Terni

Ennesima rissa al carcere di Terni poi detenuto si toglie la vita. Garante chiede intervento Procure e Regione

Ennesimo grave episodio all’interno del carcere di Terni con un esito purtroppo tragico. Dopo una violenta rissa tra detenuti stranieri, uno di loro si è tolto la vita mentre era in attesa di essere trasferito a Perugia. Ancora momenti di follia, dunque, nei penitenziari dell’Umbria, con quello di Sabbione che da tempo ormai è una vera e propria polveriera. E’ per questo che i sindacati tornano ad insorgere sulla gestione delle carceri, puntando il dito non solo contro il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ma anche i vertici dell’istituto di reclusione ternano. Mentre alza la voce pure il garante dei detenuti, l’avvocato Giuseppe Caforio, che chiede l’intervento delle Procure della Repubblica interessate ma anche della Regione, ed in particolare del consiglio regionale, chiedendo che venga convocata una seduta dell’assemblea sul tema.

A ricostruire quanto accaduto sabato pomeriggio a Terni – con la rissa tra quattro detenuti che ha comportato anche il ferimento di quasi una decina di agenti – sono il Sappe e la Fp Cgil polizia penitenziaria.

La ricostruzione della rissa fatta dal Sappe: “violenze annunciate”

Il segretario umbro del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Fabrizio Bonino, spiega che “nella serata di ieri, una rissa tra detenuti di origine nord africana mette in subbuglio un’intera sezione nel padiglione della media sicurezza. I quattro, presumibilmente ubriachi, prima hanno discusso tra di loro e poi, all’intervento della Polizia Penitenziaria, hanno aggredito i colleghi con schiaffi e pugni, lanciandogli contro qualsiasi tipo di oggetto, perfino bombolette del gas e addirittura maglie insanguinate. Dopo qualche ora e grazie alla professionalità il personale, rientrato in servizio in un sabato pomeriggio che poteva essere dedicata alla famiglia, è riuscito a riportare la calma”. Calma che è durata poco: uno degli autori della rissa, infatti, mentre era stato spostato in una cella per venire poi trasferito al carcere di Perugia Capanne, si è tolto la vita. A nulla sono valsi i soccorsi. Bonino parla di “violenze annunciate” visto che le continue grida d’allarme del Sappe continuano a rimanere inascoltate dai vertici istituzionali. Ma ricorda anche come accanto a detenuti violenti, ce ne sono altri che si dissociano da essi “e cercano nello studio e nel rispetto reciproco la loro ragione di vita”. 

Di situazione allarmante parla anche il segretario generale del Sappe, Donato Capece, che suggerisce: “Servono risposte ferme da parte del DAP, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione. Quel che è accaduto a Terni testimonia una volta di più l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenta.

Fp Cgil chiede rimozione del direttore e del comandante

A puntare il dito contro i vertici del carcere di Terni dopo la rissa di sabato è invece la Fp Cgil Polizia penitenziaria. Con il rappresentante nazionale Mirko Manna che evidenzia come “durante la rissa sono rimasti feriti quasi una decina di Poliziotti intervenuti per separare i gruppi e un detenuto è riuscito a ferire ad un braccio con una lametta il Vice Comandante che era intervenuto subito per coordinare l’intervento dei Poliziotti. L’aggressore però era ben determinato ad arrecare ferite ben più gravi. La rissa è stata fermata solo con l’uso legittimo della forza altrimenti le conseguenze per i Poliziotti e i detenuti sarebbero state ben più gravi”.Dichiariamo – aggiunge – lo stato di agitazione per il carcere di Terni. Nel penitenziario si sono verificati decine di eventi critici con ben cinque decessi/suicidi quest’anno da parte di detenuti ristretti nel carcere ternano”.

Valentina Porfidi, segretaria generale di Terni del sindacato di categoria, aggiunge: “Direttore e Comandante del carcere di Terni rivestono i loro rispettivi incarichi da svariati anni. E’ indispensabile un avvicendamento immediato. Sarà compito dell’Amministrazione penitenziaria valutare eventuali responsabilità e i disordini che si susseguono ormai con una preoccupante escalation, ma è chiaro che il prolungarsi per tanti anni di incarichi al vertice di un istituto penitenziario così delicato come quello di Terni, non è una buona prassi”.

Chiediamo un incontro urgente con il Capo Dipartimento – conclude Manna – anche per discutere della gestione dell’intero Provveditorato dell’Umbria – Toscana, dove il Provveditore in carica si rifiuta di spostare i detenuti dopo che abbiano commesso eventi critici ed aggressioni ai Poliziotti penitenziari”.

Garante dei detenuti invoca l’intervento di Procure e Regione

L’ennesima rissa e l’ennesimo decesso all’interno del carcere di Terni provoca la presa di posizione anche del garante dei detenuti dell’Umbria, l’avvocato Giuseppe Caforio. Che parla di “ormai solita rissa conclusasi con l’ultimo suicidio in ordine di tempo”. “Il tempo dell’attesa è finito – dice il garante – e non si può continuare a scaricare le gravi inadempienze del sistema carcerario sulla polizia penitenziaria ridotta all’osso e senza strumenti adeguati per affrontare queste situazioni”. Parla quindi di morti che “sono sulla coscienza di tanti” ed invoca per questo l’apertura di fascicoli da parte delle Procure territorialmente coinvolte “per accertare se a monte nell’organizzazione vi siano responsabilità penalmente rilevanti”. Dicendosi anche pronto a presentare un dettaglio esposto.

Non solo: Caforio sostiene che “la politica deve affrontare il tema in modo serio e propositivo e per questo chiedo che il Consiglio regionale dedichi una seduta al tema delle carceri umbre partendo dai problemi sanitari per finire alla attivazione vera e immediata delle agognate Rems”. Quindi la richiesta al Dap di trasferire fuori dall’Umbria almeno 200 detenuti, “di cui 100 da Terni che somiglia sempre più ad una polveriera”. Mentre auspica che il ministero integri il personale della polizia penitenziaria.