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Esplosione a Perugia, inquirenti indagano sulle cause

Il giorno dopo l’esplosione della bombola di gas avvenuta a Colombella, alla periferia di Perugia, nella mattinata di ieri si fanno più chiare le cause che probabilmente hanno portato allo scoppio nel garage dove alcune persone erano intente a preparare della salsa di pomodoro. Polizia e vigili del fuoco sono a lavoro da ieri pomeriggio per cercare di scoprire cosa è stato a provocare quella terribile esplosione, nella quale sono rimaste ferite gravemente 6 persone.

Troppo gas – E si può dire ormai con certezza che nella bombola ci fosse troppo gas, quindi troppa pressione. Ecco il motivo dello scoppio, che, insieme ai fornelli accessi nel garage, ha innescato la miscela esplosiva. Resta ora da comprendere da dove provenisse quella bombola: se fosse stata acquistata da un rivenditore autorizzato o se sia stata caricata in altro modo. Saranno inoltre effettuate analisi anche sulle altre bombe inesplose, ora sequestrate dagli inquirenti. Tutti elementi che non farebbero che modificare eventuali responsabilità in corso. Le fiamme hanno anche interessato il garage, una struttura monopiano situato sul retro di una palazzina senza creare particolari danni, poi spente subito dai vigili del fuoco. Sul posto erano presenti anche altre bombole di gas, che in quel momento erano utilizzate per alcune operazioni domestiche, come la bollitura di barattoli di pomodoro, con l’impiego  di un  fornello di grandi dimensioni.

Come detto, a restare ferite nell’esplosione sono 6 persone: si tratta di tre donne di 65, 72, e 73 anni e di tre uomini di 74, 45 e 49 anni. In base a quanto dichiarato dai vigili del fuoco, la bombola di gas (gpl) è esplosa colpendo le persone che si trovavano nelle immediate vicinanze.  La stessa bombola è stata proiettata a qualche decina di metri dal cortile dell’abitazione. Restano gravi le condizioni dei tre ustionati, trasferiti ieri pomeriggio nei centri di Milano, Pisa e Cesena. Le condizioni più critiche, come ribadisce l’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera in una nota, sono quelle di una delle tre donne rimaste vittima dello scoppio della bombola di gas, ustionata per l80% della superficie corporea. A tenersi in contatto con i vari centri Grandi Ustionati il prof. Luca Stingeni, che questa mattina assieme al Dr. Leonardo Bianchi ha proceduto alla valutazione delle condizioni degli altri feriti. Come previsto è stata trasferita con una autoambulanza del 118 la donna di 73 anni, che é stata stabilizzata e monitorata per 24 ore. La stessa, trasferita al  Sant’Eugenio di Roma, presenta “una vasta ustione di terzo grado profonda ai 2/3 del dorso, oltre a ustioni di secondo/terzo grado degli arti superiori e inferiori, per un totale di superficie ustionata pari al 25%”, come viene precisato dal stesso direttore della struttura di Dermatologia.Il quadro clinico dei due feriti tutt’ora ricoverati al Santa Maria della Misericordia viene definito soddisfacente dai sanitari. L’uomo di 49 anni  presenta ustioni di II/III grado al volto, arto superiore sinistro, tronco e arti inferiori per un totale del 25% della superficie cutanea. “L’arto inferiore destro presenta ustioni profonde e soprattutto per quest’ultimo aspetto – sottolinea il Prof. Stingeni – verrà valutata nell’arco delle prossime 24-48 ore la necessità di trasferire anche questo paziente in un centro grandi ustionati”. La situazione decisamente meno preoccupante riguarda il paziente di 74 anni che presenta ustioni più lievi e per una estensione inferiore (20%).

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Ultimo aggiornamento ore 13.46