C’è l’intesa tra il Pd del candidato sindaco e segretario Stefano Lisci e Andrea Sisti, scelto da M5S, CiviciX e Italia Viva. E’ quanto confermano i due protagonisti sull’incontro che si è tenuto ieri in una casa di Castel Ritaldi, praticamente in zona neutra, ed alla quale hanno partecipato il segretario regionale Tommaso Bori e Marco Trippetti per i dem, il consigliere regionale Andrea Fora e Giovanni Angelini Paroli per la lista civica.
Si tratta del primo incontro tra i due leader che li ha visti d’accordo su quasi tutto. Tanto che Sisti sarebbe pronto a correre sotto la bandiera di Lisci impegnandosi, in caso di vittoria, a fare il vicesindaco; come pure Lisci disponibile a lasciare lo scranno più alto se la coalizione (Ora Spoleto, Socialisti, Eleggiamo Spoleto) e l’assemblea del piddì dovessero optare per il nome dell’agronomo, purché la prossima Giunta sia a maggioranza dem.
Una intesa che si concretizzerà nei prossimi giorni ma che ormai sembra tracciata verso la prima ipotesi (candidato sindaco del Pd), vuoi perché la coalizione civica che sembrava dovesse fare sfaceli in città si è di molto ridimensionata, vuoi perché Spoleto2030 di Diego Catanossi e del coordinatore regionale Giacomo Leonelli non sono affatto propensi a sostenere un candidato portato dai 5 stelle.
Quando mancano quindi due settimane alla consegna delle liste elettorali, il Pd, con l’intesa raggiunta ieri, è a un passo dal ritrovarsi compatto con le forze di centrosinistra ai nastri di partenza.
Resta la corsa solitaria di Giancarlo Cintioli (Insieme per Spoleto), il candidato più trasversale con accordi già fatti a destra, a manca e anche al centro: ad oggi ha incassato l’appoggio di Difendiamo Spoleto (da cui si è separato in corsa l’ex sindaco Brunini) e molto probabilmente, come vedremo a breve, di un’altra lista civica. Per lunedì comunque è previsto in agenda un confronto con il segretario Lisci che proverà a giocare le ultime carte per ricucire lo strappo con Cintioli.
Fa un pesante passo indietro il centrodestra locale con i tre partiti di Salvini, Meloni e Berlusconi che andranno letteralmente divisi ai nastri di partenza.
Chiaro quindi che la partita si giocherà caso mai al secondo turno, ammesso che una delle tre forze riesca a raggiungere il secondo posto (Pd e Lista Cintioli al momento sembrano le più strutturate).
Il termine ultimo dato alla Lega per ripensare la scelta di Sergio Grifoni è scaduto e il partito del coordinatore Andrea Borgotti attende solo l’ok del regionale per impalmare la candidatura di Paolo Imbriani, l’ex funzionario Bps su cui i leghisti ripongono tutte le loro speranze. Probabile una lista di sostegno al candidato sindaco.
Grifoni quindi correrà sotto la bandiera di Fratelli d’Italia, Spoleto popolare e Alleanza civica, cui si aggiunge la lista del candidato sindaco che il portavoce del City forum sta mettendo in piedi.
Il dialogo tra Fd’I e Lega resta più che buono, ma per i verdi di Salvini la candidatura di Grifoni e le sue campagne sull’ospedale, giudicate spesso pretestuose, e ancor più gli attacchi alla Governatrice Donatella Tesei non possono essere cancellati addirittura con una promozione.
L’altro blocco è composto da Forza Italia, che ha aperto le braccia agli ex deaugustiniani Beatrice Montioni e Francesco Flavoni, e alle due (?) liste di Maria Elena Bececco pronta a dare ospitalità agli ex leghisti defenestrati lo scorso autunno (Sandro Cretoni, Fagotto Fiorentini, David Militoni, Debora Pompili e Maria Rita Zengoni) ma anche ai “reduci” di Laboratorio, la lista creata da De Augustinis, come Mario Mancini e Roberto Ranucci. In forse Massimiliano Montesi, bocciano di ferro, che potrebbe anche optare per un posto nelle liste di Cintioli. Ma anche questo blocco registra una nuova spaccatura.
In queste ore, infatti, il direttivo di Spoleto Sì di Maurizio Hanke ha deciso di rompere le trattative e uscire dall’alleanza.
Il motivo? Di fatto il disaccordo sul nome della candidata Beatrice Montioni (che a questo punto tornerebbe in pole position sulla Bececco) al quale avrebbero preferito quello di un candidato/a civico/a. “Nella precedente alleanza di ‘Spazio civico’ era preponderante la componente del civismo rispetto a quella dei partiti” scrive Hanke in una nota diramata alle 17.40 “non c’è più una equilibrata assegnazione delle responsabilità e dei ruoli all’interno di questo polo che peraltro intravede nelle proposte di collaborazione degli altri due soggetti politici (Forza Italia e Spoleto Futura, n.d.r.) la volontà precostituita di sottovalutare e emarginare gli uomini e le idee di Spoleto Sì”.
Di correre per conto proprio non se ne parla. Per il momento sono in corso trattative sia con la Lega, sia con Cintioli anche se alla fine dovrebbe spuntarla quest’ultimo al quale Hanke è legato da un “rapporto di decennale amicizia”.
Come anticipato da Tuttoggi nell’edizione di ieri è terminata in queste ore la raccolta di firme dei consiglieri uscenti che avevano votato la sfiducia alla giunta di Umberto De Augustinis il quale, ironia della sorte, nelle stesse ore, in una lunga intervista a Ilaria Bosi de Il Messaggero, si dichiara pronto, in caso di una favorevole sentenza di sospensiva del Consiglio di Stato, a ritornare in sella e a ricostruire una nuova alleanza.
Che dimostrerebbe come l’ex sindaco non abbia il polso della situazione politica che si vive in città.
Il memorandum di intesa è stato firmato da 14 dei 15 consiglieri, unica eccezione Carla Erbaioli, ufficialmente in ferie fuori Regione ma che non sembra più interessata alla politica (non ha rinnovato la tessera con il piddì e non si è costituita al Tar nei due ricorsi intentati dal primo cittadino che finora hanno dato ragione a Prefettura di Perugia, Ministero degli Interni e Quirinale che hanno decretato lo scioglimento degli organismi comunali).
14 dimissionari sono comunque più che sufficienti per interrompere anche un eventuale ritorno a palazzo di De Augustinis. Con la conseguenza che le elezioni verrebbero posticipate alla primavera 2022: da far venire i brividi ai polsi della Commissaria prefettizia Tiziana Tombesi, catapultata in una città più complicata (e avvelenata) di quanto potesse immaginare.
Basta dare uno sguardo, non bastassero i siparietti offerti dalla politica, ad un paio di editori locali: uno che pur di far resuscitare la fu democrazia cristiana spara supercazzole giusto per avvelenare il clima (come quella del passo indietro di Lisci, pubblicata proprio mentre questi trovava l’intesa con Sisti), un altro pronto a reclutare candidati per una delle liste del polo civico-azzurro. Entrambi sotto le mentite spoglie di quella che chiamano libertà di informazione.
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