Nella prossima settimana, forse già martedì, si saprà se anche in Umbria la prospettiva di un’alleanza tra Movimento 5 stelle e Partito democratico può essere praticabile in vista delle elezioni regionali di ottobre. Perché la decisione, eventualmente, non può essere presa a Perugia, ma a Roma, legata alla possibilità che nasca il cosiddetto governo giallorosso.
Lo sanno bene gli esponenti pentastellati, che infatti rimangono per lo più freddi di fronte a questa ipotesi. Lo sanno anche in casa Pd, come ha ammesso lo stesso commissario Walter Verini all’assemblea pubblica organizzata dalla sinistra: “Io in una coalizione allargata anche ai cinquestelle per fermare la destra ci starei, ma bisogna edere se il mio partito me lo farà fare…“.
Intanto, nel Pd, si alzano voci a favore di quest’alleanza per sbarrare la strada alla Lega verso Palazzo Donini. Anche la presidente dell’Assemblea umbra, Donatella Porzi, con un’intervista al Messaggero uscita proprio nel giorno delle fibrillazioni nazionali ha detto: “Pd e M5s insieme alle regionali: si può fare, io sono disposta a starci“. Spiegando che su temi quali lavoro, inclusione sociale, ambiente, partecipazione e trasparenza le sensibilità pentastellate e quelle dem possono trovare un programma comune per l’Umbria. Una posizione che anche l’ex governatrice umbra Catiuscia Marini ha dimostrato di gradire, postando l’intervista sul proprio profilo Facebook. Del resto a Roma i maggiori sostenitori del governo giallorosso sono i renziani a cui la Marini si è molto avvicinata dopo lo strappo con Zingaretti che l’ha costretta a dimettersi. Insomma, è passata un’era, politicamente parlando, da quando ci si opponeva ad un governo tra M5s e Pd dopo le catastrofiche elezioni politiche del marzo 2018: il nemico più pericoloso, ora, si chiama Matteo Salvini.
Stessa posizione per Carla Casciari, che prospetta una coalizione ampia, con dem e cinquestelle, per “arginare la destra populista“. Ed a favore di un’alleanza del centrosinistra con i grillini, per fermare la destra, si è espresso anche l’ex assessore regionale Stefano Vinti.
Un’ipotesi che a destra viene bollata come mossa della disperazione. “Laboratorio Frankenstein” l’ha definita il senatore di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini. La senatrice di Forza Italia Fiammetta Modena non sarebbe stupita di un’alleanza giallorossa, a Roma come in Umbria: “Lo abbiamo sempre saputo che quelli del Movimento cinquestelle sono di sinistra” ha detto in un’intervista a Radio radicale.
I pentastellati umbri sono spiazzati. La base pare non gradire, visti i commenti che circolano sui social, l’ipotesi di un accordo con quel Pd travolto dallo scandalo Sanitopoli che proprio i consiglieri regionali del M5s, con gli esposti portati in Procura, hanno contribuito a far emergere. Posizioni ufficiali, però, ce ne sono poche. Filippo Gallinella si è detto scettico. La consigliera regionale Maria Grazia Carbonari, in lizza per la candidatura a presidente, rimanda al mittente l’apertura della Porzi. Del resto, solo a maggio Carbonari, insieme al compagno, è stata protagonista di un passaggio in piazza nella sua Foligno in occasione della chiusura della campagna elettorale del candidato dem, finito a male parole e denunce. E in questi anni in consiglio regionale lei e il collega Andrea Liberati non hanno risparmiato critiche molto pesanti alla maggioranza ed alla Giunta Marini.
L’alternativa potrebbe essere l’europarlamentare Laura Agea, anche se spunta nuovamente il nome del medico spoletino Gino Proietti Di Manici, già lanciato un anno fa, allora con poca fortuna, nella mischia per le politiche all’uninominale.
Le regionarie per la scelta delle candidature umbre sono bloccate in attesa delle scelte romane. E come gli esponenti del Pd, anche i cinquestelle umbri aspettano le evoluzioni della politica nazionale. Qualora l’ipotesi del governo giallorosso saltasse è scontato che verrebbe meno anche ogni ipotesi di trattativa per le regionali. D’altro canto, un accordo nazionale non ne garantirebbe automaticamente uno anche in Umbria. Regione da sempre governata dal centrosinistra, cosa non trascurabile per una forza politica nata come antisistema. E il “sistema” da abbattere, appunto, in Umbria è il Pd.
Vedendo la strada verso l’ufficializzazione dell’accordo di coalizione con il centrosinistra complicarsi, i sottoscrittori del manifesto/appello del Cantiere Civico chiedono di fare presto. “Nel momento in cui stiamo scrivendo queste righe – è il loro messaggio indirizzato a Fora ma rivolto a tutte le forze politiche del centrosinistra – mancano soltanto 65 giorni alle elezioni regionali; si sono mossi solo alcuni passi insieme ma tutto è ancora da costruire“.
A scrivere sono Costanza Spera e Timoteo Carpita, che dopo aver a lungo sollecitato Andrea Fora a dare la propria disponibilità alla candidatura a presidente della Regione, ritengono “sia ora di rompere gli indugi e chiedergli pubblicamente di andare avanti e di continuare ad aggregare tutte le energie di cui l’Umbria ha bisogno non solo per voltare pagina ma anche per scrivere le migliori pagine di un nuovo libro“.
Sembra dunque arrivato il tempo delle scelte “nette e ben definite“: la data delle elezioni convocate per il 27 ottobre “impone con sollecitudine di partire fin dai prossimi giorni con tutte quelle azioni necessarie per seminare in ogni angolo della nostra regione il seme della ‘rivoluzione della speranza’. Chiediamo ad Andrea Fora l’ulteriore assunzione di responsabilità necessaria e rendersi elemento di coagulo delle energie, civiche, politiche, associative che possano in pochi giorni ampliare e condividere il progetto per l’Umbria. Idee e progetti camminano sulle gambe delle persone e, mai come oggi, in questo tempo di crisi della politica, è la credibilità delle donne e degli uomini che infonde speranza e chiama all’impegno coloro che non vogliono arrendersi al declino della nostra terra. Fondamentale per costruire il futuro della nostra terra sarà la capacità di dialogo e sintesi tra tutte le sensibilità che condividono un progetto di crescita e cambiamento. Nessuno escluso“.
Un’alleanza tra il Pd e i pentastellati rimetterebbe in discussione il lavoro fatto in queste settimane per unire il centrosinistra insieme ai civici di Andrea Fora. Perché se da una parte l’alleanza politica giallorossa richiederebbe un candidato esterno ai due partiti per trovare la sintesi (un po’ come avvenuto al Governo un anno fa, quando Di Maio e Salvini scelsero Conte), il fatto che Fora sia da tempo in trattativa con il Pd di Verini potrebbe indurre i pentastellati a chiedere di azzerare il tutto e di guardare altrove. Un po’ la richiesta arrivata da sinistra e dai socialisti. Ma qualora la richiesta arrivasse dal nuovo alleato pentastellato, sarebbe difficile opporsi.
Andrea Fora va avanti per la sua strada. Ed incassa nuovi consensi al suo progetto civico. Nell’assemblea all’Hotel “Mater Gratiae” di Montemorcino Democrazia Solidale-DEMOS Umbria ha scelto di sostenere la sua candidatura. “Ci sembra il profilo più adatto per costruire una vera alternativa ad un centro-destra a trazione leghista – ha detto il coordinatore regionale Riccardo Vescovi – in quanto Andrea Fora ha le competenze e la credibilità per essere un ottimo Presidente della Regione, un’istituzione che vive un momento molto difficile. Crediamo, inoltre, che la sua figura possa essere rappresentativa di più mondi che in questo momento straordinario decidono di unirsi perché sappiamo che in ballo c’è il cuore di questa regione da sempre votata alla pace e all’accoglienza come le figure di San Francesco e Aldo Capitini esemplificano al meglio”.
Nella corso della serata c’è stato spazio soprattutto per i contenuti che i gruppi di lavoro stanno sviluppando per sintetizzarli in un documento che contribuirà al programma della coalizione. “Lavoro, Ambiente e Famiglia. Queste sono le prime sfide su cui ci si vuole concentrare. E un nuovo metodo. “Un progetto che parte dal basso – ribadisce Vescovi – e punta a diffondere uno stile partecipativo all’interno della politica umbra che negli ultimi anni ha avuto il difetto di adottare un atteggiamento troppo verticistico”.
Intanto la prossima settimana parte del Direttivo umbro si troverà a Prato alla scuola politica organizzata dal Coordinamento nazionale di Demos, un’occasione per confrontarsi con il difficile momento istituzionale che stiamo attraversando ma anche per conoscere e scambiarsi buone pratiche che si applicano in tutta Italia.