Terni

Elezioni Terni, Kenny-kamikaze e rissa Lega-FdI | Giochi di potere e regie occulte

Bagarre nel centrodestra e nel centrosinistra in vista delle elezioni comunali di Terni, in programma per il 14 e 15 maggio. Dal vuoto dei candidati sindaci, in pochi giorni, si è passati a una situazione complessa e delicata che apre scenari imprevedibili per la corsa a Palazzo Spada. Nel centrodestra si profila un doppio candidato sindaco, mentre nel centrosinistra lo strappo di Kenny-kamikaze potrebbe mettere a rischio la possibilità di ballottaggio. Tra strategie, giochi di potere, e regie occulte, la corsa a Palazzo Spada diventa un vero rebus.

Elezioni, nel centrodestra rissa Lega-FdI

E alla fine è scoppiata la rissa: tra un “Latini deve essere il candidato” della Lega e “Noi siamo il primo partito” di FdI, la gara di muscoli è sfociata nella rissa e, a colpire due volte, è FdI. Il primo ‘schiaffo’ è arrivato con lo stop e il diktat del partito della Meloni sulla candidatura del sindaco Latini lanciata dal segretario regionale Lega, Virginio Caparvi; il colpo da knockout è arrivato nella giornata di ieri, 10 marzo, quando, tramite Francesco Zaffini, FdI ha lanciato la candidatura di Orlando Masselli. Lega schienata, ma non vinta. Pronta è stata la ‘parata’ e la risposta: “La Lega Umbria ringrazia gli amici di Fratelli d’Italia per la proposta avanzata, amici che negli anni hanno contribuito, insieme a tutta la coalizione, ad una preziosa azione amministrativa a sostegno del sindaco Leonardo Latini – è quanto scrive il segretario Caparvi in una nota – Proprio in virtù di questa esperienza positiva, nata fra mille difficoltà ereditate dalla sinistra, crediamo che il valore rappresentato dall’intero centrodestra debba continuare ad essere espresso con coerenza e convinzione”.

Latini e Masselli, strategia?

Anche se i toni della ‘rissa’ non sembrano quelli di una strategia, non è escluso che una doppia candidatura a sindaco nel centrodestra potrebbe essere una ‘trappola’ il per centrosinistra. Se si ragiona sui numeri, i voti dell’elettorato di destra potrebbero portare a un consiglio comunale ‘quasi’ privo della sinistra, qualora lo ‘strappo’ di Kenny dovesse avere un effetto deflagrante per la coalizione. In ottica di ballottaggio, nel centrodestra si potrebbe ragionare proprio per evitare il secondo turno: candidato sindaco ‘vincente’ per FdI, Lega secondo partito con Forza Italia (che ha già assicurato a Latini il suo sostegno) e centrosinistra fuori dai giochi. Non è fantapolitica, ma una possibilità concreta che sta mettendo agitazione negli ambienti dem.

Centrosinistra, lo strappo di Kenny. Pd in crisi, a rischio coalizione. La regia di Spinelli

Sempre nella giornata di ieri, Josè Maria Kenny ha rotto gli indugi annunciando la presentazione della sua candidatura per la mattina di oggi 11 marzo, ufficialmente ‘individuale’, ma con una regia ‘occulta’ del segretario provinciale del Pd, Pierluigi Spinelli. All’interno dei dem, infatti, c’è una corrente di sinistra (area Cgil) che ha sempre spinto per un candidato ‘puro’, manifestando un certo fastidio per una coalizione di larghe intese. Kenny è stato lanciato tipo ‘kamikaze’, della serie ‘io mi candidato, chi vuole mi segua’, con la scusa di avere un ampio appoggio delle forze civiche progressiste. È noto che il segretario Spinelli voglia Kenny candidato sindaco, ma il lancio della sua candidatura potrebbe essere un ‘suicidio politico’. Nella giornata di martedì 14, infatti, è previsto un tavolo specifico su Terni tra tutte le forze della maxicoalizione di centrosinistra, che arriverà all’appuntamento con sentimenti decisamente diversi rispetto agli animi fiduciosi del pre-Kenny.

Pd in fermento, aria di resa dei conti. Ballottaggio a rischio

La notizia della possibilità di un doppio candidato sindaco nel centrodestra e lo strappo di Kenny hanno creato grande fermento all’interno del Partito Democratico. La corrente disposta alle larghe intese e alla maxicoalizione ha infatti fiutato il pericolo di una Caporetto elettorale. Lo scenario è complesso: se Kenny dovesse risultare il candidato sostenuto dal Pd, l’impalcatura della coalizione crollerebbe. Un eventuale candidato del Pd e uno del M5S rischierebbero di non avere sufficienti per arrivare a un possibile ballottaggio, decretando, in definitiva, la ‘scomparsa’ della compagine di centrosinistra rappresentata tra i banchi di Palazzo Spada. In queste ore sono frenetiche le telefonate tra gli esponenti dem e le chat sono infuocate. Siamo alla resa dei conti. Quello che doveva essere l’effetto Schlein è scemato in pochi giorni e sembrano tornate prepotentemente le vetuste logiche di partito che rischiano di gettare il centrosinistra nell’oblio.

Le urne

In mezzo, ovviamente, c’è il M5S. I pentastellati sono alla finestra per osservare le dinamiche all’interno del Pd. Nella giornata di martedì, 14 marzo, il tavolo su Terni sarà il punto di svolta fondamentale. Sarà quella l’occasione per capire se Claudio Fiorelli correrà soltanto come candidato del M5S o troverà l’appoggio anche della coalizione. In caso di definitiva rottura le urne potrebbe diventare davvero simbolo ‘di funerale’ per il centrosinistra.