Categorie: Cronaca Terni

Eros Brega, Procura chiede rinvio a giudizio: peculato, calunnia e concussione per “Eventi Valentiniani” di Terni

Lu. Bi.

La procura della Repubblica di Terni aveva depositato lo scorso 12 novembre la richiesta di rinvio a giudizio di Eros Brega, presidente del consiglio regionale dell'Umbria (rieletto per il secondo mandato 2 giorni dopo, ndr). Le accuse nei confronti di Brega sono pesanti: peculato, falso ideologico, calunnia e concussione.
I fatti si riferiscono alla gestione degli “Eventi Valentiniani”; in particolare l'accusa di peculato è riconducibile a un periodo di tempo compreso tra il 2001 e il 2007, falso ideologico nel 2005, calunnia 2010 e concussione 2009-2001.
Peculato – l'accusa riguarda diversi episodi; partiamo dalla gestione dei fondi per gli “Eventi Valentiniani” 2001, quando Brega era assessore delegato. Secondo l'accusa Brega avrebbe disposto dei fondi pubblici per l'evento, all'epoca 625 milioni di lire, in modo personale e secondo il pm Elisabetta Massini: “il pagamento di fatture con atto abnorme e senza alcun riscontro della urgente necessità o utilità pubblica delle spese così determinate”.
Nel 2003, quando Brega era presidente dell'associazione “Eventi Valentiniani”, si sarebbe appropriato di circa 240mila euro, sempre secondo il pm: “spesi senza alcuna documentazione attestante la finalità della spesa e la sua attinenza agli Eventi valentiniani”.
C'è poi il pranzo elettorale del 2004 che Brega avrebbe pagato con i soldi dell'associazione; 896 euro per 56 coperti. Ancora nel 2004 risulterebbe un conto pagato in pasticceria, sempre con i soldi degli “Eventi”, quando in coincidenza della data della fattura, emessa il 05/05/2004, non risulterebbero evento in calendario. Sempre nel 2004 Brega si sarebbe appropriato indebitamente di 25mila euro “contributo europeo erogato dal Gal ternano con fondi Leader +”, come recita l'accusa.
Nel 2005 Brega si sarebbe appropriato di soldi destinati a una tipografia, circa 60mila euro, “facendo emettere a quest’ultima due note di credito a favore dell’associazione eventi valentiniani”, secondo l'accusa. Altri 780 euro sarebbero stati presi da Brega con una falsa fattura alla Tecnol 99.
Nel 2004 si parla di quasi 110mila euro divisi in 3 assegni, mentre nel 2005 altre 3 cene, 2 elettorali, per un valore complessivo di circa 8mila euro.
Al 2004 si riferiscono anche le accuse di aver pagato con i soldi dell'associazione, 6mila e 500 euro, il concerto in favore della Guardia di Finanza di Terni e di aver versato mille e 500 euro in favore di un prelato della Curia.
Il falso ideologico è invece contestato dall'accusa perchè Brega, e Porcacchia in concorso, avrebbe dichiarato falsamente al Dirigente del comune di Terni che alcune fatture erano riferibili alle spese per gli “Eventi”.
L'accusa di calunnia invece è per avere querelato “pur sapendola innocente” una utente del social Facebook per alcune frasi che la donna avrebbe riportato da un comunicato stampa del comune di Terni.
La concussione riguarda 2 episodi: il primo nel 2011, quando Brega, come presidente del consiglio regionale, avrebbe chiesto al comandante della Polizia Penitenziaria di Terni di fargli incontrare in carcere Leandro Porcacchia. Il secondo episodio riguarda presunte minacce a al titolare di un locale di versargli 5mila euro.
Brega e il suo legale, Manlio Morcella hanno sempre respinto tutte le accuse a carico del presidente del consiglio regionale che il 14 gennaio prossimo è chiamato all'udienza preliminare.
Il legale di Brega, Manlio Morcella, ha inviato una nota nel quale precisa che il presidente del consiglio comunale “mantiene inalterata fiducia nelle istituzioni”.
La nota integrale dell'avvocato – Dopo che di concerto, Ufficio di Procura ed Ufficio GIP, avevano respinto ben quattro richieste di incidente probatorio inoltrate dalla difesa per ottenere la ammissione di una perizia di natura tecnico-contabile, volta a fare chiarezza sui peculati – che poi, al piu’, sarebbero appropriazioni indebite prescritte – asseritamente consumati da Eros Brega, nell’ambito degli Eventi Valentiniani; dopo che l’ultima di tali istanze, in data 25.05.2012, veniva rigettata con la seguente motivazione:
“Considerato che sebbene la richiesta appaia ammissibile e rilevante alla luce delle puntuali contestazioni formulate dalla difesa del Brega, si ritiene opportuno attendere l’esito degli accertamenti disposti dal P.M., il quale ha preannunciato nel parere in atti un ridimensionamento o comunque una modificazione dell’originaria impostazione accusatoria, onde non sottoporre al perito temi di indagini che potrebbero rivelarsi inutili……”;
nel mentre il Comune di Terni, con delibera consiliare n.ro 277 del 26.11.2012 avvalorava il fondamento delle tesi difensive, inserendo le partite oggetto di addebito penale, fra le poste fuori bilancio, a conferma dell’essere qualificate le relative spese, come corrette e come inerenti alla predetta manifestazione, in quasi contestualità, veniva notificato all’indagato l’avviso conclusioni indagini. Che viceversa riproduceva pedissequamente la primigenia contestazione.
Il contrasto tra il contenuto della trascritta giustificazione per negare l’incidente probatorio, e la immutazione degli addebiti, nel Presidente del Consiglio Regionale destava dapprima stupore che si trasformava poi in pesantissimo disappunto, in ragione delle circostanze che sarebbero emerse e che appresso vengono elencate. A mero titolo esemplificativo. Ove la locuzione “a mero titolo esemplificativo”, deve essere doverosamente sottolineata.
L’esame delle copie dell’incartamento, messe a disposizione della difesa in modo tardivo ed irrituale, consentiva di apprendere che il pm, nel corso delle indagini, aveva disposto ben quattro consulenze, di cui le prime tre sviluppate sul quasi niente della documentazione contabile della associazione Eventi Valentiniani. Visto che il grosso della documentazione sarebbe affiorato solo nel marzo 2012, per l’opacissima causale di essere andata persa, nella fase di trasferimento della Confcommercio, dalla vecchia sede alla nuova sede.
Il rocambolesco rinvenimento della documentazione, verosimilmente in qualche modo favorito dall’entrata in scena del nuovo meritevole dirigente della Squadra Mobile di Terni, avrebbe spinto il pm procedente a chiedere ed ottenere una quarta consulenza, che si concludeva in die 5.9.2012 in questi termini
“Nella relazione depositata presso gli Uffici della Repubblica in data 20.01.2012 era stata rilevata la mancanza della documentazione giustificativa di alcune spese sostenute dalla Associazione Eventi Valentiniani. Alla luce delle fatture ricevute solo in data 30.03.2012 è stato possibile verificare l’inerenza di tali spese ad eccezione di quelle documentate dalle fatture che seguono…omisssis”
(sei fatture per € 6.660,00, d’assieme): quindi un peculato – meglio una appropriazione indebita – continuato/a, pari a qualche centinaia di migliaia di euro, veniva ridotto alla supposta residua ruberia pari a meno di circa € 7.000,00 complessive. Correlate a sei operazioni in uscita che di per se’ lunga la dicono sulla apprezzabilità della inchiesta.
Le scelte accusatorie che residuano, saranno contrastate a tempo debito, fermo rimanendo che, da un lato, la contestazione concernente la ipotetica concussione subita da un imprenditore, non risale al periodo in cui Brega era Presidente del Consiglio della Regione ed attiene ad accaduto soggetto a ben altra lettura; e che, d’altro lato, i residui addebiti non si ritengono degni di replica espressa.
Non sono stati rispettati i diritti della difesa, rilevato che a fronte della notifica dell’avviso di conclusioni indagini avvenuta il 15 ottobre 2012, solo in data 6.11.2012 sarebbero stati inviati per e.mail allo studio Morcella, molte delle copie che riguardavano il fascicolo delle indagini preliminari. Di talchè esclusivamente da quella data sarebbero potuti decorrere i 20 giorni entro i quali la difesa avrebbe potuto far valere le sue ragioni. Con la conseguenza per cui la udienza preliminare fulmineamente fissata per il 14 gennaio prossimo venturo, non potrà non importare una regressione degli atti all’Ufficio del pm. Per assicurare una obbligata rivisitazione dell’impianto accusatorio, nel rispetto del contraddittorio e per cosi’ contribuire a sanare la molteplicità delle inesattezze procedurali che annidano nella inchiesta, connotata in negativo da una serie di forzature di formidabile valenza, talune persino di stampo documentale. (Di esse si tratterà al momento opportuno).
Per l’intanto si preannuncia il deposito di due denunce per calunnia ed altro, a carico di due persone, una donna ed un sedicente tecnico contabile, sembrerebbe nemmeno officiato per lo scopo.
Purtuttavia, come uomo delle istituzioni, il Presidente del Consiglio Regionale tiene a dichiarare di mantenere inalterata la fiducia nella magistratura; nonché a ribadire la certezza della propria assoluta radicale estraneità, in relazione agli addebiti che gli sono stati mossi. Come lo sviluppo procedimentale/processuale della inchiesta non potrà non dimostrare.

© Riproduzione riservata