Perugia

Ennesimo incidente, si invoca il Nodo, sul quale ora lo scontro è per gli alberi

L’ennesimo incidente nella mattinata di mercoledì sul tratto della E45 tra Ponte San Giovanni e Collestrada ha bloccato l’arteria, trasferendo, come di consueto, gran parte della viabilità locale sulle strade interne. Come dimostrano le foto pubblicate dal comitato Chi salverà Ponte San Giovanni?’, che invoca il rapido inizio dei lavori per realizzare la variante denominata Nodo di Perugia, iniziando dal primo stralcio, per il quale c’è il progetto approvato.

Nodo, la polemica sugli alberi

Sulla variante stradale, però, prosegue il fuoco di comitati e associazioni contrari. L’ultima polemica è quella relativa all’allarme per i 2mila alberi che si dovrebbero abbattere nella ZPS di Collestrada. Una notizia che l’assessore regionale Enrico Melasecche respinge come “false” e parla di tentativo di strumentalizzare anche la figura del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Melasecche contro gli “irriducibili” oppositori

L’assessore Melasecche attacca comitati e associazioni che criticano l’opera su vari fronti: “È tempo ormai delle decisioni ed appare antidemocratica la pretesa di un nucleo di irriducibili che ha la pretesa di imporre il proprio generico quanto variegato punto di vista contro la decisione delle istituzioni elette dal popolo di chiudere con la fase storica dei tentennamenti e della mancata assunzione di responsabilità”.

“Guerriglia” per “interessi di vario tipo”

L’assessore parla di “piccole e grandi bugie” per contrastare l’opera, da parte di “soggetti che in alternativa reale propongono solo un negazionismo vuoto di progetti”. Segno, a giudizio di Melasecche, che dietro questa “guerriglia di parole” ci sono “interessi di vario tipo”. E si chiede: “Come mai solo e soltanto in questo caso e non nei non pochi altri cantieri, anche importanti, anche ferroviari, sparsi per l’Umbria e che stiamo per aprire c’è questo accanimento terapeutico?”.

“Una parte di costoro – prosegue l’assessore – sostengono addirittura, c’è da dubitare della loro buona fede, una ridicola bretella della lunghezza di 20 km, irrealizzabile, pari al triplo di consumo di suolo, con tempi di percorrenza, inquinamento e costi di realizzazione triplicati, in evidente contrasto con i principi ispiratori più elementari della tutela ambientale. Altri continuano a gridare al cielo la tutela del borgo antico di Collestrada, ma sono proprio gli stessi che hanno cementificato la collina, salvo addirittura alcuni che sono riusciti ad ottenere una lottizzazione da parte del Comune di Perugia, incredibile ma vero, a ridosso immediato dell’antico campanile, mistero glorioso su cui l’attuale amministrazione del Comune di Perugia dovrebbe per necessità di trasparenza chiarire finalmente come sia potuto accadere, quando e ad iniziativa di chi, con quali pareri della Soprintendenza dell’epoca. Coloro che amano realmente il borgo, bellissimo e da preservare, ma anche i due consiglieri comunali che si sono astenuti, appartenenti al M5S ed alla sinistra civica, dovrebbero essere i primi a chiedere trasparenza su tale lottizzazione perché appare viceversa singolare la cappa di silenzio che regna nell’accertare le ragioni di tale anomalia, valutando, se del caso, il ripristino di una tutela indispensabile da una lottizzazione prepotente quanto problematica. La coerenza fra gli obiettivi dichiarati e quelli perseguiti è regola di base in una comunità che intende ribadire i valori in cui crede”.

L’iter progettuale

Melasecche interviene tecnicamente sulla questione alberi, l’ultima, in ordine di tempo, sollevata da chi si oppone al Nodo. Ricordando l’iter progettuale del primo stralcio, da Collestrada a Madonna del Piano. “Il progetto definitivo di questo tratto, che in questi tre anni di lavoro intenso abbiamo finalmente in mano – ricorda – è stato elaborato, partendo dal precedente progetto preliminare che ha ricevuto parere ambientale favorevole con prescrizioni, nel più rigoroso e stringente rispetto delle vigenti normative ambientali, paesaggistiche e forestali ed in piena coerenza con le norme procedurali tutt’ora vigenti, mantenendo lo stesso corridoio a suo tempo autorizzato e riconosciuto dalla pianificazione territoriale ai vari livelli, apportando tutte le necessarie migliorie tecniche per rispondere alle suddette prescrizioni”.

“Piuttosto – aggiunge l’assessore – appare incredibile che l’istruttoria relativa alla delibera che portò la giunta Marini alla trasformazione da SIR, a SIC, da sito di interesse regionale a comunitario, dell’area centrale di cui si parla, abbia ignorato in modo grave l’avvenuta approvazione nel frattempo del progetto preliminare del I stralcio, non mettendo la Giunta regionale di allora nelle condizioni di giudicare in modo obiettivo la decisione che andava a prendere”.

“Dal punto di vista procedurale – prosegue Melasecche – il progetto è stato sottoposto a verifica di ottemperanza alle prescrizioni ambientali imposte unitamente al parere favorevole ai fini della Valutazione di Impatto Ambientale. Sempre in ambito procedurale, lo stesso progetto è stato sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale in riferimento alle aree naturali protette in situ e, in adesione al principio di cautela, è stato addirittura sottoposto a verifica di screening di Incidenza Ambientale anche il piano di indagini geognostiche eseguite in maniera propedeutica allo sviluppo del progetto definitivo. Ciò a riprova della costante, assoluta e vigile attenzione data alle tematiche ambientali”.

I 2mila alberi

Per quanto attiene, più nello specifico, la questione sollevata circa la presunta “sottrazione di 2.000 esemplari di alberi nella parte centrale della Zona Speciale di Conservazione del Bosco di Collestrada”, Melasecche replica che tale affermazione è falsa. “Primo – argomenta – in quanto le lavorazioni non interessano affatto la parte centrale di tale Zona Speciale, intesa come la parte caratterizzata dalla presenza degli habitat naturali oggetto di specifica tutela, quanto il perimetro amministrativo più marginale della Zona di Conservazione caratterizzata in buona parte da vegetazione artificiale dovuta a recente rimboschimento. La parte interessata da habitat non verrà interferita dalle lavorazioni proprio perché il progetto è stato elaborato per svilupparsi completamente in galleria naturale al di sotto di tali aree (come da prescrizione) e sono state approfonditamente studiate ed analizzate le caratteristiche pedologiche dei suoli nonché della falda acquifera al fine di verificare la non sussistenza di potenziali impatti negativi indiretti sugli habitat soprastanti. Secondo – prosegue – l’estensione e tipologia delle superfici coperte da vegetazione sono state dettagliatamente studiate dal punto di vista botanico e stimate tratto per tratto lungo l’intero tracciato, fino ad individuare in modo certosino i singoli esemplari protetti, esattamente 132, che saranno tutti rigorosamente preservati e reimpiantati ai sensi della vigente normativa forestale regionale”.

La galleria artificiale

Melasecche assicura inoltre che la sottrazione di vegetazione necessaria per realizzare la galleria artificiale (con “metodo Milano”, metodologia realizzativa sviluppata ed adottata proprio in contesti sensibili in ragione specificamente della minimizzazione degli impatti ambientali) risulta “di carattere assolutamente temporaneo”, in quanto al termine delle lavorazioni dovrà esserci il reimpianto di vegetazione anche in misura superiore alla precedente.

Studi e autorizzazioni

In linea generale, va detto con assoluta chiarezza – prosegue Melasecche – che a supporto delle scelte e delle soluzioni progettuali e tecniche, sia pensando all’opera nella sua configurazione finale di esercizio, sia nella fase di realizzazione, è stato elaborato un vastissimo ed approfondito apparato conoscitivo che riguarda gli aspetti geognostici, idraulici, sismici, paesaggistici, forestali, acustici ed atmosferici. In ultimo, per onestà intellettuale, si ricorda che sul progetto definitivo sono state avviate le procedure previste per detta fase dalla Legge Obiettivo. Inoltre, in considerazione delle caratteristiche ambientali dei luoghi, l’ANAS ha ritenuto opportuno integrare alla Verifica di Ottemperanza la tanto richiamata VINCA”.