Chiusa la partita a Perugia con la candidatura per il fronte progressista di Vittoria Ferdinandi come anti Scoccia (ma ancora quella sulla esatta definizione della coalizione progressista e con tanti problemi interni ai partiti, Pd in testa, da risolvere), l’attenzione si sposta ora su Foligno e sulle altre principali città dove a giugno si andrà al voto per le amministrative.
A Foligno, terza città dell’Umbria e seconda per dimensione tra quelle chiamate alle urne, il sindaco Zuccarini attende solo l’ufficializzazione della ricandidatura da parte della sua coalizione. Il centrodestra se l’è presa comoda – nonostante l’indicazione generale della riconferma dei sindaci uscenti – vedendo anche che dall’altra parte si è ancora in alto mare. Anche se la necessità di chiudere a tre mesi dalla presentazione delle liste sollecitata dal segretario umbro dem Tommaso Bori non era solo un monito al temporeggiatore Cristofani, che poi si è dimesso, con il partito perugino affidato, non senza polemiche, alla commissaria Sarah Bistocchi. Ecco perché nelle prossime ore si attende una scelta definita anche per il centrosinistra a Foligno. L’appello di Gammarota per le primarie di coalizione appare fuori tempo. Certo, una conta avrebbe aiutato i partiti a superare l’impasse, ma portare veti e veleni a ridosso delle urne sarebbe una scelta masochistica. Quello dell’ex assessore Mariani, che piace all’intellighenzia ortodossa Pd, ufficialmente non è stato tolto dal tavolo, nonostante il niet dei pentastellati, ma appare ormai evaporato. Resta invece in ballo l’opzione Luccioli, che nei vari incontri avuti è riuscito a convincere anche chi, inizialmente, guardava altrove. Al momento è suo il nome che aggrega di più in una coalizione dalle tante anime. Resta da convincere la vecchia guarda dem, per evitare che la scelta si trasformi in uno scontro generazionale. Il bandecchiano Presilla e il civico Finamonti cercano di approfittare del ritardo con cui i candidati degli schieramenti forti si presenteranno ai nastri di partenza.
A Gualdo Tadino Presciutti è più che tentato dal terzo mandato. Né appaiono nomi in grado di ostacolarne la ricandidatura, sempre che non sia lui a cercare altre esperienze. Si ritroverà contro l’ex assessore Fabio Pasquarelli. Sul versante opposto, invece, è partita vera nel centrodestra. Partita ancora più sentita perché si intravede la possibilità di vittoria. In lizza ci sono due nomi che, in momenti e con percorsi politici diversi, hanno fatto esperienza in Comune con Morroni sindaco. L’attuale vice presidente della Giunta regionale che è del resto il nodo che rende molto delicata la scelta gualdese, anche nell’ottica di una coalizione chiamata poi a giocarsi la riconferma in Regione in autunno. Sul tavolo regionale è stato messo il nome di Simona Vitali, di Fratelli d’Italia. Che in questi anni ha proseguito il proprio percorso politico in Regione, sino all’attuale incarico di portavoce del presidente dell’Assemblea, Squarta. Il nome di Vitali, tra l’altro, è stato fatto dalla Lega. Che vede in lei la persona giusta anche per pescare al di fuori del bacino elettorale proprio del centrodestra. Forza Italia insiste sul nome di Erminio Fofi, fedelissimo di Morroni. Una posizione che, se non viene contemperata all’interno di un più ampio accordo territoriale, rischia di spaccare il centrodestra.
Scenario che, con altre dinamiche, potrebbe verificarsi a Bastia Umbra. E questo non tanto nella divisione dei simboli, quanto su personaggi che per anni sono stati punti di riferimento nell’area di centrodestra. L’addio di Fratellini – e prima ancora la scelta di Catia degli Esposti, che ha lasciato la Lega con cui aveva mancato di pochissimo il ballottaggio nella corsa quasi in solitaria – rischia di creare uno fronte (o più fronti) civici corposi alla ricandidatura di Paola Lungarotti. Romizi sta provando a ricucire, ma la situazione è stata portata ad un punto dove qualunque scelta lascerà scontenterà qualcuno. Con buona pace dei pontieri che stanno cercando di riportare alla casa base i vari “ribelli”. Oltre al diktat sulle riconferme, il tempo sta giocando in favore della Lungarotti. Che però, non avendo attualmente i numeri in Consiglio, potrebbe ritrovarsi a giugno candidata come sindaco uscente di un Comune commissariato.
Nel centrosinistra prende quota l’idea di candidare Erigo Pecci per provare a strappare il Comune al centrodestra. “È il momento della differenza tra essere ed esserci” ha scritto in un post. Parole che sono subito state interpretate come una disponibilità a prendere in mano il vessillo con cui dare l’assalto al Palazzo.
Nella vicina Spello anche Moreno Landrini è disponibile ad accettare la candidatura per un terzo mandato da sindaco. La prima candidatura ufficializzata, però, è stata quella di Simone Tili, che rappresenterà la coalizione di Progetto Spello, centrodestra e civici.
Giochi aperti a Gubbio, realtà che ha sempre mostrato delle peculiarità rispetto al panorama politico regionale. Rocco Girlanda scalda i motori per rappresentare il centrodestra allargato a IV. Nel centrosinistra è la vice sindaco Alessia Tasso l’erede naturale di Stirati, sempre più impegnato nella coalizione regionale, sperando in un pass per Palazzo Cesaroni. Anche in questo caso, a frenare le scelte locali sono le più ampie esigenze di coalizione.