Il consiglio comunale di Foligno ha approvato all’unanimità la richiesta di avvio del procedimento di ‘inchiesta pubblica’ al Mase, in relazione al progetto di parco eolico presentato da Rwe per la zona di Monte Burano. Ieri il secondo consiglio comunale della nuova legislatura ha portato in aula l’atto sul quale si sono confrontate tutte le forze politiche, ritrovatesi d’accordo sull’eccessivo impatto del progetto nel paesaggio folignate.
Una volta deliberata la richiesta, arrivata da un Comune che conta più di 50mila abitanti, il Mase non potrà che avviarla, come disposto dall’articolo 24 bis del Codice Ambiente, in combinato con l’articolo 24 comma 3. Sarà una forma di consultazione del pubblico, che si dovrà concludere con uan decisione motivata, sentito il proponente.
Ad illustrare l’atto e il progetto, durante il consiglio, è stata la dirigente Anna Conti. Dieci gli aerogeneratori alti 200 metri che andranno ad impattare sulla zona di Monte Burano, fino a lambire l’area di Plestia. L’istanza è stata trasmessa al Mase a maggio e il 4 luglio è stato pubblicato l’avviso pubblico, dando il via ai giorni entro i quali sarà possibile presentare osservazioni. Diego Mattioli (Foligno in comune) ha evidenziato come la Regione debba individuare le aree idonee o meno. E poi, al netto dell’accordo sull’inchiesta pubblica e qualora il progetto arrivi comunque a realizzazione, sia necessario valutare il ripristino del sito dopo la realizzazione e il fine vita delle strutture, oltre agli effettivi benefici sul territorio. Critico nella gestione del dossier Giorgio Gammarota (Pd): “Mi domando perché Gualdo Tadino, Trevi e Valtopina e Nocera sia più di un anno che rendono partecipi i cittadini della problematica. L’amministrazione non ha mai sollecitato la Regione a definire le aree idonee al posizionamento degli impianti eolici”.
David Fantauzzi (M5S) ha evidenziato la differenza di approccio sulle opere impattanti: “Siamo d’accordo sul proteggere le caratteristiche del territorio, ma questa non è l’unmica opera impattante. Nella zona di Plestia sta per essere realizzato il metanodotto Brindisi – Minerbio, un tubo a 5 metri di profondità e con un’area di servitù di 40 metri”. Anche da Fantauzzi il richiamo alla Regione sulla definizione delle aree idonee. Il capogruppo della Lega, Marco De Felicis, ha ringraziato il sindaco per la “tempestività dell’intervento” e ha detto di voler fermare “la corsa allo stupro del territorio” che è iniziata. “Bene l’inchiesta pubblica”, ha detto Mauro Masciotti (Foligno domani) richiamando anche alla partecipazione di tutti i progetti impattanti con l’eolico che coinvolgeranno il territorio. La capogruppo di Patto, Maria Frigeri ha presentato un emendamento all’atto per chiedere al sindaco di impegnarsi anche nella transizione ecologica. Emendamento ritenuto irricevibile dalla presidenza del consiglio.
Nel merito del progetto, la capogruppo Fdi Valentina Gualdoni ha evidenziato come esigui i vantaggi per il territorio, dalle maestranze assunte per la manutenzione fino all’energia che non resterebbe sul territorio. Mentre ha aperto alla partecipazione e alla predisposizione di un progetto di energie rinnovabili per le comunità. Favorevole all’inchiesta pubblica anche Masciotti, che ha evidenziato i tanti progetti di eolico sul territorio della dorsale appenninica. Favorevoli al procedimento anche gli altri capigruppo di maggioranza Barbara Di Nicola (Fi), Federica Piermarini (Più in alto) e Nicola Badiali (Zuccarini sindaco).
“L‘amministrazione comunale questo impianto non lo vuole – ha scandito il sindaco Stefano Zuccarini – Lo riteniamo incompatibile con il nostro paesaggio. Credo di averlo detto pubblicamente, non siamo contro il green ma sono contro le follie dell’eccessivo green. La decarbonizzazione, i disastri immaginati sui cambiamenti ambientali: sono il modo di un certo mondo per farci inghiottire tante cose. L’amministrazione ha preso una decisione politica chiara, l’ha sostanziata. Domani (oggi, ndr) in giunta approveremo un parere conseguente e questo farà. Queste sono politiche nazionali, che abbiamo ereditato da Draghi. L’amministrazione è stata tempestiva, quando ne è venuta a conoscenza del problema”.