Di fronte all’emergenza Covid è tecnicamente fattibile il prolungamento della caccia collettiva al cinghiale. Questo il parare dell’Ispra in risposta al quesito della Regione Lombardia, che aveva chiesto la legittimità di un provvedimento per prolungare al 31 gennaio 2021 la caccia al cinghiale in relazione alle misure restrittive nazionali per il contrasto al Coronavirus.
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“Considerato il blocco delle attività e degli spostamenti attuato in Regione Lombardia secondo quanto previsto dalle misure nazionali di contrasto alla diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 – si legge nel parare dell’Ispra – e considerato altresì che l’estensione del periodo di prelievo in caccia collettiva del cinghiale al 31 gennaio 2021 appare coerente con l’attuale quadro normativo, si ritiene tecnicamente accettabile il posticipo al mese di gennaio del termine del periodo di prelievo caccia programmata ove fosse stata autorizzata fino al 31 dicembre 2020. Ciò premesso, questo Istituto esprime parere favorevole alla richiesta in oggetto”.
Un parere che apre a questo punto al prolungamento della caccia al cinghiale in molte regioni d’Italia, soprattutto quelle rimaste per più tempo in zona rossa (con il divieto di caccia) o arancione (con il divieto di spostamento al di fuori del proprio comune che ha finito con il limitare le battute di molte squadre).