Esercito e droni, il piano cinghiali non convince: "I cacciatori gli unici a contrastare la Psa"

Esercito e droni, il piano cinghiali non convince: “I cacciatori gli unici a contrastare la Psa”

Redazione

Esercito e droni, il piano cinghiali non convince: “I cacciatori gli unici a contrastare la Psa”

Ven, 26/07/2024 - 07:55

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Metodo e contenuti del Priu (il piano regionale umbro per il contenimento della Peste suina africana) non piacciono al presidente del Cpa, Angelo Liurni. Che “a differenza di Federcaccia, che ha dato un parere favorevole per l’esito dell’audizione” sull’eradicazione del cinghiale che si è tenuta in Seconda commissione regionale, esprime appunto la propria “insoddisfazione in merito ai modi di stesura e a molti contenuti del Priu che in alcuni casi è pura utopia”.

“Innanzi tutto – spiega Liurni – non credo che si possa gestire una specie invasiva come il cinghiale senza consultare le associazioni e i cacciatori, che comunque sono coloro che possono portare un contributo fattivo ai fini di gestione sia della specie che del territorio. E che – ricorda – nei panni di selecontrollori, bioregolatori, squadre di braccata dovranno attuare piani di controllo efficienti senza il bisogno dell’Esercito, per il quale hanno stanziato fondi assurdi e di sicuro inutili. Mentre cacciatori e Atc, sempre a a detta del commissario – prosegue Liurni – si dovranno munire di droni per i censimenti, scaricando poi i costi sulla gestione di altre tipologie di cacce e cacciatori. Che meritano la dovuta considerazione e rispetto in termini di gestione e ripopolamenti ad ora ai minimi termini per non dire assenti a causa delle spese dovute affrontare dagli Atc per danni da selvaggina. La caccia non è una concessione, come ha dichiarato Caputo. E’ sempre una scelta che ognuno fa a spese proprie e in questi casi molto utile alla collettività. E siccome per me la parola ‘rispetto’ ha il suo significato, gradirei fosse così anche per gli altri”.

Altra nota dolente a giudizio del Cpa è il periodo di prolungamento della stagione venatoria. “Che va fatto, certo, – evidenzia Liurni – ma molto oculatamente, per non mettere in conflitto il mondo venatorio e a disagio le squadre (che al momento la braccata hanno dato il maggior risultato in termini numerici di abbattimenti) che comunque si avvalgono sempre di cacciatori. Quindi, anche qui credo vada trovato un compromesso, perché, ripeto, il mondo venatorio per mezzo dei cacciatori è al momento l’unico metodo per contrastare la Psa, sia per competenze che conoscenza dei territori”.

“Poi ci sarebbe molto altro da discutere – aggiunge Liurni – quindi confidiamo che come sempre al tavolo indetto dall’assessore Morroni il 30 luglio la Regione molto consapevolmente si renda disponibile a chiarire questi e anche altri punti importanti contenuti nel Priu. Non meno importante è la gestione di altre specie critiche/opportuniste, come piccioni, storni, tortora dal collare e corvidi. Inserendole in preapertura, come ormai da anni altre Regioni fanno, di sicuro potremmo contenere i danni nelle aziende agricole e in genere per gli agricoltori, ormai bersaglio di continui costi aggiuntivi causati dalla gestione di tutte queste specie”. Per questo Liurni auspica che a questi incontri sia presente anche il mondo agricolto.

“Visto che il commissario Caputo in merito al cinghiale non ha rispettato il parere Ispra – conclude il presidente del Cpa dell’Umbria sulle deroghe – spero che la Regione faccia di conseguenza”.

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