di Sergio Grifoni (*)
Signor Sindaco, la recente sentenza di Torino, che ha condannato i responsabili dell’azienda Eternit di Casale Monferrato, ha nuovamente confermato la pericolosità derivante dalle polveri di fibra di amianto, causa delle ormai accertate morti per mesotelioma pleurico. Poiché ormai si registrano per tali patologie quasi 120.000 decessi all’anno, il collegamento diretto ed univoco tra la suddetta sostanza e la malattia, è scientificamente provato.
L’Istituto superiore di Sanità stima che in Italia il picco di mortalità per malattie legate all’amianto, si avrà fra il 2015 ed il 2020, quando cioè a morire saranno i più giovani tra gli operai delle fabbriche, ma anche i bambini degli anni sessanta-settanta, cresciuti tra tettoie e tubature in eternit. E pensare che l’eternit, composto di cemento ed amianto inventato dall’omonima azienda svizzera proprietaria dello stabilimento di Casale, è stato bandito per legge dal 1992.
Recentemente in Consiglio Comunale abbiamo discusso in maniera approfondita, su due specifici progetti che riguardano il CDR e le Biomasse. In tale contesto, anche se con sfumature e vedute procedurali diverse, tutti hanno comunque ribadito la sacrosanta volontà di salvaguardare al massimo l’ambiente che ci circonda. Non a caso la stessa Amministrazione Comunale sta dotandosi di un Piano Ambientale che fungerà da direttrice comportamentale per i prossimi anni. Alla buona volontà di salvaguardia del futuro, dovrebbe però corrispondere una immediata azione di miglioramento del presente. Occorrerebbe cioè mettere in campo tutte quelle azioni e provvedimenti che, già da subito, vadano ad eliminare quelle situazioni palesemente nocive alla salute pubblica.
Mi riferisco alla presenza a ridosso di centri abitati di strutture che potrebbero presentare elementi a rischio inquinamento ambientale, soprattutto se le strutture stesse dovessero prevedere le coperture in eternit. Già nel passato, per esempio, si è tanto discusso sulla Italmatch (ex Saffa), e sui possibili effetti inquinanti dell’azienda, attraverso interventi di ex colleghi consiglieri, di associazioni, di giornali e televisioni locali. Tanto si parla del fatiscente capannone del Festival, ubicato con tutta la sua pericolosità inquinante a ridosso del quartiere di San Nicolò.
Sovente si discute in riferimento all’eternit ancora presente in moltissimi capannoni dislocati qua e là nelle immediate adiacenze abitative. Nonostante i numerosi appelli allarmistici, da nessuna Autorità comunale competente è arrivata una voce rassicurante sulla inconsistenza di un possibile pericolo per la salute. Per ricevere quindi una risposta ufficiale in tal senso, la interpello al fine di conoscere:
a) Se l’Amministrazione Comunale ha compiutamente monitorato in tutto il territorio di propria competenza la situazione riguardante la presenza di eternit su strutture o terreni;
b) Quali provvedimenti immediati si vogliono eventualmente adottare per sanare le situazioni ritenute non a norma per la presenza di detto materiale.
(*) Consigliere comunale Spoleto