Perugia

Elezioni, la sindrome “Spoleto” colpisce anche a Perugia

Sembra proprio che a queste latitudini “Spoleto” sia la parolina magica per introdurre il colpo di teatro nelle rappresentazioni politiche del Movimento 5 stelle. Un anno fa nella città del Festival arrivò da Roma lo stop alla candidatura a sindaco di Tommaso Biondi, scelto dalla base grillina locale. Il “no” fu così perentorio da portare il Movimento 5 stelle a rinunciare a presentare una propria lista pur di non uscire dal proprio protocollo del rigore, anche in una delle prime città in Umbria dove aveva piazzato una bandierina, con l’elezione dell’allora consigliere comunale Carmelo Parente.

Ora la sindrome Spoleto arriva a scompaginare il tavolo a 5 stelle anche a Perugia. E’ infatti originaria di Spoleto, anche se divenuta perugina per scelte professionali, Francesca Tizi, la 45enne ricercatrice di diritto processuale civile al Dipartimento di Giurisprudenza a Perugia che i vertici del partiti hanno scelto come candidato sindaco nel capoluogo umbro. Motivazioni diverse, nel dietrofront perugino con quello spoletino, ma modalità simili. Anche se con un epilogo diverso. Perché a Perugia il M5s un candidato lo avrà: Francesca Tizi, appunto.

Il suo nome, con la relativa lista (l’unica al momento “bollinata” per l’Umbria) da sabato compare nel sito ufficiale del Movimento. Ed è stata la stessa Francesca Tizi, con una breve nota, ad ufficializzare la propria candidatura a sindaco: “Il Movimento 5 stelle e Luigi Di Maio, che sentitamente ringrazio, hanno rinnovato la loro fiducia nei miei confronti dopo la candidatura al Senato“. Un anno fa, infatti, alla Tizi venne data l’opportunità di battagliare all’uninominale a Perugia per un seggio al Senato. Per la sconfitta non le sono state attribuite colpe, tant’è che il Movimento ha deciso di riproporla anche per Palazzo dei Priori. E lei, che come sfondo sulla propria pagina Facebook ha continuato a mantenere la foto che la ritrae insieme a Luigi Di Maio, ha capito che la sua esperienza politica non si era fermata a quel 4 marzo 2018.

Con assoluta dedizione impiegheremo i prossimi anni alla rinascita, da troppo tempo attesa, della nostra amata città – scrive ancora Tizi – partendo dall’ascolto delle persone, delle famiglie  delle imprese per costruire una Perugia Nuova“.

Quanto alla lista che ha presentato sulla piattaforma Rousseau insieme alla propria candidatura, Francesca Tizi scrive: “Nei prossimi giorni comunicheremo la nostra squadra composta da persone irreprensibili, di spiccata professionalità, stimata carriera e notevole impegno civile in associazioni, comitati e nel Movimento 5 stelle“. Insomma, il Movimento 5 stelle punta a cambiare profilo per dare scacco a Romizi ed al candidato del centrosinistra Giuliano Giubilei.


Elezioni, corsa (a ostacoli) sul carro dei candidati


Un fulmine a ciel sereno per l’attuale capogruppo (e fino a ieri sera candidata in pectore anche per il 2019) Cristina Rosetti. Che sembra non sapesse neanche dell’esistenza della lista concorrente presentata da Francesca Tizi, nonostante i confronti serali (come dimostrano le foto via via postate sui social) tra i rappresentanti locali del Movimento per preparare, apparentemente con grande sintonia, la sfida a Romizi e Giubilei.

Proprio la vicinanza di Francesca Tizi, cinque anni fa, ai progetti di Andrea Romizi sono stati tirati subito fuori dopo l’ufficialità della sua candidatura. Arrivando quasi ad ipotizzare, amaramente, che la mossa possa prefigurare una futura alleanza con il centrodestra.

Ma al di là delle futuristiche letture politiche, il rischio reale per ora è che il Movimento 5 stelle (che nelle intenzioni di Di Maio dovrebbe aggregare altre forze civiche) perda i pezzi al proprio interno. L’incontro tra le due donne che si sono giocate sulla piattaforma Rousseau la candidatura a sindaco per Perugia non c’è ancora stato. La battagliera Cristina Rosetti, palesemente delusa per le scelte e soprattutto per le modalità, ha commentato amaramente di essere evidentemente, “troppo grillina” per il Movimento 5 stelle. Spetta ai big umbri del partito, ora, provare a ricucire. Per annullare, almeno a Perugia, la “sindrome da Spoleto”.