L’etichetta rettangolare da tasca è “quasi identica”. Tale da indurre i clienti a confondersi. Queste le motivazioni con cui Levi Strauss, storica azienda denim statunitense – dei brand Levi’s e Dockers, tra gli altri – ha citato in giudizio la casa di moda Brunello Cucinelli.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters e ripresa dalle principali testate economiche, nell’istanza depositata dall’azienda americana alla Corte federale USA si accusa l’azienda umbra di aver copiato l’idea dell’etichetta da tasca registrata come marchio nel 1938. Lamentando, a causa della presunta violazione del trademark, un calo di vendite dei propri capi a vantaggio di quelli della casa di moda italiana a causa delle etichette definite “copie quasi identiche” delle proprie. Con un “danno incalcolabile e irreparabile”, si legge ancora nella denuncia, della propria reputazione.
Come prova della presunta “copia” del marchio l’azienda francese ha depositato 14 foto dei capi Brunello Cucinelli, in cui si vede appunto la linguetta rettangolare. Da qui la citazione in giudizio perché la casa di moda italiana ritiri i prodotti con quella etichetta. Affermando alla Reuters di aver inoltrato in precedenza la richiesta all’azienda italiana, decidendo poi di rivolgersi alla Corte federale non avendo ricevuto risposte soddisfacenti da Solomeo. Dove per il momento la notizia non è stata commentata, ma si preparano le contromosse con i propri legali.
L’azienda Brunello Cucinelli, da dicembre quotata nel Ftse Mib, il principale listino di Piazza Affari, nel 2023 ha superato il miliardo (1,139 mld) di fatturato.
Non è la prima causa che Levi Strauss ha intentato verso altre aziende negli ultimi anni giudicando in pericolo i propri marchi registrati. Le più note azioni legali sono quelle nei confronti dei francesi Lvmh e Kering, contro le maison Kenzo e Saint Laurent.