Uno studio cartografico analitico e rigoroso che definisce i vincoli ambientali e le aree idonee e non idonee nel territorio di Spoleto per l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. È quanto presentato nei giorni scorsi a Palazzo Comunale nel corso di un incontro che ha visto partecipare il vicesindaco con delega alle politiche ambientali ed energetiche Stefano Lisci, l’assessore all’urbanistica Juri Cerasini, tecnici del Comune e diversi rappresentati delle Associazioni cittadine (Città nuova, Cittadinanza Attiva, Confindustria e Italia Nostra). Incontro conseguente ad un prima riunione con le stesse associazioni prima delle definizione delle cartografie.
Un lavoro svolto dal gruppo tecnico istituito dal Comune di Spoleto in collaborazione con l’’Università di Perugia Dipartimento di Ingegneria e Dipartimento di Biologia ambientale che è durato diversi mesi e che è stato nei giorni scorsi consegnato in Regione come osservazione alle cartografie del regolamento regionale. I dettagli del documento, che verrà partecipato nei prossimi giorni ai capigruppo del consiglio comunale, verranno presentati più dettagliatamente nel corso di una conferenza stampa che sarà indetta la prossima settimana.
“È stato un incontro particolarmente proficuo – ha detto l’assessore Stefano Lisci – perché il feedback che abbiamo avuto dalle associazioni è stato positivo. Questo studio planimetrico è stato pensato infatti per dotarci di tutti gli strumenti urbanistici più rigorosi che vanno nella direzione della tutela del nostro patrimonio ambientale e che al contempo ci consentano di mettere in campo azioni strategiche e meditate per lo sviluppo sostenibile”.
“L’articolo 12 della Disciplina regionale per l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili – spiega l’assessore all’Urbanistica Juri Cerasini – consente ai Comuni ed alle Province di presentare alla Regione una motivata proposta, più articolata e analitica, per tutelare al meglio il proprio territorio e il patrimonio ambientale. La nostra è una proposta particolarmente rigorosa grazie anche ad un piano regolatore molto aggiornato con le normative vigenti. Il risultato è che abbiamo proposto alla Regione una situazione molto più restrittiva rispetto al quadro regionale”.