(Fra. de A.) Azioni drastiche e tolleranza zero, dai luoghi dello spaccio a quelli dell'abuso di alcol. E' questa la risposta urgente da dare alla questione droga e sicurezza a Perugia, secondo il capogruppo Idv in consiglio regionale Paolo Brutti, anche presidente della commissione d'inchiesta consiliare contro la criminalità organizzata.
Secondo Brutti, intervenuto ieri insieme a Franco Granocchia e ai consiglieri comunali dell'Italia dei Valori Cardone e Zecca, “Perugia va salvata subito,…è una città indifesa, senza particolari anticorpi criminali, può facilmente scivolare in una situazione di ingovernabilità. Sindaco e prefetto debbono intraprendere azioni concrete da subito e non in modo isolato”.
“Più che i tavoli bisogna pensare alle tematiche, quali sono gli interventi che possono servire?”, ha detto Brutti, che ha puntato il dito contro la movida sregolata dei dintorni cittadini. “Gli esercizi che vendono alcool ai minorenni vanno chiusi, dal primo all'ultimo. I ragazzi ubriachi vanno riaccompagnati in famiglia e del loro stato se ne deve chiedere conto ai genitori, perché sono essi i responsabili e non il sindaco”.
“A Perugia c'è stato un enorme sviluppo nelle zone periferiche di discoteche e pub in cui si è alimentata una fortissima diffusione di stupefacenti”, ha precisato Brutti a TuttOggi.info. “Nelle immediate vicinanze della città ci sono 10, forse 14 grandi discoteche. Perché attirano tanti clienti? Forse c'è un collegamento con il florido mercato della droga? Se uno va alla mattina presto in alcuni di questi locali, vede per terra stesi decine di ragazzi completamente tramortiti”.
DROGA Brutti ha allargato l'intervento al contrasto al prolifero mercato della droga nel capoluogo umbro, tema che ha approfondito grazie alle tante audizioni con le associazioni e le forze dell'ordine, nell'ambito delle attività della commissione d'inchiesta Antimafia del consiglio regionale.
“Come commissione Antimafia, una delle questioni su cui abbiamo focalizzato l'attenzione, oltre a quella delle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico, è il problema della centralità improvvisa che Perugia ha preso nello spaccio della droga”.
Riprendendo una tesi nota, Brutti ha affermato che “il momento di cambiamento, il punto in cui è avvenuto il passaggio, risale al momento in cui c'è stata la ricostruzione del terremoto, con l'arrivo in Umbria di una serie di imprese di provenienza dubbia e insieme a loro una serie di persone che si sono dedicate con una certa assiduità alla ramificazione dello spaccio della droga”.
Ma il vero problema, continua il consigliere, è che “si è lasciato che la cosa prendesse piede, grazie anche alla particolare situazione di Perugia, città di studenti e quindi con un vasto mercato potenziale. Non rendendosi conto dell'inizio di questo penetramento, della creazione della rete e del traffico, si è lasciato che prendesse piede e si ramificasse. Oggi a Perugia c'è una disponibilità ingente di narcotici di tutti i tipi, con i consumatori che non vengono solo da Perugia, ma dall'hinterland e da tutta la regione”.
Secondo Brutti “bisogna fare un po' di serio contrasto, ci sono dei luoghi di Perugia permanentemente occupati da spacciatori. Nei giardini pubblici di Perugia si può entrare a qualsiasi ora della notte, non sono vigilati in nessun modo. Possibile che nessuno li vede?”.
Secondo Brutti, che in passato aveva ricondotto l'inefficacia dell'azione di contrasto alla poca coordinazione tra le forze dell'ordine, il problema può essere riconducibile anche all'approccio: “C'è una tendenza a tentare di colpire il pesce grande e non quello piccolo, ma questo è un atteggiamento rischioso. La lotta va fatta subito anche ai pesci piccoli, con continuità”, ha detto il consigliere, ipotizzando anche in futuro di poter istituire una sanzione “amministrativa e sociale” anche nei confronti degli acquirenti, per far venire meno i presupposti del mercato.
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