Elezioni amministrative 2024, viaggio tra i candidati sindaco di Orvieto: 5 domande alla candidata Roberta Palazzetti
Inizia il ‘viaggio’ di tuttoggi.info attraverso i 4 candidati sindaco di Orvieto, per le prossime Comunali dell’8 e 9 giugno 2024. Abbiamo proposto cinque domande chiave ai 4 candidati sindaci, che ricordiamo in ordine alfabetico: Stefano Biagioli (centrosinistra), Giordano Conticelli (liste civiche), Roberta Palazzetti (liste civiche), Roberta Tardani (centrodestra). La prima candidata ad aver risposto alle nostre domande è la candidata di Proposta Civica, Roberta Palazzetti.
- Cosa non va nella sanità orvietana? Quali sono le prestazioni da potenziare?
Nella sanità orvietana non vanno molte cose. Innanzitutto, le lunghe liste d’attesa che costringono i cittadini a rivolgersi a strutture private, se possono permetterselo, oppure a rinunciare a curarsi. Il Servizio Sanitario Nazionale ha l’obbligo di fornire le prestazioni sanitarie e deve farlo nei tempi previsti dalla legge. Se avremo il compito di amministrare questa città sarà prioritario istituire lo sportello per il diritto alla salute, che servirà proprio a sostenere i diritti dei cittadini in questo ambito.
Le prestazioni da potenziare sono molte, perché al di là dell’impegno professionale e della dedizione al lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari, ci sono forti carenze di organico che diminuiscono i livelli delle prestazioni. Proporremo quindi una serie di interventi per la selezione e l’assunzione del personale mancante presso le strutture di Orvieto, dall’Ospedale al Consultorio. Inoltre, difenderemo la creazione di una unità di emodinamica presso il nostro Ospedale. Approvata all’unanimità nel 2020 in Consiglio regionale e nel 2023 in Consiglio comunale, l’emodinamica ad Orvieto non è più prevista nei programmi della sanità regionale. La nostra Sindaca ha detto che non abbiamo i requisiti, pur avendone approvato la realizzazione. Noi abbiamo una distanza di oltre un’ora dall’Ospedale di Terni e abbiamo un bacino d’utenza di 120.000 persone; i requisiti li abbiamo e ci batteremo perché l’emodinamica sia realizzata.
- Orvieto è una città sicura? Quali sono le principali criticità? Dai fatti di cronaca sembra che il
consumo di droga tra i giovani sia un problema.
Orvieto era un’isola felice, senza microcriminalità e con poche situazioni di disagio giovanile. Oggi non è più così. La città non è più sicura e non bastano certo quattro telecamere in centro storico per renderla tale, come stanno dimostrando i recenti fatti di cronaca. Il disagio giovanile è palpabile, basti pensare ai numerosi episodi di vandalismo e all’aumento del consumo di droga, oltre all’alcolismo e alla ludopatia. Il lavoro di prevenzione e di controllo delle forze dell’ordine deve essere accompagnato, anzi preceduto, dalle politiche sociali che l’amministrazione comunale ha totalmente ignorato, se si fa eccezione per qualche sporadico intervento totalmente fuori da una sistematica programmazione. Le politiche sociali sono processi di formazione delle coscienze e di educazione soprattutto per i giovani; con le politiche sociali si crea una coscienza collettiva e si contribuisce a formare una classe dirigente che garantirà il futuro della comunità. È inoltre chiaro che aree degradate o abbandonate diventano facili luoghi di crimine e di illegalità. E ne abbiamo molte ad Orvieto!
3. La viabilità è compatibile con una città dalla vocazione turistica come Orvieto? Cosa migliorare?
Il piano urbano del traffico non è obbligatorio ad Orvieto perché è un comune inferiore a 30.000 abitanti, ma sarebbe estremamente utile se fosse ugualmente redatto perché è una realtà complessa, composta da un centro storico fragile nei suoi equilibri tra turisti e residenti, dalle frazioni con molti servizi ma anche una consistente popolazione, dai borghi che patiscono il traffico di attraversamento e l’isolamento dal trasporto pubblico. Finora abbiamo visto solo approssimazioni, nel senso etimologico del termine: soluzioni sperimentate, senza un progetto e una visione complessiva. Per rispondere però direttamente alla sua domanda, se si riferisce al centro storico posso dire con convinzione che il traffico di per sé non si abbina ad un centro storico abitato, soprattutto se fatto da strade strette, vicoli, piccole piazze. Bisogna trovare però il punto di equilibrio tra le esigenze dei residenti (spesso anziani), le necessità degli esercizi commerciali, l’accoglienza turistica. È evidente che un vero governo del traffico deve abbinarsi alla totale revisione del trasporto pubblico e dei parcheggi. Non si può solo chiudere o ridurre, bisogna amministrare. Ci sono molte soluzioni a riguardo, già ampiamente sperimentate in alcuni comuni virtuosi d’Italia e più largamente all’estero. Valuteremo le conseguenze sociali di ogni azione e la confronteremo con i cittadini; ci preoccupano i danni che azioni sconsiderate possono portare alla vivibilità, all’economia e alla qualità della vita che Orvieto dovrà avere se vuole invertire il suo pericoloso declino demografico, economico e sociale.
4. A livello culturale c’è un’offerta adeguata e di livello internazionale?
Orvieto è da sempre una città culturalmente vivace, lo conferma l’elevato numero di associazioni culturali e di iniziative che vengono proposte: teatro, cinema, presentazione di libri, convegni, festival musicali.
Purtroppo, è diminuita la qualità dell’offerta, perché non c’è stata una particolare attenzione neanche a
questo aspetto della vita cittadina. E nel tempo abbiamo perso molte delle occasioni e degli eventi che
potevano avere un respiro più ampio. Quanto al livello internazionale è indubbio che ne siamo totalmente fuori, lo dicono i report delle varie istituzioni che in tale settore operano. Saremmo totalmente assenti se non fosse per Città Slow, che peraltro avrebbe delle potenzialità enormi ed è stata assolutamente trascurata dai progetti di promozione della città.
5. Quali sono i margini di sviluppo della città e verso quali direzioni?
La città ha oggi una vocazione residenziale, turistico-ricettiva, artigianale, di numerose piccole/medie imprese industriali e agricola. Il nostro sviluppo dipende dalla creazione delle giuste infrastrutture (trasporti e fibra ottica) e dalla formazione dei giovani per le professionalità necessarie e ricercate nel nostro territorio.
Orvieto può essere molto di più. Può diventare una città della Conoscenza dove lo sviluppo economico,
sociale e demografico si fonda sulla vocazione per l’arte, la formazione, l’innovazione e la ricerca. Per far ciò si dovranno attrarre investimenti, pubblici e privati, e si dovranno attivare politiche abitative che riportino residenti e servizi. Dovremo riempire i numerosi contenitori senza contenuto, pubblici e privati, di cui la città è piena e che sono progressivamente aumentati senza che un’azione politica, neanche di indirizzo, abbia invertito questa direzione. Tutto cio’ e’ essenziale per la citta’ di oggi, ma soprattutto per dare nuove prospettive ai nostri giovani che si meritano di avere opportunita’ nel nostro territorio e di non essere costretti ad andarsene.