Domenica 4 marzo, dalle 7 alle 23, anche 672.314 umbri saranno chiamati alle urne per scegliere i propri rappresentanti alla Camera dei Deputati. Per il Senato, dove per votare bisogna aver compiuto 25 anni, gli umbri aventi diritto saranno 625.193. Non essendoci concomitanza con le regionali, gli umbri, riceveranno due schede: una rosa per la Camera ed una gialla per il Senato.
Si vota con un sistema misto: i seggi verranno infatti assegnati per un terzo con il sistema uninominale (lo scontro tra un solo candidato per ogni schieramento, vince chi conquista anche un solo voto in più) e due terzi con il sistema proporzionale (in base al voto preso da ogni singolo partito).
Per l’Umbria sono in palio 9 seggi da deputato (3 con l’uninominale e 6 con il proporzionale) e 7 per il Senato (2 con l’uninominale e 5 con il proporzionale).
Proprio la presenza dei nomi dei candidati all’uninominale comporta che le schede ricevute saranno differenti a seconda del collegio (in Umbria sono 5, 3 per la Camera e 2 per il Senato) che ricomprende il comune in cui si ha la residenza.
Su ciascuna scheda compaiono dunque i nomi dei candidati a quel collegio uninominale (nel rettangolino in alto) ciascuno dei quali collegato ai simboli dei partiti che lo sostengono, con i nomi dei candidati (da 2 fino a 4) di quel partito per l’assegnazione dei seggi con il proporzionale. L’ordine del listino proporzionale è stato fissato da ciascun partito: l’elettore non può indicare preferenze e dunque vanno in Parlamento i componenti progressivi della lista (dal numero 1 a al numero 4) in base ai voti presi dal partito.
Il sistema misto complica un po’ le cose per gli elettori, ma non troppo. Tre, infatti, sono le modalità di voto.
Attenzione: non è permesso il voto disgiunto, cioè votare per un candidato al collegio uninominale e per un partito al di fuori della coalizione che lo sostiene. In questo caso il voto è annullato.
Come detto, non è consentito esprimere preferenze per sovvertire l’ordine del listino scelto dai partiti: se si scrivono dei nomi, il voto viene annullato.
Da quest’anno l’elettore non deve inserire la scheda nell’urna. La nuove schede infatti contengono un tagliando antifrode, con un codice, per impedire il voto di scambio. L’elettore, uscito dalla cabina, consegna la scheda al presidente di seggio. E’ il presidente che, dopo aver controllato il numero del tagliando ed averlo staccato, rendendo la scheda in questo modo anonima, la inserirà nell’urna.
Più complicato capire a chi è andato il voto espresso. Lo spoglio delle schede avviene subito dopo la conclusione delle operazioni di voto, cominciando da quelle per il Senato. Dalle 23 sarà possibile mandare in onda e pubblicare gli exit poll, cioè i sondaggi realizzati sulla base delle interviste a campione effettuate tra gli elettori.
Assegnare i voti con l’uninominale è semplice: in ogni collegio vince il candidato che conquista anche un solo voto in più del secondo.
Per il proporzionale, il Rosatellum assegna seggi, per ogni regione secondo il numero prefissato (11 in Umbria) in base ai voti raccolti dal partito a livello nazionale.
Ci sono però delle soglie di sbarramento: ogni lista che si presenta per partecipare all’attribuzione dei seggi proporzionali deve superare il 3% a livello nazionale; ogni coalizione composta da più liste deve superare il 10% e, al suo interno, vi deve essere almeno una lista che superi il 3%. A queste si aggiungono le soglie di sbarramento interne alle liste che sostengono una coalizione. Sotto l’1% dei voti, la lista non ottiene seggi né per sé, né per gli altri partiti della coalizione. Il voto, in questo caso, va dunque disperso. Se la lista raccoglie una percentuale compresa tra l’1% e il 3%, non ottiene seggi per sé, ma i suoi voti vanno al partito più votato della coalizione.
Sapere tuttavia quali candidati saranno eletti non sarà immediato: per il sistema degli scorpori dei voti appena spiegato, per il cosiddetto “effetto flipper“, perché un aspirante parlamentare può essere candidato in un collegio uninominale e contemporaneamente in altri listini proporzionali. Quindi, scegliendo un seggio dove è stato candidato, lascerà libero conseguentemente il suo posto a colui che lo segue nell’ordine del listino negli altri collegi plurinominali o in tutti.
Per la Camera, gli elettori del Collegio 1 (Perugia, Media Valle e Trasimeno) sono 213.871 (102.631 maschi e 111.240 femmine). Nel capoluogo gli elettori sono 122.214.
Nel Collegio 2 (fascia Umbria est, da Castello a Foligno alla Valnerina), gli elettori sono 231.030 (di cui 111.721 maschi e 119.309 femmine). Tra i comuni più grandi, Foligno (42.588 i voti in ballo), Città di Castello (30.293), Gubbio (25.327) e Assisi (21.420).
Nel Collegio 3 della Camera (Terni, Spoleto, Todi) gli elettori sono 227.413, divisi tra i 51.554 della provincia di Perugia e 175.859 della provincia di Terni, di cui 109.051 maschi e 118.362 femmine. A Terni gli elettori sono 84.412, a Spoleto 29.056, a Orvieto 15.922, a Narni 15.337, a Todi 12.758.
Così invece per il Senato. Nel Collegio Umbria 1 (Nord), gli elettori sono 329.243 (157.548 maschi e 171.693 femmine). A Perugia gli aventi diritto sono 113.412, a Città di Castello 28.090, a Gubbio 23.306, ad Assisi 19.830.
Nel Collegio 2 del Senato (Umbria Sud), gli elettori sono 295.950 (di cui 141.386 maschi e 154.564 femmine). A Terni 78.703 votanti, a Foligno 39.696 votanti, a Spoleto 27.128.
Nella provincia di Perugia le sezioni sono 710, di cui 159 nel capoluogo, 54 a Foligno ed altrettante a Città di Castello, 42 a Spoleto, 33 a Gubbio, 32 ad Assisi. Nella provincia di Terni le sezioni sono 295, di cui 129 a Terni, 28 a Orvieto e 25 a Narni.
Alle ultime politiche, per la Camera votò il 79,5% dei 683.834 umbri aventi diritto. I 9 seggi a disposizione furono così distribuiti: 5 al Pd (168.820 voti – 32,06%), 2 al M5s (143.004 voti – 27,16%), uno al Popolo della libertà (102.462 voti – 19,46%), 1 a Scelta civica (41.410 voti – 7,86%).
Nello schieramento di centrodestra, oltre al Pdl, questi risultati: FdI 14.573 voti (2,76%), La Destra 5.544 (1,05%), Lega Nord 3.077 (0,58%), Mir 1.245 (0,23%), Intesa popolare 787 (0,14%), Mpa 274 (0,05%). Nel centrosinistra, oltre al Pd: Sel 16.872 (3,2%), Centro democratico 1.505 (0,28%). Con Scelta civica, Udc 6.805 (1,29%), Fel 2.388 (0,45%). Inoltre, Rivoluzione civile 13.324 (2,53%), Fare per fermare il declino 4.338 (0,82%).
Per il Senato votò il 79,11% dei 634.867 aventi diritto. I 7 seggi in palio furono così attribuiti: 4 al Pd (167.460 voti – 34,44%), 1 al Pdl (98.842 voti – 20,32%), 1 a Con Monti per l’Italia (40.585 voti – 8,34%), 1 a M5s (123.028 voti – 25,3%). Gli altri partiti del centrodestra: FdI 13.764 voti (2,83%), La destra 5.126 (1,05%), Lega Nord 2.952 (0,6%), Intesa popolare 1.122 (0,23%), Mir 1.064 (0,21%). Nel centrosinistra, Sel prese 15.283 voti (3,14%). Gli altri: Rivoluzione civile 9.963 voti (2,04%), Fare per fermare il declino 3.489 voti (0,71%), Partito comunista dei lavoratori 3.530 (0,72%).
Il livello di affluenza è una delle grandi incognite di questa campagna elettorale. Per il Senato, nel 2008 votò l’83,71% degli umbri, mentre nel 2013 si scese a quota 79,11%. Per la Camera, l’affluenza fu dell’84,15% nel 2008 e del 79,5% nel 2013. Alle regionali, nel 2015 ha votato il 55,42% degli aventi diritto.
Può essere interessante anche un confronto con le più vicine elezioni regionali, sebbene la composizione degli schieramenti, anche in questo caso, fosse diversa da quella che si presenta ai nastri di partenza il 4 marzo 2018.
In Umbria, la candidata del centrosinistra Catiuscia Marini fu eletta presidente con 159.869 voti (42,78%), con i partiti dello schieramento premiati in questo modo: Pd 125.777 voti (35,76%), Socialisti 12.200 (3,46%), Sel 9.010 (2,56%), Civica popolare 5.172 (1,47%).
Il candidato del centrodestra Claudio Ricci prese 146.752 voti (39,27%).
Questi i risultati dei partiti di centrodestra: Lega Nord 49.203 (13,99%), Forza Italia 30.017 (8,53%), Fdi 21.931 (6,23%), Ricci Presidente 15.784 (4,48%), Cambiare in Umbria 9.374 (2,66%), Per l’Umbria Popolare con Ricci 9.285 (2,64%).
Andrea Liberati (M5s) prese 53.458 voti (14,30%), con la lista M5s al 14,55% (51.203 voti).
Gli altri schieramenti: L’Umbria per un’Altra Europa 5.561 (1,58%), Sovranità prima gli italiani 2.343 (0,66%), Alternativa riformista 1.919 (0,54%), Casa rossa 1.662 (0,47%), Fn 1.255 (0,35%).