“Dieci milioni di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1“. E’ un passaggio delle intercettazioni raccolte dalla guardia di finanza che da febbraio indagava sull’esame di italiano del calciatore uruguaiano Suarez, in attesa di ottenere anche il passaporto italiano.
Le intercettazioni della finanza
I militari della guardia di finanza hanno ascoltato docenti e personale amministrativo dell’Università per Stranieri di Perugia che parlava della preparazione del campione del Barcellona. In procinto, nei mesi scorsi, di passare alla Juventus. Acquisto però che la società bianconera aveva subordinato all’ottenimento dello status di cittadino comunitario.
Nelle intercettazioni si ride del livello approssimativo dell’italiano parlato da Suarez, nonostante le lezioni online. “Non coniuga i verbi” ride un insegnante. Fino alla frase in cui si afferma, appunto, che quel livello B1 è troppo importante per il calciatore visto il contratto milionario in ballo.
Il rischio giornalisti
Uno dei membri della commissione afferma di non avere problemi a mettere la sua firma sul voto finale. Però esprime preoccupazione sulla presenza dei giornalisti fuori dalla palazzina dove si svolgerà poi l’esame. Il timore è che i giornalisti gli facciano domande in italiano e che Suarez non sappia rispondere.
Anche per questo, forse, il calciatore del Barcellona è uscito dopo l’esame lampo (una quindicina di minuti) e senza togliersi la mascherina si è infilato nel taxi che lo ha riportato all’aeroporto San Francesco, dove un volo privato lo ha condotto a Barcellona.
Tra i cinque indagati anche la rettrice
Cinque le persone indagate dalla procura di Perugia, tra docenti e personale dell’amministrativo dell’Università per Stranieri di Perugia. Tra gli indagati anche la rettrice Grego Bolli: per gli inquirenti sapeva che l’esame era stato pilotato.
L’interesse della Juventus
Tra gli indagati non compare invece il calciatore del Barcellona. Nè, al momento, alcun personaggio dello staff della Juventus. Secondo quanto accertato dalla guardia di finanza, infatti, è stata la Juventus ad aver contattato l’Ateneo per far seguire il corso di lingua a Suarez e fargli sostenere poi l’esame di abilitazione necessario per l’ottenimento del passaporto.
La nota dell’Ateneo
Dall’Ateneo viene assicurato che tutto si è svolto in modo regolare: “In relazione agli accertamenti in corso – la nota diramata in mattinata – l’Università per Stranieri di Perugia ribadisce la correttezza e la trasparenza delle procedure seguite per l’esame sostenuto dal calciatore Luis Suarez e confida che ciò emergerà con chiarezza al termine delle verifiche in corso“.
L’esame “farsa”
Per la Procura di Perugia quello a Suarez è stato un esame “farsa”. Il campione sapeva già le domande che gli sarebbero state fatte.
Docenti e personale dell’Ateneo sanno della popolarità di Suarez e dell’interesse intorno al suo esame. “Ma te pare che lo bocciamo!” assicura la professoressa che lo aveva preparato. Informando che le domande d’esame sono state già concordate con il prof che lo esaminerà. Argomenti su cui l’insegnante deve preparare il campione perché “non spiccica na parola“.
“Non coniuga i verbi”
La sua insegnante si lamenta ancora, ridendo del livello del suo studente vip: “Non coniuga i verbi, parla all’infinito“.
E allora è necessario metterlo sul “binario” dell’esame, facendogli imparare quel che è possibile delle cose che, è stato concordato con chi lo esaminerà, gli verranno chieste.
Perché la prof di Suarez spiega, a proposito dell’esame: “Passerà. Perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1“. Concetto ribadito poco dopo: “Che fai, glielo fermi per il B1 cittadinanza? Cioè, voglio di’, fa’ ride’ no?“.
Il voto
Addirittura prima dell’esame il prof indica all’impiegata i voti che dovranno essere inseriti nel verbale. “Mi dici tu che voto ci dò e via” assicura l’impiegata. E la risposta del prof: “Brava, mettici il minimo eh“. Il 3, che basta a Suarez per il B1.
Il prof afferma di aver sentito la rettrice: “La linea è quella!“.
Cellulari e pc sequestrati
La guardia di finanza, su disposizione della Procura, ha provveduto al sequestro di cellulari e pc dei cinque indagati. Oltre naturalmente agli atti relativi all’esame incriminato