Il trionfo di Lorenzo Pierotti, che a Corciano raccoglie il testimone lasciato da Betti sfondando oltre il 66%. La conferma, poco più in là, di Sandro Pasquali a Passignano, che alla vigilia non era data per scontata contro il tentativo di Reconquista di Ermanno Rossi. Mentre a Santa Maria Tiberina Letizia Michelini ha più confermato i pronostici, sfiorando il 79% dei consensi.
Mettiamoci anche il ballottaggio che Sauro Anniboletti ha strappato al sindaco uscente Luca Carizia a Umbertide, l’ex Stalingrado dell’Umbria, pur con 13 punti percentuali da recuperare in 15 giorni.
Ma il sorpasso subito a Terni da Bandecchi, che contenderà al “predestinato” del centrodestra Masselli la fascia di sindaco in un anomalo “spareggio” pieno di incognite e l’aver dovuto abbandonare il piano nobile del palazzo comunale a Trevi, per fare spazio a Ferdinando Gemma, pesano sul bilancio del Pd e del centrosinistra umbro. Che ora si aggrappa ad Anniboletti, l’Uomo della Provvidenza.
Centrosinistra che a Terni, numeri alla mano, sconta la mancata ricostituzione del fronte giallorosso. Con i 4mila e rotti voti del Movimento 5 stelle e di Bella Ciao Popolare Ambientalista, Jose Maria Kenny avrebbe sopravanzato il patron della Ternana. “Abbiamo sottovalutato Bandecchi” si mormora a sinistra. E questo, nonostante un sondaggio, commissionato proprio da quelle parti, avesse addirittura indicato Bandecchi in testa. Una previsione così incredibile, da non crederci.
E infatti Bandecchi non è primo, ma se la gioca con Masselli. La cui lista, con il 5%, ha addirittura sopravanzato la Lega, che paga il dazio del pasticcio Latini. Una coalizione cannibalizzata da Fratelli d’Italia, che raccoglie da sola quasi la metà dei 17mila voti ottenuti dal centrodestra.
E adesso? Lo sguardo a quei circa 16mila voti che non sono andati né a Masselli, né a Bandecchi. Alcuni di questi elettori andranno al mare, se a fine maggio smetterà finalmente di piovere. Del resto, la pioggia ha già lasciato a casa quasi il 43% dei ternani aventi diritto al voto.
Pd e M5s potrebbero essere tentati dall’opzione Bandecchi. Un tipo non certo tranquillo come compagno di viaggio.
Intanto il Pd medita sull’opportunità del candidato, apparso a molti già impopolare nel nome, al di là delle qualità della persona. Kenny, Elly… va bene il cambiamento, ma così è apparso un po’ troppo! Soprattutto in una città che era operaia. E che ogni tanto se lo ricorda, come dimostrano alcuni risultati dell’ultrasinistra impensabili ad altre latitudini. Che poi anche la lista Kenny e l’alleanza a sinistra che richiama tanti dei valori cari ad Elly non hanno poi fatto così male. Come non sarebbe andato male il Pd con il suo 15%, ma solo se si guarda al punto toccato cinque anni fa (13%). Dopo l’assist fornito dal centrodestra con la tardiva scelta su Latini, le aspettative erano ben altre, come dimostra anche la mobilitazione propagandistica.
Il Movimento 5 stelle cinque anni fa aveva sognato il ballottaggio con De Luca. Di quel 25% al M5s ne resta circa un quarto. Le nubi oscurano il cielo pentastellato.
Insomma, nella città dell’Acciaio, si stanno preparando i popcorn.
Dal Carroccio si cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno. E anche lì, la bevanda non è sempre zuccherata.
Il segretario della Lega Virginio Caparvi, nel suo commento, parte dal risultato di coalizione: “Il centrodestra conferma di essere prima forza politica in Umbria, riconferma sindaci della Lega capaci come Fabrizio Gareggia a Cannara. Luca Carizia ad Umbertide va al ballottaggio forte di una grande risultato del centrodestra e della Lega che si attesta all’11%. Inoltre, con Ferdinando Gemma, strappiamo la città di Trevi alla sinistra dopo 75 anni ininterrotti di amministrazione. A Terni la nostra coalizione è avanti e abbiamo l’intenzione di sugellare la vittoria il prossimo 28 maggio”.
Tutto vero. Poi, però, Caparvi deve aggiungere: “Tuttavia l’analisi del voto deve indurre ad una seria riflessione. Ribadiamo infatti che i percorsi politici debbono essere sempre soppesati contemperando molteplici fattori senza fermarsi superficialmente solo a quello del peso meramente elettorale”. Dichiarazione che sembra un voler mettere le mani avanti, nei confronti degli alleati di Fratelli d’Italia. Che dopo aver opzionato la candidatura a sindaco a Perugia, lanciano qualche messaggio verso Palazzo Donini, dove hanno ormai smesso di chiedere il rimpasto a Tesei.
Nei prossimi mesi si capirà se è solo un modo per alzare la posta altrove oppure, da Roma, è arrivato il via libera per mettere sul tavolo un altro nome. Nel frattempo i distacchi subiti dai meloniani a Terni (14 punti), Corciano (15 punti, con il Carroccio fuori dal Consiglio, e addirittura Umbertide (quasi 4 punti percentuali) pesano, eccome. Soprattutto dopo i risultati delle politiche.