L’Umbria non dimentica Enzo Baldoni, il giornalista umbro ucciso nel 2004 in Iraq, dopo essere stato rapito da un gruppo di estremisti islamici. Il 26 agosto, data della sua morte, cadrà dunque il 20’ anniversario.
L’anno scorso Articolo 21 ed i suoi presìdi umbri di Gualdo Tadino ed Orvieto avevano annunciato che si sarebbero fatti promotori di una campagna per ricordare degnamente Enzo Baldoni, giornalista freelance, nella sua terra d’origine intitolandogli una panchina, una strada, una pietra d’inciampo per “non dimenticare” chi ha pagato con la vita il suo impegno professionale; per il momento è in realtà in programma – fa sapere Giuseppe Giulietti – un incontro online per ricordarne la figura, che si terrà proprio il 26 agosto.
In Iraq come giornalista freelance e per portare aiuti umanitari con la Croce Rossa nella zona di Najaf, Enzo Baldoni – originario di Città di Castello, residente a Milano e legato alla zona di Preci dove viveva la famiglia – venne rapito a Latifiya nell’agosto 2004. Dopo un ultimatum all’Italia per il suo ritiro di tutte le truppe entro 48 ore, venne ucciso. All’epoca l’Italia era parte della coalizione internazionale che invase l’Iraq: l’obiettivo principale dell’invasione era la deposizione di Saddam Hussein, la cui cattura poi avvenne nel 2003.
La salma di Enzo Baldoni venne ritrovata solo dopo mesi e i funerali vennero celebrati nel 2010, dopo che le sue spoglie tornarono in Italia grazie ad un intervento degli 007 dell’Aise e dei Ros: “Dopo sei lunghi anni è arrivato il momento di celebrare il funerale di Enzo – scriveva all’epoca la moglie Giusi Bonsignore nella lettera pubblicata da La Nazione -. Non sorprendetevi se si svolgerà in chiesa. Certo, Enzo non era credente, ma aveva un profondo amore e rispetto per il suo babbo, che farebbe molta fatica a pensare ad un altro tipo di cerimonia. Siamo anche noi profondamente convinti che sia la cosa giusta. E anche Enzo metterebbe il suo babbo al primo posto“.