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Elezioni, scintille tra Forza Italia e gli ex di “Cambiamo!”

Con la crisi di governo che ha rallentato la road map del centrodestra umbro verso le attese elezioni regionali, quelle che dovrebbero sancire, per dirla con Salvini, alla “liberazione” di una Regione da sempre governata dalla sinistra. E in attesa che la delineata situazione politica porti la senatrice Donatella Tesei a sciogliere gli ultimi dubbi circa la sua investitura a candidata presidente (in caso di rifiuti è pronto un altro parlamentare leghista, il deputato e coordinatore regionale Virginio Caparvi) il tintinnare di sciabole arriva da quella che dovrebbe essere l’area moderata della coalizione di centrodestra, quella non sovranista.

Segnata, però, dalla guerra fratricida fra coloro che sono rimasti in Forza Italia, pur con le evidenti difficoltà del partito fondato da Silvio Berlusconi, e quanti invece hanno seguito il suo ex delfino, il governatore ligure Giovanni Toti, che ha creato la nuova formazione politica denominata “Cambiamo!”.

Un altro colpo per Forza Italia, che anche in Umbria, come dimostrato dalle recenti elezioni amministrative in molti comuni e dal voto delle europee, ha perso voti in favore dei due partiti sovranisti (Lega e Fratelli d’Italia) ed anche per effetto di alcune formazioni civiche che, come a Perugia, hanno imbarcato molti ex esponenti di spicco della compagine azzurra.

Comprensibile, dunque, che i vertici di Forza Italia in Umbria, nel chiudere l’accordo con la coalizione di centrodestra in vista delle regionali, chiedano agli alleati di lasciare fuori i “traditori” di “Cambiamo!”.

Così come è comprensibile, del resto, che Pietro Laffranco ed Aldo Tracchegiani, due politici di lungo corso e sempre fieri oppositori della sinistra, rivendichino di poter stare al tavolo dell’alleanza di centrodestra e di poter contare il loro peso già nelle prossime elezioni regionali.

L’ex parlamentare azzurro, scottato dall’esclusione dalle politiche di un anno fa,ha l’occasione di mostrare il proprio peso politico. “Cambiamo! darà il proprio contributo alla vittoria del centrodestra, assicura proprio Laffranco. Mettendo sul tavolo le rassicurazioni che il leader del movimento, Giovanni Toti, ha avuto da Matteo Salvini. Nessun veto in Umbria, dunque.

Con Forza Italia costretta a masticare un altro boccone amaro: dopo aver visto la coalizione, con il ticket Tesei-Squarta, spostarsi decisamente a destra, deve ancora una volta parare il proprio fianco sinistro. Da dove possono uscire altri voti, soprattutto se ci sarà il via libera alla lista moderata della candidata in pectore Donatella Tesei, insieme a quella dei socialisti di Nilo Arcudi, i cui elettorato è in gran parte coincidente con quello in cui andavano a pescare i berlusconiani.

Il derby tra i Tracchegiani

“Cambiamo!” ha approfittato dei malumori di Forza Italia per guadagnare crediti nei confronti degli alleati di Lega e Fratelli d’Italia. Aldo Tracchegiani,  altro ex dal dente avvelenato (era coordinatore azzurro a Spoleto), affonda: “Avevo già intuito da tempo che Forza Italia non è più un partito di centrodestra. Per questo motivo avevo maturato per mesi e infine preso la decisione di lasciare. Oggi quel che rimane del principale partito del centrodestra italiano si affannano, con dichiarazioni a mezzo stampa che definirei comiche se non fossero tragiche, a porre veti insulsi nei confronti di potenziali alleati anziché portare proposte concrete di programma per la coalizione. Mi chiedo come mai questo veto contro il nostro nuovo movimento? Paura di un confronto alle urne?“.

Basta veti e ripicche, dunque: ci si conti nel segreto delle urne.Se davvero Forza Italia si considera ancora parte della coalizione, lo dimostri mettendosi a disposizione del progetto di cambiamento, dando un segnale chiaro e inequivocabile. Serve una coalizione unita per vincere le regionali del 27 ottobre – prosegue Aldo Tracchegiani – non le chiacchiere del cerchio magico.  Cambiamo e’ pronta a sostenere questa sfida  insieme a tutta la coalizione del centrodestra“.

Parole che non sono piaciute ad Antonio Tracchegiani, tesoriere di Forza Italia, che chiama in causa ironicamente “il caldo” agostano e accusa: “Salire sul probabile carro del vincitore in prossimità delle elezioni regionali, e con l’ipotetica aspirazione di occupare uno scanno nel Consiglio, se non giustificabile, è almeno comprensibile, sempre che non si ricoprano altri incarichi. Quando si ricopre il ruolo politico di coordinatore di FI in una città importante, senza dimenticare un incarico dirigenziale in una partecipata grazie al medesimo partito, risulta quantomeno contraddittorio obbiettare su una decisione presa dai vertici di Forza Italia“.

E spiega la posizione posta all’interno della coalizione, di escludere “Cambiamo!”: “Forza Italia, con i suoi dirigenti,  ha sottolineato giustamente l’impossibilità di collaborare con persone che si sono allontanati dal partito per interessi personali andando a confluire in un’altra realtà politica. Non si potrà pretendere  che un partito strutturato con deputati e senatori debba agevolare chi ha tradito e tenerlo vicino a se, sarebbe come richiamare Alfano e ringraziarlo: una cosa è fare politica, un’altra è disprezzare il commensale con cui hai condiviso lo stesso piatto pur continuando a volerlo vicino. Prendere con la mano destra per poi allontanare con la mano sinistra non risulta essere un comportamento coerente con le proprie ideologie politiche, ma tant’è; “Chi ha tradito  una volta, lo farà sempre” – conclude – ma continuiamo sempre a dare la colpa al caldo“.

Quanti hanno scelto di seguire Toti sono dunque bollati come traditori dagli azzurri. Ma Aldo Tracchegiani, dalla nuova casa di “Cambiamo!” para il colpo e rilancia: “Sono felice delle recenti critiche ricevute dagli esponenti del mio ex partito, in quanto denotano rammarico, pur velato da aspre note di dissenso, in merito alla mia recente uscita da FI. Sono felice, qui mi ripeto, in quanto ciò dimostra che la mia scelta, inizialmente un azzardo politico di non poco conto, soprattutto tenendo conto degli incarichi che mi erano stati assegnati, si dimostra giusta ed in linea con il mio pensiero che, nel corso di questi anni di instancabile impegno politico, ha accompagnato la mia personalissima idea di cambiamento. Un’idea che vede come unico obiettivo il miglioramento della condizione di vita dei cittadini della mia tanto amata regione; obiettivo che seguo già quotidianamente con i miei pazienti, in quanto medico“.

A chi gli dà del “traditore” e “dell’arrivista”, Aldo Tracchegiani ribatte: “Chi è il peggior traditore? Un uomo, che abbandona più volte la propria posizione politica per il perseguimento di un’idea personale e libera, volta ad u cambiamento necessario ed ineluttabile per questa logora regione; o un ‘soldatino’, la cui militanza non è nient’altro che puro servilismo e obbedienza nei confronti di dinosauri avvinghiati alle loro poltrone ormai da troppo tempo, e che si sente gratificato da incarichi di poco peso che gli vengono dati come briciole di pane ai piccioni in piazza? Significa forse seguire interessi personali, abbandonare un progetto politico fallimentare, ormai antico e superato, che non muove piacevoli brezze di innovazione, ma anzi continua ad inquinare i palazzi dei nostri comuni e della nostra regione, con personaggi privi di idee concrete, che ubbidienti zittiscono le loro stesse volontà per paura di essere privati dei loro comfort personali?“.

Parole con cui chiude “la porta ad ogni possibile polemica“. Con queste premesse Forza Italia e “Cambiamo!” potrebbero ritrovarsi, tra due mesi, nella stessa coalizione che tenta l’assalto, forse decisivo, a Palazzo Donini.