Perugia

Elezioni a Perugia, la strategia dietro il ribaltone a 5 stelle

Ventiquattro ore dopo il ribaltone a cinque stelle, con il Movimento che tramite il proprio sito ha ufficializzato per Perugia la candidatura a sindaco di Francesca Tizi preferita alla capogruppo Cristina Rosetti, sbollita l’arrabbiatura, si inizia a definire una strategia in una mossa che, almeno nella forma (ma spesso anche nella sostanza) ha trovato diverse critiche.

La capogruppo Rosetti, scelta dalla base per tentare ancora la corsa al gradino più alto di Palazzo dei Priori, ha messo da parte le parole al vetriolo contro i vertici romani del Movimento, ai quali appare “troppo grillina”. Ed è tornata al suo posto di combattimento: “Oggi, più forte di prima, sarò in Consiglio comunale a battermi per la mia città, come faccio da quasi cinque anni“.

Da sabato sera, da quando cioè è stata ufficializzata dal Movimento la candidatura della concorrente che non sapeva neanche di avere, Rosetti ha ricevuto numerosi messaggi e telefonate di solidarietà, anche da parte di esponenti di altre forze politiche, che hanno espresso sgomento per il trattamento ricevuto. Non solo per la scelta fatta, ma soprattutto per il metodo utilizzato, con la “bocciatura” da parte del suo partito comunicata urbi et orbi attraverso il sito del Movimento, senza neanche una telefonata di spiegazione.

Spiegazione che nella giornata di domenica pare sia arrivata, con la rassicurazione che il lavoro fatto in questi anni a Palazzo dei Priori sarà tenuto nella giusta considerazione. Tra un anno ci sono le elezioni regionali e per Rosetti potrebbe anche profilarsi un ruolo importante nella squadra che darà l’assalto a Palazzo Donini. L’importante è continuare comunque a remare dalla stessa parte, a Perugia e nelle altre città.

Ciò che può apparire una sconfitta – scrive Cristina Rosetti – può essere in realtà, e per me già lo è, un grande riconoscimento, una grande occasione, anche per la città, una grande vittoria. Prendendo a prestito dal coraggio puro (quello del compianto Leonardo Cenci, ndr), vi dico: Avanti Tutta! Sempre! Non mollerò! Non molleremo!“. Parole che non stupiscono chi in questi anni ha avuto modo di conoscere la determinazione, politica e caratteriale, della capogruppo pentastellata.

Del resto, la scelta di candidare a sindaco la ricercatrice universitaria Francesca Tizi, già gettata nella mischia delle politiche un anno fa, sembra appartenere ad una strategia studiata sull’asse Roma-Perugia (passando per Terni). Sì, la linea giovane, i titoli, i volti freschi. Francesca Tizi risponde a tutto questo (profilo, del resto, dal quale anche Cristina Rosetti non era poi così lontana). E le numerose felicitazioni ricevute dalla ricercatrice (accanto a qualche critica più o meno esplicita) dopo l’ufficialità della sua candidatura lo testimoniano. E’ sembrato però che Francesca Tizi fosse più spendibile per un’eventuale ponte da gettare verso il sindaco Romizi, in caso di ballottaggio. Perché gli strateghi pentastellati hanno capito che da soli, specialmente alle amministrative, continueranno probabilmente a perdere (ieri per mano del centrosinistra, oggi del centrodestra). La vittoria a Roma sembra infatti essere una parentesi data dalle contingenze locali più che una rondine che annuncia su e giù per la Penisola la primavera a 5 stelle. E se si vuole usare “l’apriscatole” anche nei Comuni e nelle Regioni occorre che in quei Palazzi si entri, dalla porta principale, per arrivare nella stanza dei bottoni.


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Francesca Tizi, che cinque anni fa si era espressa apertamente a favore dell’allora cavallo di rincorsa Andrea Romizi, per profilo e convinzioni personali, può essere la figura attraverso la quale gettare questo ponte in caso di necessità per superare le truppe di Giubilei. Operazione che difficilmente si sarebbe potuta effettuare con Cristina Rosetti, che in questi cinque anni è stata una spina nel fianco per Romizi e la sua Giunta.

In questa fase, però, la priorità per la neo candidata pentastellata Francesca Tizi è quella di “cancellare” le antiche simpatie nei confronti di Romizi, che il 26 maggio sarà un avversario come gli altri. Pur non risparmiando bordate a sinistra. “Cinque anni fa – scrive la candidata pentastellata – il ‘regimetto”’della sinistra perugina è stato sostituito da quello che oggi, con il senno di poi, posso inconfutabilmente definire l’immobilismo di Romizi“. “Inconfutabilmente” e “con il senno di poi“. Insomma, Romizi rappresentava la speranza di un cambiamento che non c’è stato. Non c’è nulla da vergognarsi nell’averci sperato.

La mia candidatura – spiega ancora Francesca Tizi – vuole rappresentare un colpo di spugna al passato: Perugia ha bisogno di un cambiamento reale, non solo di facciata. Perugia deve diventare la città del lavoro, dell’impresa e dello studio. Perugia deve diventare un esempio da seguire per le altre città italiane. Il programma conterrà ogni dettaglio di questo nuovo tornante della storia della città. Ma un’anticipazione la voglio dare: lavoratori ed imprese avranno un Comune dalla loro parte che smetterà di vessarli con insostenibili balzelli ed inutili pastoie burocratiche“. I pentastellati provano a cambiare tavolo di gioco e sfidano il centrodestra in quello che tradizionalmente è il suo campo, l’imprenditoria e la pressione fiscale. Sempre che dal 27 maggio non Tizi e Romizi non si ritrovino poi a giocare nella stessa metà campo.