Gubbio e Gualdo

Esplosione Canne Greche, verso richiesta rinvio a giudizio: il “rischio accettato” e la morte di Samuel ed Elisabetta

E’ partito il conto alla rovescia per l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio del Pm Gemma Miliani, nei confronti dei cinque indagati per l’esplosione della fabbrica di cannabis light di Canne Greche e la conseguente morte di Samuel Cuffaro ed Elisabetta D’Innocenti. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari era stato infatti recapitato agli indagati lo scorso 3 maggio e questi hanno avuto 20 giorni  a decorrere dalla data della notifica, per produrre memorie, documenti, investigazioni difensive e chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio. 

La ricostruzione della vicenda

Nel 415 bis del Codice penale, il pm ricostruisce tutto quel maledetto 7 maggio e le azioni dei lavoratori, impegnati in quel casolare completamente devastato dall’esplosione. Il metodo di abbattimento del Thc della cannabis, attraverso le lavatrici con il pentano, la conservazione di questo solvente in quantità eccessive e in un luogo inadeguato, fino all’esplosione. Elisabetta, insieme ad Alessio Cacciapuoti, rimasto ferito, si trovava nella stanza adibita a lavoratorio dove avveniva l’attività di abbattimento del Thc e stava svolgendo le mansioni relative alla predetta attività, mentre Cuffaro era nel locale adiacente, insieme a Kevin Dormicchi, un altro ferito, intento al montaggio di uno scaffale.

Ecco come sono morti Elisabetta e Samuel

Samuel ed Elisabetta sono morti a seguito dell’incendio divampato nel laboratorio, nel corso delle lavorazioni e della violenta esplosione che ne è seguita. Elisabetta a causa dell’azione diretta dell’esplosione che l’ha investita, trovandosi nella stanza dove è stata originata. Cuffaro invece a causa dell’intossicazione da monossido di carbonio, essendo rimasto tra le macerie nell’attesa dell’arrivo dei soccorritori.

Il rischio accettato

Una tragedia avvenuta perché gli indagati avevano “accettato il rischio”. Il pm infatti scrive che: erano a conoscenza della potenzialità lesiva di un liquido infiammabile come il pentano, consapevoli dell’assenza di esperienza dell’inventore del metodo usato, consapevoli che questo metodo presentasse aspetti di illegalità e pericolosità, consapevoli dello stato di insicurezza dell’edificio.