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Elezioni regionali in Umbria, già si litiga sulla data

Con le urne ancora relativamente lontane, già si litiga sulla data del voto in Umbria e questo dà l’idea del clima in cui si arriverà alle elezioni per la guida della Regione. Saltato l’Election Day – la Liguria andrà il voto il 27 e 28 ottobre e per legge non può andare oltre i tre mesi dalle dimissioni dell’ex governatore Giovanni Toti – resta davedere se l’Umbria si unirà alla data già fissata in Emilia Romagna (17 e 18 novembre) o andrà alla prima domenica di settembre e al lunedì successivo (nei giorni 1 e 2).

Il Governo chiede di accorpare il più possibile, convinto del consenso nazionale del centrodestra e per disinnescare, soprattutto in Liguria, tensioni locali. Ma il fatto che unire tutte e tre le regioni in un’unica data (il 27 e 28 ottobre sarebbe presto per l’Umbria) si valuta l’opportunità di unire una regione governata dal centrosinistra (l’Emilia Romagna) e una dal centrodestra (l’Umbria) o scindere per avere un terzo tempo e comunque non dare troppo peso politico nazionale alle consultazioni regionali.

Il segretario umbro del Pd e consigliere regionale Tommaso Bori chiede alla governatrice Tesei di indicare la data, come fatto nelle altre due regioni. Ritenendo che la destra faccia melina “per recuperare l’irrecuperabile”, come in sanità.

Il segretario umbro della Lega e parlamentare, Riccardo Augusto Marchetti, ricorda che se l’Umbria non va al voto a primavera 2025 è per le dimissioni dell’ex governatrice dem Catiuscia Marina seguita all’inchiesta Concorsopoli proprio sulla sanità.

Bori chiede la data

“In questi anni abbiamo visto un uso strumentale delle istituzioni, mancanza di rispetto e arroganza come se non ci fosse un domani, ma mai avevamo assistito ad un balletto irrispettoso come quello messo in scena per la scelta della data delle imminenti elezioni regionali” attacca Bori, in relazione “all’atteggiamento dilatorio e autoreferenziale messo in scena dalla presidente Tesei e dalla destra”.

“Come se potesse disporre liberamente delle istituzioni pubbliche che è stata chiamata a rappresentare pro tempore,– spiega Bori – la presidente Tesei, ormai ostaggio della destra che non ha perso il sogno di sostituirla last minute, temporeggia e non decide sulla data del voto. Mentre Emilia-Romagna e Liguria hanno già da tempo indicato una data, in Umbria si continua da mesi a rimandare la decisione su quando indire le elezioni regionali. Questo tergiversare non è altro che un segno di debolezza e paura, i cittadini e le cittadine dell’Umbria hanno il diritto di sapere quando potranno esercitare il loro diritto al voto”.

“Le elezioni – conclude Bori – non sono un gioco e le istituzioni non dovrebbero essere usate per interessi personali o di parte. Tanto meno per guadagnare tempo, cercando di recuperare l’irrecuperabile, o per calcoli politici. La democrazia richiede rispetto e trasparenza, e Tesei e la destra stanno mancando in entrambe le cose. Basta con le incertezze, i cittadini umbri meritano lo stesso rispetto dei liguri e degli emilianoromagnoli”.

Marchetti: impegnati a garantire clima di serenità

A stretto giro arriva la replica di Marchetti: “Le dichiarazioni del consigliere regionale e segretario del Partito democratico Tommaso Bori, appaiono non solo fuori luogo, ma anche ipocrite. Forse il consigliere Bori dimentica che se oggi ci troviamo a discutere della data delle elezioni regionali in anticipo rispetto alla scadenza naturale, che sarebbe stata nella primavera 2025, è proprio a causa delle dimissioni della presidente Marini e della sua giunta, travolti dagli scandali legati alla gestione della sanità che hanno coinvolto gran parte del gruppo dirigente del Partito Democratico umbro”.

“È paradossale – prosegue Marchetti, in una sua nota – che proprio Bori, che rappresenta un partito responsabile di aver lasciato l’Umbria in una situazione di emergenza politica e istituzionale, oggi si permetta di accusarci di uso strumentale delle istituzioni. La presidente Donatella Tesei, in carica da nemmeno cinque anni, ha lavorato incessantemente per riportare stabilità e trasparenza in una regione che era stata messa in ginocchio da gestioni precedenti disastrose e diventata simbolo di mala gestione a livello nazionale”.

“Per quanto riguarda la scelta della data delle elezioni – prosegue il numero uno della Lega in Umbria – si tratta di una decisione che richiede la massima ponderazione e non sarà certamente dettata da pressioni politiche né da polemiche sterili. La Lega e la presidente Tesei – sottolinea Marchetti – sono impegnati a garantire che le elezioni si svolgano in un clima di serenità e trasparenza, senza cedere alle provocazioni di chi, come Bori, tenta di distogliere l’attenzione dai reali problemi ereditati della regione con un’isteria del tutto comprensibile, motivata dalla necessità di andare al voto il prima possibile affinché non emergano le spaccature e le differenze di vedute tra le varie forze politiche che animano il campo largo. Più tempo passa e più è complicato per la sinistra continuare a sostenere tutto e il contrario di tutto senza indispettire l’elettorato, considerando che sui grandi temi coesistono visioni diametralmente opposte e che le alleanze restano in piedi solo con l’obiettivo di spartirsi il potere, senza un vero programma condiviso di sviluppo. Invece di agitarsi e lanciare accuse infondate – conclude Marchetti – sarebbe opportuno che il Partito democratico si concentrasse sul presentare proposte concrete per il futuro dell’Umbria”.