Perugia

Elezioni, il Pd prova il riscatto col “cantiere collettivo del centrosinistra”

Un terzo dei comuni umbri al voto per rinnovare i sindaci. E tra questi, Perugia, che Romizi ha strappato al centrosinistra e che detiene da due mandati. Il 2024 diventa un anno deciso per le sorti politiche dell’Umbria, con vista sulle regionali.

Un appuntamento al quale si prepara un Pd in cerca di riscatto. E di compattezza, al proprio interno e nella coalizione da mettere in campo.

Il “cantiere collettivo”

Un passo importante, verso questi due obiettivi, lo hanno compiuto il segretario regionale Tommaso Bori e il segretario dem di Perugia Sauro Cristofani. Che in una nota congiunta annunciano di aver “avviato un cantiere di partecipazione e di lavoro, muovendoci su parametri e considerazioni condivise”.

Un cantiere che parte dal risultato delle ultime amministrative. Letto come “la più grande sconfitta della destra in Umbria degli ultimi dieci anni”, con la perdita di Terni. Una tornata, è l’analisi di Bori e Cristofani, che “ha messo in evidenza la difficoltà degli esponenti di centro-destra a rappresentare una proposta politico-istituzionale credibile nell’amministrazione regionale e in quella di importanti comuni. In alcuni casi, purtroppo, neanche noi siamo stati gradi di costituire una opzione valida”.

Prove di alleanza

Di fronte a questo, il Pd è chiamato a “costruire l’alternativa e non lasciarla rappresentare ad altri”. “L’alleanza di centro-sinistra che intendiamo costruire, soprattutto in vista delle prossime elezioni comunali – annunciano Bori e Cristofani – deve essere l’occasione per individuare programmi e candidature che, a partire dalle principali città, ridiano ai cittadini progetti di sviluppo e una classe dirigente in grado di affrontare e risolvere i problemi economici, sociali e di governo della città”.

In questo quadro il Pd, di fronte allo svilupparsi del confronto politico in alcune importanti città della regione e nel capoluogo, conferma di voler lavorare alla costruzione di una coalizione che tenga insieme l’ampio schieramento delle forze che si riconoscono in ideali e valori comuni, a partire ovviamente dal Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, dalle realtà civiche, da Azione e Italia Viva, Alleanza Verdi Sinistra, Socialisti, Più Europa e Demos e tutti quei movimenti e gruppi che, a livello di contenuti programmatici, rifiutano di sostenere le alleanze di centrodestra sempre più improntate alla smobilitazione dei servizi pubblici.

Il candidato sindaco

Quanto ai candidati, Bori e Cristofani chiariscono: “Nella costruzione delle alleanze ruolo importante avrà l’individuazione dei candidati sindaco. Il punto centrale è e rimane il metodo: il Pd non parte con ricette predeterminate e non è pregiudizialmente ostile a nessuna candidatura, purché ottenga una larga adesione della coalizione ed esprima una forte potenzialità elettorale”.

Quindi: “Il Pd, quale componente indispensabile della coalizione, non ha né l’ambizione né la presunzione di imporre proprie candidature, ma rimane convinto che senza un largo sostegno alle scelte del partito di maggioranza della coalizione, resta difficile competere realisticamente con lo schieramento di centrodestra. Qualora la coalizione lo ritenesse necessario, inoltre, il Pd avanzerà le proprie candidature prospettando l’impegno di personalità innovative, con una specifica formazione professionale e dotate di esperienza politica e competenze amministrative. Il tutto per far fronte al meglio alla necessaria azione di governo della città”.