Spoleto

Emergenza urgenza a metà, ma ospedale Spoleto diventa sede corsi Usl 2

L’emergenza – urgenza all’ospedale di Spoleto è garantita di fatto a metà (vista l’assenza di personale, cardiologi in primis), ma intanto il San Matteo degli Infermi diventa sede di corsi di formazione in tale ambito medico. Utilizzando così l’area della riabilitazione cardiologica (che comprende anche una utile palestra), praticamente vuota da oltre un anno e mezzo.

La Direzione Strategica della Usl Umbria 2 ha infatti – viene annunciato in una nota – individuato il presidio Ospedaliero “San Matteo degli Infermi” di Spoleto quale sede per lo svolgimento di corsi di base ed avanzati nell’ambito della gestione dell’emergenza urgenza. Tali corsi sono rivolti a personale sanitario interno, a quello di altre aziende sanitarie ed a personale esterno quale quello della Protezione Civile e di altri servizi convenzionati.

I corsi dell’emergenza urgenza nella sede della Riabilitazione cardiologica

In parte dei locali del servizio di Riabilitazione Cardiologica – spiega l’Usl – è in avanzata fase di allestimento un’area dotata delle più moderne attrezzature, quali manichini simulatori ad alta fedeltà, ambienti di simulazione clinica e di strumenti didattici di ultima generazione atti a consentire l’effettuazione permanente di corsi di emergenza urgenza, con particolare riferimento al soccorso di soggetti colpiti da arresto cardiocircolatorio improvviso (morte improvvisa). Tali corsi spaziano da corsi di base quali BLSD-PBLSD che prevedono l’acquisizione di manovre di base e dell’utilizzo del defibrillatore semiautomatico (DAE) nelle emergenze-urgenze dell’adulto e del paziente pediatrico, così come di corsi avanzati ACLS/PALS rivolti specificamente al personale sanitario.

Gallina: “Indispensabile formare il personale”

Il progetto è curato dal servizio Formazione, Comunicazione e Relazioni Esterne dell’Azienda Usl Umbria 2 diretto dalla dottoressa Maria Stefania Gallina, impegnata in questi giorni nel concreto e definitivo completamento del progetto. In tale contesto è anche prevista una collaborazione con la PROCIV per l’addestramento specifico rivolto al personale che opera, in questa fase, nei punti vaccinali.

“L’arresto cardiaco improvviso – spiega la responsabile del servizio di Formazione Aziendale dr.ssa Maria Stefania Gallina – è una delle principali cause di morte in Italia colpendo circa 1 cittadino ogni mille abitanti/anno. Per tale motivo diventa indispensabile e non più procrastinabile formare ed addestrare tutto il personale, sanitario e non, che si trova ad operare sul territorio e che insieme ai professionisti delle strutture sanitarie extra ed intraospedaliere, vanno a costituire una rete diffusa e capillare di primo soccorso, fondamentale per salvare vite umane. Al termine del corso l’operatore riceverà un attestato della durata di due anni che certificherà l’acquisizione delle conoscenze teoriche e delle abilità pratiche, quali l’esecuzione di manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP) e dell’utilizzo del defibrillatore semiautomatico (DAE). Successivi e indispensabili aggiornamenti biennali sono previsti per il rinnovo della certificazione. L’intervento precoce e corretto nei confronti di pazienti colpi da “morte improvvisa”, rappresenta a tutt’oggi l’elemento cardine per aumentare in maniera significativa le possibilità di sopravvivenza di questi soggetti, da qui l’importanza fondamentale di erogare tali corsi al maggior numero di persone possibile”.

Il nuovo bando per cardiologi

Un progetto importante, dunque, che mira a garantire l’assistenza alla popolazione sul territorio. Che tuttavia non colma le lacune attualmente esistenti nell’ospedale di Spoleto quale presidio dell’emergenza – urgenza ma dove in realtà non vengono garantiti tutti i servizi ad esso correlati. Basti pensare al problema annoso della Cardiologia, esistente da prima dell’emergenza Covid. Mancano infatti i cardiologi ed a nulla sono valsi i bandi fatti finora dall’Usl 2. A Spoleto sembra che non vogliano venire nemmeno gli specializzandi, almeno da quanto emerge dagli atti dell’azienda sanitaria. Ora ci si riprova con un nuovo bando, pubblicato il 10 settembre, congiunto per Usl 1 e 2. Si cercano 9 cardiologi a tempo indeterminato e di questi ben 3 saranno destinati al San Matteo degli Infermi. Sperando finalmente di risolvere il problema.

De Fino: Spoleto Dea di primo livello

Una questione a cui non fa cenno il direttore generale Usl 2 Massimo De Fino, pur ricordando che ufficialmente il San Matteo è un ospedale Dea di primo livello, limitandosi a commentare i corsi formativi.

De Fino

“Ribadendone la centralità e l’importanza quale DEA di primo livello, abbiamo individuato l’Ospedale di Spoleto quale sede permanente per lo svolgimento di tali fondamentali attività – spiega De Fino – con l’obiettivo di proseguire sulla strada del potenziamento della rete diffusa di soccorso e di primo intervento. Un percorso che riteniamo strategico ed intendiamo realizzare con il massimo impegno attraverso una formazione avanzata del personale, una forte proiezione all’esterno , un programma strutturato per l’addestramento con utilizzo delle più moderne tecnologie, quali manichini simulatori con elevatissima capacità di riproduzione di situazioni cliniche reali, ambiti di macrosimulazione sanitaria, possibilità di e-learning avanzata , costante misurazione dei risultati ottenuti”.

(Nella foto di repertorio l’inaugurazione della palestra della Riabilitazione Cardiologica di Spoleto)