di Carlo Ceraso
“Devo arrestarvi, ma se pagate posso annullare l’ordine di cattura”. E’ andata più o meno così la bravata di un 35enne folignate catturato dalla squadra anticrimine del commissariato di Foligno con l’accusa di estorsione (a 2 giovani ragazze che lavorano in un noto bar) e resistenza a pubblico ufficiale. Ora sta meditando su quanto fatto dietro alle sbarre del carcere di Capanne, a Perugia, dove è stato ristretto in attesa di giudizio.
L’antefatto – è lunedì scorso quando l’uomo, M.A., operaio e già noto alle forze dell’ordine per piccoli precedenti, si presenta nel bar del centro storico. Con sé ha un distintivo della polizia, un paio di manette e una cartella portadocumenti. L’uomo – che approfitta dell’assenza di clienti – si qualifica e informa di dover procedere all’arresto delle due malcapitate accusate di aver derubato il titolare dell’esercizio commerciale. “Ci sono prove schiaccianti nei vostri confronti, vi abbiamo sorpreso anche con l’aiuto di alcune telecamere nascoste” dice il malvivente. Dopo averle impressionate a dovere, cambia atteggiamento. “Però posso venirvi incontro, se avete del denaro vedrò cosa posso fare per evitarvi il carcere”. Le due bariste (e non si capisce il perché) pagano sull’unghia 900 euro. Ma il finto poliziotto non è soddisfatto. Vuole ancora denaro. “Sono 2.000 euro in tutto, mille a testa…per cui mi dovete ancora 1.100 euro. Posso aspettarvi al massimo un paio di giorni, dopodiché sarò costretto a venirvi a prendere”, avrebbe detto secondo il racconto delle due vittime. Il 35enne lascia un proprio recapito telefonico e abbandona il bar.
In Commissariato – una volta ritornata la calma, le due poverette raggiungono gli uffici del commissariato folignate, in questi giorni diretto dal vicequestore Francesca Peppicelli (sostituisce temporaneamente il collega Bruno Anonini), per sporgere querela. La pratica passa alla squadra anticrimine che organizza la ’trappola’. Le bariste telefonano all’estorsore che da loro appuntamento in Via Roma, l’arteria che conduce al centro della città.
Il bliz – forse M.A. sceglie questa strada per avere una migliore visuale di quello che può accadere intorno. All’ora fissata, le 18 di ieri, avviene puntuale lo scambio. Non a però che in zona ci sono gli agenti dell’anticrimine pronti ad intervenire, che le banconote sono segnate e, soprattutto, che gli inquirenti lo hanno già identificato. Il folignate prende la busta rimanendo incollato all’autovettura: quando si accorge di esser stato scoperto si da alla fuga, inseguito da tre auto della polizia. Cerca anche di mandarne fuori strada una ma la sua corsa finisce nei pressi del cimitero cittadino, quando gli agenti riescono finalmente ad ammanettarlo. Durante la fuga riesce a disfarsi del bottino, poi ritrovato lungo Via Roma e riconsegnato alle legittime proprietarie.
(ha collaborato Carlo Vantaggioli)
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