Pareggio sostanziale. Finisce 3 (+1) a 3 per il centrodestra – pur con tutti i limiti di una rigida suddivisione di campo politica nei piccoli centri – la sfida delle amministrative in Umbria. Un pareggio anche nel “peso” dei comuni, che soddisfa entrambi gli schieramenti. Il centrodestra stravince a Todi e a Deruta, dove conferma Ruggiano e Toniaccini. Anche a Monteleone di Spoleto la civica di Agabiti, Marisa Angelini, un passato nel centrosinistra, vince senza problemi.
A Valtopina Coccia completa lo sgambetto all’uscente Baldini, in una lista dell’area moderata che però conta anche illustri esponenti un tempo nel campo del centrosinistra.
Il centrosinistra tiene la Narni del dopo De Rebotti, con la squillante vittoria di Lucarelli. E la riconferma, nella sua corsa solitaria comunque premiata nei numeri dall’elettorato, di De Carolis a Cascia. Il centrosinistra brinda anche alla vittoria di misura (3 voti) di Filippo Marini nella minuscola Poggiodomo.
Difficile trarre un dato politico significativo a livello regionale da questi risultati. Vista l’esiguità degli elettori interessati dalle amministrative umbre (poco più di 40mila). E le particolari condizioni dei due soli comuni al voto con più di 15mila abitanti. A Narni si doveva scrivere un pezzo di storia nuova dopo l’era De Rebotti. A Todi, Ruggiano (che già era stato sindaco in precedenza e aveva sfiorato il bis al ballottaggio) correva per una riconferma che appariva già scontata. Pur con la frattura vissuta – ma da lui ricomposta in modo tale che almeno non ne risentisse l’amministrazione comunale – tra Ruspolini e la Lega. Con il partito di Salvini che, in virtù di quello strappo, resta fuori dal Consiglio comunale.
E poi c’è il dato dell’astensione, alta nei centri più grandi. A Narni si è recato alle urne poco più della metà degli aventi diritto. Affluenze molto basse anche a Deruta e Todi. A dimostrazione che l’astensionismo non ha colore politico.
Tra i partiti, guardando ai risultati nei due comuni più grandi, si conferma a destra l’avanzata di Fratelli d’Italia a discapito della Lega. Mentre nello schieramento opposto si sfalda il Movimento 5 stelle.
A Narni, facendo un confronto con quanto accaduto 5 anni fa – ma tenendo comunque presenti gli spostamenti legati alle liste personali dei candidati sindaco – i pentastellati passano dal 10% al 6%. Un risultato dovuto alla scelta di privilegiare la coalizione, spiega De Luca, rivendicando il contributo alla vittoria di Lucarelli. Una coalizione in cui guadagnano qualcosa, in termini percentuali, tutti gli alleati: il Pd (ore sopra il 31%), i socialisti (10%) e la sinistra (al 5%).
Nel centrodestra avanza la Lega (ora all’8,7%), che però cinque anni fa cedeva voti molto a una coalizione civica. E soprattutto Fratelli d’Italia, che passa dal 6,4% al 15%. Forza Italia a Narni dimezza i consensi, passando dal 9,9% al 5,2%.
La scelta solitaria non premia rifondazione comunista, che cala dal 4% al 2,8%.
A Todi clamorosa esclusione della Lega dagli scranni del Consiglio. Con Ruspolini candidato sindaco, 5 anni fa, aveva raccolto l’8,5% come voto di lista. Più o meno quando ha preso – sempre in termini percentuali – la lista del generale fuoriuscito dal partito di Salvini. Mentre il Carroggio è sprofondato al 3,6%. Forza Italia, formazione del sindaco, è il primo partito, raddoppiando la sua percentuale (ora al 22,7%). Grande balzo in avanti anche di FdI, passata dal 7,2% al 18,8%.
Nel campo del centrosinistra, il Pd dimezza la sua percentuale, sprofondando al 15,1%. E il Movimento 5 stelle, ancora fuori dal Consiglio, raccoglie appena l’1,6% in quella Todi sempre ostica, ma dove 5 anni fa, con un suo candidato sindaco, aveva sfiorato il 7%.
Azione di Calenda è voluta andare alla conta, raccogliendo il 4%. Meno dei risultati elogiati dal leader a livello nazionale (quel 10% del “terzo polo” insieme a +Europa), ma tutto sommato non un risultato disprezzabile in una piazza difficile qual è quella tuderte.