di Martino Villosio
“Sono forte sulle note lunghe, un po’ meno su quelle alte”, ammicca al pubblico Elio, dopo aver prolungato all’inverosimile la seconda sillaba del nome più fischiettato della lirica italiana. “Figaro, il barbiere di Siviglia”, a parte questa gag già regalata a Sanremo 2008, è nel complesso una divertente sorpresa. Niente parrucche con finti boccoli. Poche allusioni spinte, troppo attese per diventare esplicite e tuttavia perennemente aleggianti. Piccoli grandi slanci vocali. Ma soprattutto, un inedito spirito divulgativo. Il debutto assoluto dell'opera, un libero racconto scritto da Roberto Fabbriciani, che accompagnava Elio al flauto, ha richiesto nell'unico spettacolo in Cartellone al Festival quell'attimo necessario per afferrarne le coordinate e a goderla fino in fondo. Davanti a un Teatro Romano quasi interamente pieno, Elio senza le Storie Tese (ma accompagnato al pianoforte dal maestro Massimiliano Damerini), si è proposto in versione Roberto Benigni. Impegnato nel tentativo di sdoganarsi dall’immagine di “diavoletto irriverente”, per viaggiare verso una … – continua articolo e photogallery – clicca qui