Refusi, errori di sintassi, gaffe, eccessi: sono molti gli sbagli che si possono commettere nel momento in cui ci si cimenta nella
redazione di un curriculum . A volte non si presta loro la dovuta attenzione, ma ai responsabili delle risorse umane delle aziende non sfugge niente, e anche l’imprecisione in apparenza più insignificante può decidere il destino di un candidato a una mansione di prestigio.
Niente errori di grammatica
Non si sottolinea mai abbastanza la necessità di evitare il pur minimo errore di grammatica all’interno di un curriculum vitae: ciò vale non solo nel caso in cui ci si candidi per lavorare in un’agenzia di comunicazione o in una casa editrice, ma anche in qualsiasi altro contesto. Il giudizio dei recruiter di frequente viene influenzato dal riscontro di errori di ortografia, che sono il segnale di una scarsa conoscenza della lingua italiana o, nel peggiore dei casi, di una certa sciatteria che finisce per compromettere la validità di un profilo lavorativo. Il controllo ortografico che viene svolto in automatico dal computer, e che evidenzia gli errori che devono essere corretti, da solo non è sufficiente: è essenziale, invece, rileggere il documento più di una volta, magari con l’aiuto di un’altra persona che potrebbe accorgersi di mancanze o sbagli che sono passati inosservati all’autore.
Mai dire bugie
Essere sempre sinceri: le bugie prima o poi vengono a galla, e non ha senso millantare competenze di cui non si è realmente in possesso. Ciò vale a maggior ragione nel caso delle conoscenze linguistiche , che sono le più semplici da verificare in occasione di un colloquio: meglio evitare brutte figure e non sostenere di essere esperti di ciò che in realtà non si conosce. Allo stesso modo, è importante essere sinceri a proposito del motivo per il quale le esperienze di lavoro passate si sono concluse.
Fare ordine nel curriculum (e nei propri pensieri)
Uno degli errori più frequenti tra quelli commessi da chi redige un curriculum consiste nel non essere precisi in relazione alle date di inizio e di fine di una certa esperienza di lavoro. Uno sbaglio di questo tipo può essere il frutto di una semplice distrazione o di vera e propria pigrizia, dovuta alla mancanza di voglia di mettersi in cerca di documenti e file. Eppure è essenziale essere il più possibile puntuali e corretti nella definizione del proprio percorso formativo. Le esperienze di lavoro devono essere elencate in ordine cronologico, possibilmente dall’ultima alla più vecchia, e per ognuna di esse occorre segnalare i dati di riferimento delle aziende presso le quali si è stati impiegati.
Attenzione alle foto
L’impiego di selfie è da evitare, così come non va bene ritagliare foto di sé stessi da immagini di gruppo. Se nel curriculum è necessario fornire una foto, questa non può che essere in formato