Entro il mese di aprile verrà messo a punto un nuovo piano di gestione del cinghiale in Umbria, saranno adottate nuove strategie per incrementare gli abbattimenti e facilitare la drastica riduzione della specie laddove la presenza è incompatibile con l’attività agricola. Questo l’annuncio fatto in Consulta faunistico-venatoria dall’assessore Roberto Morroni, che ha indicato sin dall’inizio del suo mandato nel contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica una delle priorità per venire incontro alle esigenze degli agricoltori e per limitare i rischi sulle strade della regione.
Le squadre di cacciatori pronto intervento
Gli Atc, sollecitati ad incrementare gli abbattimenti, potranno organizzare interventi sempre più incisivi venendo incontro alle esigenze degli agricoltori che saranno agevolati anche nella possibilità di intervenire direttamente, qualora in possesso di licenza di caccia. In particolare, si pensa di predisporre una squadra di intervento di 7 cacciatori, che saranno chiamati nei casi di avvistamenti di cinghiali in luoghi pericolosi, vicino alle strade (come avvenuto sulla Ss75 nei pressi di Spello, in Altotevere e nei giorni scorsi sulla strada Settevalli), ferrovie o qualora si ripresentasse un’emergenza all’aeroporto.
Gli ambientalisti
Il responsabile umbro delle guardie del Wwf, sauro Presenzini, ha mandato messaggi chiari in questi giorni: la caccia è la causa del proliferare dei cinghiali in Umbria, non la soluzione. Ed ha ricordato come l’incremento del numero dei cacciatori che praticano questo tipo di caccia aumenti anche i rischi di gravi incidenti.
Posticipare la caccia al cinghiale
Ovviamente sono allo studio anche altri interventi che nella sintesi della presentazione preliminare sono stati omessi. Tra questi, in particolare, c’è l’idea di posticipare di un mese l’inizio della caccia al cinghiale, facendola slittare al primo novembre.
Filiera delle carni di selvaggina
L’assessore intende anche facilitare lo sviluppo della filiera delle carni di selvaggina per perseguire obiettivi economici e di sanità. Per ultimo ha evidenziato come alcuni interventi saranno mirati per le aree a Parco.
Soluzioni che l’assessore Morroni ha prospettato dopo aver svolto prima un ciclo di incontri con le associazioni agricole, venatorie ed ambientali oltre che con gli Atc (Ambiti territoriali di caccia). E che trovano il plauso di Confagricoltura Umbria, che pochi giorni prima della Consulta faunistico-venatoria aveva avuto un confronto con l’assessore sulle azioni per “contemperare la sicurezza e la salvaguardia del legittimo lavoro degli imprenditori”.
Emergenza cinghiali: spostare di un mese la stagione di caccia e una squadra di pronto intervento
Confagricoltura Umbria, per voce del presidente Fabio Rossi, applaude quindi alla “disponibilità e la determinazione dell’assessore che già, quando era all’opposizione, si era mostrato molto sensibile nel momento in cui avevamo presentato diffida alla Regione Umbria”. Una diffida – ricorda ancora Rossi – inviata a fronte “di un grave inadempimento agli obblighi previsti dalla legge da parte degli enti preposti” e affinché la Regione predisponesse, senza indugio, piani finalizzati alla riduzione delle specie dannose sul territorio regionale.
Le squadre nel mirino
Nel dibattito sulla proliferazione dei cinghiali in Umbria spesso sono finite nel mirino le squadre dei cinghialisti, accusate di non essere riuscite a contenere le specie nelle aree assegnate o addirittura, in alcuni casi, additate come causa dell’incremento di specie non autoctone, importante all’Est Europa e dell’Asia.
Anche per questo l’assessore Morroni, venendo incontro alle richieste di agricoltori e allevatori, vuole maggiormente responsabilizzare gli Atc.
Il nuovo corso
Ora attraverso questo nuovo step, pur volendo salvaguardare il diritto dell’esercizio venatorio, l’assessore regionale chiarisce la necessità di dare risposte in via prioritaria a chi esercita una attività economica sul territorio, ossia gli agricoltori e ai cittadini, la cui incolumità nel transito stradale è messa sempre più a rischio per il proliferare senza controllo soprattutto di cinghiali e che, inoltre, possono essere anche veicolo di diffusione della peste suina.
“Nel voltare concretamente pagina ha informato le associazioni agricole – commenta ancora Rossi – di voler dare risposte fattive ad un problema sino ad oggi lasciato senza controllo”.
Le proposte di Confagricoltura
Confagricoltura ricorda le proprie proposte con l’obiettivo di delineare un quadro più completo possibile in merito alla questione della fauna selvatica in Umbria, dai danni provocati all’agricoltura fino alla sicurezza: applicare la normativa vigente in materia di Fauna selvatica (legge regionale 17 del 29 luglio 2009) ed impegnarsi ad avviare azioni efficaci per contenere i danni alle produzioni agricole; assegnazione delle aree in merito ad una mappatura del territorio regionale, in zone vocate e non vocate alla caccia collettiva al cinghiale, più adeguata alla situazione attuale; attenzione alla lesione dei diritti di proprietà, visto che oltre ai danni all’agricoltura e all’ambiente si aggiungono i danni alle persone e alle strutture; agire per evitare il rischio di incidenti per aggressione di selvatici in zone rurali marginali, per evitare una limitazione di sviluppo economico con conseguente spopolamento del territorio.
L’appello alla coesione e alla concretezza
“Ringraziamo l’assessore per la piena disponibilità dimostrata dalla Regione per risolvere le problematiche, sia quelle più attinenti al mondo agricolo ma anche quelle di sicurezza sociale che inevitabilmente si legano” afferma il presidente Rossi. Per Confagricoltura quindi serve piena collaborazione in materia e lo sforzo di tutti, dai sindacati del mondo agricolo ai rappresentanti dei consorzi e delle cooperative fino alle istituzioni preposte, per prevenire i danni al patrimonio agricolo forestale e i rischi di natura sanitaria. Tutti temi molto caldi e sentiti e non solo dagli imprenditori agricoli tutelati dalle organizzazioni di categoria. “Serve una soluzione concreta e condivisa e questo ultimo incontro durante la Consulta faunistico-venatoria ci pare un bel punto di partenza” sottolinea infine Rossi.