Trasimeno

Elezioni: matrimoni e divorzi a Città della Pieve

Le primarie di cinque anni fa per l’individuazione del candidato sindaco del centrosinistra a Città della Pieve hanno creato lacerazioni che ancora non si sono rimarginate. Anzi, se possibile, appaiono essersi acuite con l’avvicinarsi del prossimo appuntamento elettorale.

E allora, il centrosinistra prova a ritrovare l’unità intorno alla 45enne Simona Fabbrizzi, dipendente di Afor (l’Agenzia regionale per la forestazione, sorta dopo la riforma delle Comunità montane) e soprattutto segretario nella provincia di Perugia di Sinistra Italiana. Un nome che va bene anche al Pd, che da queste parti pende più a sinistra che altrove. E che avrebbe individuato in Michele Croce il suo garante all’interno dell’eventuale nuova Giunta di centrosinistra. Un Pd che prova a superare così le lacerazioni delle primarie di cinque anni fa. Uno scenario che questa volta si vuole evitare. E l’Unione comunale del Pd ha comunicato di aver accettato la disponibilità di Simona Fabbrizzi a guidare “una lista civica di riferimento della sinistra democratica pievese“. Se i dem resisteranno alla tentazione di metterci troppo il cappello, il nome di Fabbrizzi potrebbe essere quello buono anche per gli altri partiti a sinistra.

Insomma, il Pd ha dovuto cercare fuori dalle porte della sua burrascosa casa la personalità in grado, con un colpo solo, di far superare i contrasti senza arrivare alla sanguinosa conta e di eliminare il ‘problema’ Scricciolo. Che scaricato dal partito, aveva minacciato di presentarsi con una sua lista civica. E invece, ha deciso di appendere (almeno per ora) le scarpette al chiodo. “Finisce qui” scrive nel suo ‘testamento’ politico. Escludendo sia una sua nuova candidatura a sindaco, sia la presenza di una lista da lui ispirata.

Si ferma qui – ancora il messaggio di Scricciolo – il lavoro di una squadra affiatata e determinata il cui unico interesse era il bene di Città della Pieve. In questi anni non abbiamo fatto nulla di cui far vergognare chi ci ha dato a suo tempo fiducia“.

Risponde alle critiche sulla città che si sarebbe fermata, sui lavori pubblici, l’ambiente. E sulla chiusura dell’ospedale, ferita ancora aperta, a proposito della quale scrive: “Personalmente non ho messo firme di alcun tipo o adottato atti di alcun genere in tal senso; sono solo riuscito, alla fine di una triste vicenda, a recuperare un Pronto Soccorso ed importanti servizi in più per la nostra collettività senza fare promesse assurde o irrealizzabili come qualcuno già inopinatamente propina“.

E poi l’affondo: “I fatti però sono sotto gli occhi di tutti. Nessun mutuo, nessuna clientela, nessuna delibera di cui sentirci imbarazzati e lo dico forte sin d’ora non ci saranno nemmeno delibere di comodo dell’ultimo mese. Chi arriva troverà tutto ciò che gli serve per ben amministrare, comprese economie da poter impiegare dopo l’approvazione del bilancio consuntivo. Troverà collaborazione ed informazioni e non dovrà ricostruire gli archivi perché non entrerà in funzione alcuna macchina distruggi documenti come è avvenuto in passato“.

E ancora: “Siamo stati scomodi questo si, scomodi perché liberi e legati al solo interesse pubblico. Debbo scontare le ruggini delle primarie di cinque anni fa, le lotte intestine e tante altre colpe che prima o poi mi/ci verranno spiegate“.

Quindi lo stop, “perché non avrebbe senso una terza lista civica con due competitori già schierati“.

Eppure, ci aveva sperato, Fausto Scricciolo, che qualcosa fosse potuta accadere a rimescolare le decisioni che si stavano delineando tra i partiti: “Quando ho capito che non c’era il necessario sostegno ho fatto un passo indietro sperando, ad onestà del vero, in un ripensamento che non c’è mai stato“.

Tanta amarezza, nelle sue parole. Come si distillerà, questa amarezza, nell’urna del 26 maggio? Difficile, al momento, prevederlo. Anche perché, dall’altra parte, la situazione appare ancora fluida. Non tanto nel candidato, con la ormai scontata investitura del dipendente Usl Fausto Risini, un lontano passato da segretario dei Ds. A non essere ancora chiara è la lista di coloro che cercheranno di spingerlo verso la vittoria. Con le declinazioni locali del governo gialloverde (Lega e M5s), potrebbero ritrovarsi anche quella parte della sinistra finita all’opposizione sotto la bandiera di “Pieve di tutti”. Tutti la seguiranno, anche in caso di una virata a destra? Per ora, la parola d’ordine è “osservatorio-laboratorio civico“. Tradotto: c’è da capire, porta per porta.