A poco più di due mesi dalle prossime elezioni amministrative (si terranno a ottobre), a Città di Castello, la campagna elettorale stenta ancora a decollare. Anzi, di fatto, non è ancora partita.
Tra gli 11 Comuni che andranno alle urne, quello tifernate è il più grande e importante ma la fase di “studio a distanza” tra centrosinistra centrodestra – senza tralasciare le “dormienti” componenti civiche – continua solo nelle segrete stanze.
Niente programmi, idee e propagande ma soprattutto niente candidati a sindaco. Su quest’ultimo punto, infatti, sembra trovarsi il nodo inestricabile per il quale ancora nessuno si è fatto avanti (se non con ipotesi di nomi già sentiti), magari in attesa della prima mossa dell’avversario. Un cane che si morde la coda da mesi…
Da parte sua la maggioranza tifernate – che predica da mesi come valore assoluto “l’unità dell’intero centrosinistra” – un segnale di vita lo ha già mandato. Luca Secondi, da ieri (22 luglio) è la proposta ufficiale del Pd per la poltrona di sindaco, la cui candidatura – “benedetta” dall’ultima Unione comunale alla presenza del segretario regionale Tommaso Bori – “è legittima non solo sul piano formale, ma anche politico”.
L’unità del centrosinistra – precondizione per essere competitivi elettoralmente e irrinunciabile per governare e sconfiggere il pericolo centrodestra – è però messa in discussione proprio dalla candidatura di Luca Secondi, che non convincerebbe proprio tutti, a partire dal fatto che l’attuale vicesindaco poggia radici profonde nell’universo bacchettiano. Un paradosso che potrebbe creare una vera e propria spaccatura interna.
E’ stato chiaro, proprio ieri (22 luglio), Castello Cambia – capofila del ‘Coordinamento per il cambiamento’ con M5S, Europa Verde e La Sinistra – che dopo aver condiviso la prospettata “coalizione larghissima” decantata dal Psi, ora frena bruscamente davanti al nome di Secondi ribadito dal Pd, “il quale – dicono Arcaleni e Bucci – non pare nelle condizioni di liberarsi del suo passato, tentando di imporre vecchie logiche e nomi usurati, sta facendo il male dei cittadini solo per interessi e speculazioni personali”.
Per Castello Cambia infatti “Città di Castello ha bisogno di un cambiamento vero, fatto di proposte e facce libere da incrostazioni e pratiche ormai obsolete. Nomi come quello di Secondi altro non sono che la perfetta prosecuzione della gestione fallimentare di Bacchetta, che infatti gli promette il suo appoggio”.
Della stessa opinione anche Enrico Paci (Europa Verde), componente del ‘Coordinamento per il Cambiamento’: “Il nome uscito dall’Unione comunale del PD (Secondi) rappresenta una scelta divisiva, la cui conseguenza sarebbe la rottura del dialogo, non per nostra responsabilità.
Il tempo della discussione è ormai finito. Quello che seguirà sarà il tempo delle decisioni“.
Bocche storte arrivano anche dai Civici X Città di Castello che, preso atto della proposta ufficiale Pd sul nome dell’attuale vicesindaco, hanno chiesto chiaramente, “per favorire la nascita della coalizione come obiettivo di positiva maturazione delle forze politiche che l’andrebbero a comporre” di “poter posporre la candidatura già formalizzata di Secondi a vantaggio di una candidatura di più ampia condivisione”.
I Civici infatti – ritenendo ”maturo il tempo per pretendere da tutte le forze di centrosinistra un contributo di chiarezza e responsabilità” – hanno annunciato che, nel prossimo incontro di coalizione, proporranno una propria candidatura a sindaco per le prossime elezioni comunali, “che abbia i requisiti di legare passato e futuro amministrativo della città”.
Sul versante centrodestra, alquanto sornione in questi giorni, è spuntato invece il nome dell’avvocato Roberto Marinelli, quel profilo “civico” che la Lega cerca come ipotetico candidato, anche se in questo caso l’inesistente esperienza politica, in una tornata elettorale così importante, potrebbe essere un grosso handicap. Ma pure in questo caso nulla di certo.
Molto più concreta, invece, la ri-candidatura (dopo quella del 2006) di Andrea Lignani Marchesani che, ricevuto il placet dalla direzione nazionale di Fratelli d’Italia, potrebbe addirittura correre con una propria lista. Stessa cosa per Cesare Sassolini, il cui nome mette d’accordo i vertici di Forza Italia. Anche per lui sarebbe un dejavu dopo la sfida del 2011 proprio contro Bacchetta.
Esperienza, facce nuove o buon senso dunque? Coalizione potrebbe essere una buona risposta e il lungo silenzio proveniente da questo fronte dovrebbe far pensare…