto Outokumpu a vendere ad Thyssen è stato un grosso errore, perchè gli ‘avversari’ di Terni non sono in Eruopa, ma in altri continenti. Queste mie considerazioni sono contenuto in una risoluzione sull’acciaio che verrà approvata mercoledì prossimo al Parlamento Europeo”.
Simone Bonafè aggiunge alle criticità riscontrate da Tajani anche il costo dell’energia: “Il costo dell’energia è un fattore che falsa la concorrenza. L’Italia è il primo paese nel mondo in fatto di Politiche Ambientali e di Rispetto dei Cambiamenti Climatici, ma è inutile che noi siamo primi se gli altri continuano a inquinare e a pagare molto meno l’energia. Negli accordi della conferenza mondiale su questi temi che da Lima arriverà a Parigi, abbiamo ricevuto segnali incoraggianti da Cina e Usa, ma nel 2015 dobbiamo assolutamente chiudere un accordo globale su queste tematiche”.
© Riproduzione riservata