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E!State Liberi: a Pietralunga partono i campi di volontariato sul bene confiscato alla 'ndrangheta

Lunedì 1 luglio arriva a Pietralunga, da Treviso, il primo gruppo di 25 ragazze e ragazzi che parteciperanno ai campi organizzati da Libera Umbria, nell'ambito di E!state Liberi 2013, sul bene confiscato alla 'ndrangheta in località Col della Pila.

Libera Umbria afferma: “si tratta di una prova importantissima: abbiamo l'opportunità di riprenderci un pezzetto del nostro territorio (il primo bene confiscato e restituito, ma ce ne sono altre decine che presto lo saranno) che era finito nelle mani delle mafie (in questo caso dei De Stefano della 'ndrangheta reggina) e di costruirci sopra un'esperienza di volontariato e formazione civile da condividere con giovani provenienti da diverse parti del Paese”.

I ragazzi e le ragazze che arriveranno a Pietralunga lavoreranno sul terreno (a partire da martedì 2 luglio), per prepararlo al futuro riutilizzo, e trascorreranno una settimana nella nostra regione, incontrando familiari delle vittime di mafia e molti altri soggetti impegnati, ognuno nel suo campo, nella lotta alla criminalità organizzata. Dopo il primo gruppo, ne arriveranno altri tre, nella seconda e nella quarta settimana di luglio e poi ancora nella prima di agosto.

“Saranno quattro settimane intense, speriamo piacevoli per i nostri ospiti. Ma, soprattutto, vorremmo fossero quattro settimane di impegno condiviso da tutta la comunità regionale e in particolare dalle cittadine e dai cittadini di Pietralunga”.

L'obiettivo principale dei campi di volontariato sui beni confiscati alle mafie è infatti quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto.

“Si dimostra così, che è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà. E!state Liberi è la rappresentazione più efficace della memoria che diventa impegno, è il segno tangibile del cambiamento necessario che si deve contrapporre alla “mafiosità materiale e culturale” che minaccia i nostri territori”.

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