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Elezioni Terni, quale centrodestra?/Crescimbeni a Todini “Non sono il tuo nemico”/Todini replica “sei un cattivo pilota”

Luca Biribanti

È l'anno delle liste civiche; mai come per le amministrative 2014, a Terni, si erano viste così tante formazioni politiche ma 'non partitiche'. Il fenomeno è evidente soprattutto nel centrodestra che sembra perdere identità e riconoscibilità da parte dell'elettorato. Nessuno sembra più fidarsi del simbolo dei vecchi partiti e al contempo non si capisce più quale sia il vero centrodestra: la lista civica del Cammello di Todini? La lista civica di Crescimbeni? E il Ncd? E Forza Italia? Con chi si schiererà l'Udc? Democrazia Diretta e già scesa e salita sul cammello una decina di volte e adesso sta valutando l'opportunità di correre con un candidato autonomo. I candidati delle liste civiche si punzecchiano quasi ogni giorno per poi cercare di far pace con appelli e contro-appelli per trovare una base comune su cui fare una grande coalizione anti-Di Girolamo. Nella giornata di ieri è stato il turno di Crescimbeni (che non è il candidato sindaco di Forza Italia, ma di una lista civica che dovrebbe trovare l'appoggio di Forza Italia) che, dopo aver trovato un'intesa, almeno in via di principio, con Democrazia Diretta, ha scritto una lettera aperta a Todini.

Leggiamola: “Mentre rinnovo a te, così come agli altri candidati che vogliono una Terni diversa e migliore dell’attuale, l’appello alla unità di azione, ritengo di aggiungere nei tuoi confronti poche considerazioni relative ad alcune tue uscite che non mi spiego. E non mi dire che sono frasi decontestualizzate perché sono espressioni che parlano da sole:'Ci vediamo a Filippi!' Ma dici a me questo? Sono io l’avversario numero uno? Io spero che tu stia scherzando: il tuo, il nostro avversario, è chi ha mal governato la Città fino ad oggi; non cadiamo in queste trappole rischiando di finire come i capponi di Renzo.'Qualcuno promette poltrone': ma è per me la frase come ha commentato quel giornalista? Stento a crederlo. Se promettere poltrone vuol dire parlare con gli alleati su chi è più adatto a ricoprire i ruoli della nuova Amministrazione, è cosa del tutto normale (a meno che tu non pensi che, se si vince, dobbiamo lasciare tali ruoli a chi ora li occupa?!?) ma se parli di promesse clientelari penso proprio tu stia sbagliando indirizzo. Ed ancora, la più stonata, è quella secondo cui a me avrebbero promesso un incarico o roba del genere se perdo le elezioni.
Ma chi? Perché? Ma cosa stai dicendo? Non penso che siano genuinamente tue queste parole, perché tu sei troppo intelligente per pensare cose del genere. Quindi, ripeto, rimbocchiamoci le maniche e nel ruolo che ci è proprio ma in modo coordinato e coeso, portiamo a compimento questa impresa che è titanica se combattuta ognuno per sé, ma è a portata di mano se la combattiamo insieme. Terni ci chiede questo!”.

E nella mattinata di oggi non si è fatta attendere la replica in stile motoristico di Todini che certamente non ha gradito l'intemerata di Crescimbeni.

Leggiamo: Caro Paolo, rispondo alla tua lettera aperta ricordandoti che il 13 ottobre del 2013 ho presentato la mia candidatura a sindaco per cambiare in modo radicale il governo della città, facendo un appello a tutte le forze antagoniste all’oligarchia post-comunista che ha chiesto a Di Girolamo di candidarsi nuovamente per proteggere gli interessi della casta, nonostante gli scarsi risultati della sua giunta, invisa anche a molti del suo partito e agli stessi suoi alleati. Il mio obiettivo è chiaro: vincere le elezioni grazie al consenso del maggior numero possibile di elettori, stanchi della vecchia politica, quelli che non sono manovrati dai partiti e quelli che, normalmente, non vanno a votare perché “tanto non cambia mai niente”. Tu, invece, sei sceso in campo dopo un balletto, consentimi, indecoroso, che mal si coniuga con la tua storia personale.

Prima ti candidi, poi rinunci, poi, dopo incontri con i vertici (non ternani) dei partiti della destra, ci ripensi e ti ricandidi. Scusami se lo dico apertamente, ma tutto questo è poco “candido”.
Rompendo gli indugi sei entrato dai box senza tener conto di chi stava già girando in pista. Non avevi e non hai ancora un programma da proporre e hai benzina solo per le qualifiche.
Nonostante questo hai provato a buttar fuori pista gli altri corridori, scusa il termine che non ti si addice, con arroganza. Io sono un bravo pilota, conosco la pista, ho una macchina nuova e competitiva che migliora di giorno in giorno grazie ad un collaudo continuo e all’apporto di una squadra fortemente motivata, ho dalla mia la maggior parte del pubblico, posso fare buone qualifiche per puntare alla vittoria e non al piazzamento: perché dovrei ritirarmi?
Perché dovrei lasciare il posto ad un pilota come te che ha una macchina vecchia e logora che punta solo a qualificarsi per la visibilità dei suoi sponsor e che sa di non poter vincere ma solo partecipare ? Scusami Paolo se ti parlo “francamente”, ma il tuo richiamo all’unità è privo di senso e anche una trappola per gli stessi elettori del centrodestra che, se votassero te anziché la lista Il Cammello, la domenica del 25 maggio si addormenterebbero davanti al televisore guardando una competizione senza storia, dominata dai soliti Red Bulli.
Franco Todini

Questo è dunque il genere di comunicazione con il quale il centrodestra si prepara a un turno elettorale che avrebbe potuto essergli favorevole, viste le difficoltà che anche nel Pd, non mancano. Il fenomeno delle liste civiche che, dovrebbero in termini di immagine, proporre un nuovo modo di fare politica, ha prodotto in realtà contenitori “blindati” per far riparare vecchi personaggi che di nuovo hanno poco o nulla. E questo sia a sinistra che a destra naturalmente.

Evitare di usare il simbolo di un partito, non è dunque sufficiente per pretendere di superare il sistema partitocratico. Quello che è evidente in questo momento è la mancanza di una comunicazione efficace, un messaggio nuovo che riaggreghi il popolo della destra in questo caso, o della sinistra, su pochi ma efficaci contenuti politici.

Certamente non basta più ripararsi nelle metafore o nello studio dei target dei votanti, per affrontare i prossimi anni della politica. L'era di internet e del Web ha cambiato radicalmente l'approccio e bisogna solo prenderne atto.

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