Da. Bac.
Il calcio è tornato ma ancor prima di cominciare ufficialmente porta con sé il solito strascico di polemiche, anche nelle serie minori. La Lega Pro infatti, che dovrebbe iniziare domenica 1 settembre, rischia seriamente di non partire a causa dello sciopero annunciato dall’AIC (Associazione Italiana Calciatori), a seguito del mancato accordo con la lega sulla questione dei criteri distributivi delle risorse collegate all'utilizzo dei giovani in campo (la cosiddetta “questione dell’età media”). Il regolamento, che vorrebbe imporre alle società di schierare giocatori con un’età media di 26 anni per poter così accedere a una parte delle risorse economiche a loro necessarie, secondo il comunicato ufficiale dell’AIC, “presenta chiari profili di illegittimità, crea discriminazioni nei confronti dei calciatori e false aspettative sui giovani, impoverendo il livello tecnico della categoria a discapito dello spettacolo e della meritocrazia”. I calciatori, ad inizio agosto, scrissero persino una lettera aperta al capitano della nazionale nonché vicepresidente AIC, Gianluigi Buffon, perché anche questo riuscisse ad imporsi per non far approvare questa norma “discriminatoria” per ragioni d’età. Tra le squadre umbre non scenderanno in campo: Perugia, Castel Rigone e Gubbio, anche se quest’ultima, comunque solidale allo sciopero, avrebbe osservato un turno di riposo nella prima giornata.
Il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, risponde con autorità all’imminente ed eventuale sciopero, ribadendo la sua contrarietà a questa decisione e minacciando provvedimenti a chi non scenderà regolarmente in campo il primo settembre.
Il 29 agosto è comunque prevista una riunione delle squadre di Lega Pro che decideranno il da farsi, anche a costo di andare contro la posizione dell'AIC, quest’ultima, a detta di Macalli, “schiava di qualche anzianotto di 35-36 anni che vuole continuare a giocare».
Immagine da www.lega-pro.com
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