“Di fronte all’autentico dilagare di parrucchieri e estetisti abusivi è sempre più difficile fare impresa e contribuire allo sviluppo economico dei nostri territori”. Piero Montanucci, presidente dell’Unione Cna Benessere di Perugia, torna a denunciare un fenomeno già segnalato in passato, ma che oggi, complice la pesante crisi economica, ha assunto dimensioni inaccettabili.
La crisi del settore e il sommerso- “Come molte altre – prosegue Montanucci – anche la nostra categoria sta fronteggiando un calo dei consumi che ha ridotto all’osso i fatturati e in molti casi ha costretto alla chiusura dell’attività. Se oltre a ciò dobbiamo competere con ex parrucchieri, pensionati o tornati nel sommerso, dipendenti di saloni che svolgono un doppio lavoro in nero, soggetti che si spacciano per professionisti senza avere la preparazione adeguata e che svolgono l’attività presso il proprio domicilio o a casa del cliente, la lotta diventa impari.
Se un taglio costa 18 un abusivo chiede 10-Basti pensare che se per un taglio di capelli maschile, in Umbria, un buon parrucchiere chiede dai 13 ai 18 euro, un abusivo ne chiede 10, con la differenza che, bene che va, al parrucchiere regolare, tolti i costi di gestione, le tasse ed i contributi rimangono in tasca circa 4-5 euro, mentre all’abusivo restano i 10 euro netti. Lo stesso rapporto costi/ricavi vale per i servizi femminili: una buona tintura di capelli può costare dai 25 ai 30 euro in salone e 15 dall’abusivo, una messa in piega dai 15 ai 20 euro dal parrucchiere contro 10 in nero. Così non si può più andare avanti”.
Oltre 400 abusivi- Una concorrenza sleale, che vede i saloni combattere una lotta impari contro oltre 400 abusivi completamente sconosciuti al fisco, alla previdenza sociale, alla camera di commercio e a tutti gli altri enti pubblici che, a vario titolo, si occupano delle imprese. “Sono state decine le segnalazioni di abusivi che gli imprenditori hanno fatto pervenire al numero verde attivato due anni fa da Cna Perugia – afferma Fabiano Coletti, responsabile provinciale dell’Unione Cna Benessere – che la nostra associazione ha successivamente girato agli organi pubblici preposti al controllo. Oggi torniamo a lanciare un appello a tali organi affinché rafforzino la propria azione per ridurre questa piaga. Non si tratta solo di un problema di carattere economico, che pure è enorme, anche a fronte della crescita dei costi di gestione e dei contributi pensionistici cui deve far fronte un operatore regolare.
I rischi per i clienti- Parliamo anche di rischi per la salute pubblica. I clienti dei nostri saloni – specifica Coletti – possono contare sulla professionalità degli operatori, sulla regolarità delle attrezzature utilizzate e dei procedimenti attuati per sterilizzare gli strumenti di lavoro e i locali di servizio. Per contro, coloro i quali si rivolgono agli abusivi, rischiano seri danni causati da malattie infettive. Pertanto invitiamo anche i cittadini a rivolgersi al numero verde Cna 800034404 per denunciare chi non rispetta le regole e attenta alla salute pubblica”.