Politica

Elezioni Terni, i candidati a confronto alla Confcommercio

Si conferma una campagna elettorale di basso profilo quella che sta accompagnando gli otto candidati sindaco alle prossime elezioni comunali di Terni del 10 giugno. Nella sera di oggi, la Confcommercio ha ospitato gli aspiranti ‘inquilini’ di Palazzo Spada per un confronto su un documento programmatico dell’associazione che riguarda il futuro economico della città.

Come nei passati faccia a faccia, il politically correct è stato il fattore che ha caratterizzato il dibattito, anche se il coordinatore, il giornalista Andrea Giuli, ha avuto il suo ‘lavoro’ per riportare il discorso su alcuni punti specifici promossi dal presidente Stefano Lupi e il suo staff.

Proprio il ‘padrone di casa’ ha aperto il dibattito in aperta polemica nei confronti di Confartigianato che, nella giornata di ieri, ha organizzato un incontro con i vertici della Regione per presentare i bandi relativi all’area di crisi complessa Terni-Narni: “Spot e passerelle per il potere – così Lupi ha definito l’iniziativa di Confartigianato – non una cosa seria. Finché ci sarò io alla guida di questa associazione non vedrete mai iniziative simili da parte nostra. Confcommercio ha deciso di puntare al dibattito con i candidati che hanno dimostrato un grande senso di responsabilità fino a questo momento nei confronti di una città in difficoltà”.

Sicurezza e qualità urbana, innovazione, servizi, terziario, ambiente, rapporti con la Regione, partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica e turismo; questi i macrotemi sui quali i candidati sono stati chiamati al confronto.

Dal dibattito sono emerse in modo abbastanza tangibile le varie personalità dei candidati ed è sembrato chiaro che i profili che possono aspirare al governo della città non sono più di 3, sia per contenuti che per approccio politico alle questioni proposte.

Ha stupito subito il candidato sindaco del Pd, Paolo Angeletti che, davanti a una platea di imprenditori nella casa di Confcommercio, ha avuto ‘il coraggio’ di mettere in dubbio l’utilità della tecnologia nel commercio, sostenendo che “non dobbiamo arrivare a farci sostituire dalle macchine” e mostrando scetticismo nella possibilità di applicare innovazione a un’economia sempre più globalizzata. Anche sul rapporto con la Regione, il candidato Pd è stato abbastanza ‘tenero’, sottolineando che Terni non deve mettersi in conflitto con Perugia, ma rivendicare ciò che merita. Sull’abusivismo, Angeletti ha puntato il dito sulle sagre che, come tutti, “devono rispettare le regole”.

Piergiorgio Bonomi, coerentemente sulla linea di Casapound, ha fatto riferimento a sicurezza e degrado “due aspetti che in città rendono difficoltosa l’attività della piccola e media impresa, settore al quale ci rivolgiamo con grande rispetto”. Nessun dubbio per Bonomi che l’E-commerce sia un aspetto fondamentale delle nuove forme di scambio.

Figuriamoci che la posizione di Potere al Popolo, rappresentato da Emiliano Camuzzi, sulla tecnologia è stata più vicina a Casapound di quanto non lo sia stata quella del Pd. Anche Camuzzi ha sottolineato che è fondamentale applicare la tecnologia soprattutto al turismo, in particolare rivolto alla valorizzazione della Valnerina e Piediluco, dove, secondo Camuzzi, dovrebbe avere sede lo Iat. “Vanno tenute insieme tutte le anime della città – ha sottolineato Camuzzi – sia quella industriale che quella ‘verde’. Sul turismo e sulle infrastrutture siamo indietro di 20 anni rispetto ad altre realtà e per Terni sarebbe fondamentale guardare verso Roma, dove ci sono 3milioni di potenziali clienti per le imprese ternane, anche in considerazione del fatto che privilegiamo la vendita al dettaglio, piuttosto che la grande distribuzione”.

Il pentastellato Thomas De Luca ha dato una visione d’insieme della sua idea di città a 5 stelle in relazione al commercio, senza risparmiare una stoccata, anche lui, alla “pioggia di euro” reclamizzata dall’assessore regionale Fabio Paparelli per i bandi dell’area di crisi complessa.

“Questa pioggia – ha sottolineato De Luca – rischia di non avere alcun effetto se cade in un terreno arido. È necessario prima avere un progetto di governance della città per capire come e dove impiegare queste risorse. I big data (altro tema molto caro a Confcommercio, ndr), sono importanti perché consentono agli amministratori di cogliere elementi importanti dell’economia locale. Sicuramente eviterebbero errori come quello del Centro Commerciale Naturale, progetto fallito; occorre fare rete – continua De Luca – per essere competitivi anche oltre i confini regionali. Uno strumento potrebbe essere quello del regolamento del commercio del centro storico (per evitare abusivismo e sommerso, ndr).

Sulla questione del rapporto con la Regione De Luca è lapidario: “Non è colpa di Perugia, ma di Terni, che non ha mai avuto una classe politica in grado di rappresentare degnamente il proprio territorio”. E sul turismo conclude: “Non siamo ancora riusciti a captare il turismo mordi e fuggi che transita per la Valnerina e gli altri siti di interesse naturalistico del nostro territorio”.

Molto concentrato sul tema del lavoro l’intervento del candidato sindaco di Partito Comunista, Mariano De Persio che ripropone la simbologia della falce e martello come ‘scudo’ della difesa del lavoro e dei lavoratori. Ma al tempo stesso De Persio ha indicato nella “Piccola e media impresa un serbatoio importante di posti di lavoro e per questo sono segmenti che vanno tutelati per arginare la devastazione economica che sta subendo la nostra città”.

Più ‘avanti’, come si direbbe oggi in slang, Alessandro Gentiletti, candidato sindaco per Senso Civico (Terni Valley+LeU), che ha indicato la via giusta da seguire nella ‘receptive city’, un passo ancora oltre la ‘smart city’; portare cioè i cittadini ad essere subito reattivi agli stimoli che provengono dalla vita politica e sociale della città. In attesa di una ‘rivoluzione olistica’, molto più concretamente, Gentiletti ha posto il problema dello squilibrio tra Terni e Perugia in termini piuttosto duri: “Bisogna liberare la sinistra dai capi del Pd perugino. Gli esponenti del Pd locale hanno curato più gli interessi di Perugia che quelli di Terni”. Un bordata non da poco nei confronti delle precedenti amministrazioni Pd, che non verranno risparmiate neanche da Rosati.

Gentiletti ha affermato che per il commercio locale è fondamentale “una mobilità alternativa e sostenibile, pensata con il contributo dei commercianti che devono partecipare alla costruzione della nuova idea di città”. Città che secondo il candidato di Senso Civico “deve riprendere il progetto Civiter e guardare verso Roma”.

“Nelle precedenti gestioni della città è mancata soprattutto la capacità, nessuno me ne voglia per queste parole” Andrea Rosati è lapidario nello stabilire il punto da dove partire “per pensare la città dei prossimi 5 anni, una città dove tutti gli indicatori economici sono negativi. Bisogna tornare a 20-30 anni fa – sottolinea Rosati – quando Terni era una città dinamica e con un’economia vivace”.

Leonardo Latini, candidato sindaco per la coalizione del centrodestra, ha riportato tutto alla ‘normalità’: “In questo documento leggo molto buon senso – ha sottolineato Latini – bisogna partire da questo e tornare alla normalità perché le imprese devono lavorare in un ambiente adeguato. In questo momento c’è una situazione di degrado e di insicurezza. Terni – dice ancora Latini – non attrae investimenti, bisogna avere un approccio pragmatico e dare risposte soprattutto per i settori del terziario, del commercio e del turismo, settori per i quali servono risposte più urgenti. Agricoltura e industria sono settori che tengono di più e per i quali si può fare un discorso più a lungo tempo”. 

Rosati ha le idee chiare: “ci vogliono idee, capacità e investimenti. Importanti risorse da investire nel terziario possono essere reperite anche da fondi europei che non è così difficile ottenere se si ha la capacità di partecipare ai bandi”.