Riceviamo e pubblichiamo da Simone Petturiti, ex presidente di Federcaccia Umbra, in risposta alla nota dell’attuale dirigenza della principale associazione venatoria in merito al pronunciamento del giudice sui ricorsi avverso le elezioni dello scorso. Pronunciamento che ha intimato di convocare il precedente Collegio dei probiviri affinché si esprima sui ricorsi. Un passaggio che la stessa aveva già previsto e avviato, seppur con imprecisione, la risposta dell’attuale presidente della Federcaccia Umbra, Nazzareno Desideri, che aveva lamentato criticità ereditate. Parole alle quali, appunto, ora risponde così Petturiti.
“Apprendo dai mezzi stampa che il presidente regionale umbro Federcaccia avrebbe ipotizzato degli inadempimenti nella precedente gestione della associazione. Essendo io il precedente presidente e avendo ben in memoria i passaggi statutari che hanno portato al rinnovo non posso che rammaricarmi del cattivo gusto di queste illazioni. Federcaccia Umbra è stata gestita da me e dal compianto Giovanni Selvi in maniera perfetta nonostante i pesanti problemi del Covid e la prematura perdita di Giovanni. Sia io che il defunto eravamo persone con una lunghissima esperienza in associazione, ultra ventennale nelle comunali e poco più corta nel regionale. Questo ci ha permesso di condividere democraticamente scelte e obiettivi senza mai cercare di addossare ad altri delle responsabilità.
Nel caso specifico all’avvicinarsi del rinnovo per 5 mesi ho studiato e mosso proposte di modifica allo statuto e solo per interessi contrastanti tra Perugia e Terni (provinciali) non si è giunti ad uno statuto perfezionato e condiviso da tutti.
Tuttavia per stessa ammissione dei tecnici ai quali è stato chiesto di controllarlo, lo statuto non aveva problemi se non questioni di adeguamento ai tempi moderni.
Se il presidente si riferisce alla presunta illegittimità dei probiviri posso solo smentire che questo abbia un senso.
I probiviri c’erano, erano regolarmente eletti ed è prassi dell’associazione convocarli alle riunioni ma non chiedergli un lavoro che non c’è.
Difatti è giurisprudenza costante del Consiglio di Stato ritenere perfezionata la nomina al momento della avvenuta elezione, cioè della proclamazione – come regolarmente avvenuto – da parte della Commissione elettorale, senza che la procedura di ‘insediamento’ abbia alcun valore costitutivo!
Del resto essendo stati così bravi da non aver mai avuto richieste del loro intervento, gli stessi erano in attesa di essere convocati se ci fosse stato bisogno del loro intervento che, ripeto, non è mai avvenuto anche perché le elezioni a cui ho partecipato – come quelle precedenti – non hanno mai avuto, al contrario di quelle attuali, alcuna contestazione sulla lista.
La prima violazione presunta con la quale ebbi a che fare fu proprio ben oltre il mandato quando l’incerta macchina elettiva forzava su una commissione elettorale probabilmente un po’ troppo di parte, e su dei metodi che hanno ignorato la mia figura di garante delle elezioni, passando di fatto tale ruolo all’ufficio.
Fui io infatti a contattare la commissione elettorale per chiedergli lumi sul ricorso elettorale e mi fu risposto che avevano sistemato tutto.
Contattai post elezioni i probiviri del precedente mandato per avere disponibilità a valutare il ricorso che era stato depositato, quando quasi tutti mi avevano dato disponibilità mi fu riferito dal personale dell’ufficio, che dovevo fermarmi perché ormai comandava il nuovo presidente.
Quindi una mia convocazione dei probiviri che è la stessa imposta adesso dal tribunale, non è stata voluta dal Desideri, a meno che il personale dell’ufficio non abbia riferito il falso. Del resto non si capirebbe perché ha portato in causa l’associazione se aveva intenzione a procedere come dice ora e come i ricorrenti hanno chiesto dalla primavera 2024.
Credo ci sia poco da aggiungere, io non ho mai sollevato polvere perché non credo che serva all’associazione, ma da qui a passare per colui il quale ha lasciato una pessima gestione dell’associazione, ce ne passa.
Concludo precisando che in questo anno di dirigenza, dalla conclusione dei miei soli tre anni di mandato, i nuovi provinciali e il regionale non mi hanno mai chiamato ad una riunione e questo è un segnale di grande debolezza loro e dell’associazione che governano. Sia chiaro che io ho prima dato disponibilità a farmi da parte e pur subendo persino dei torti, non ho opposto alcuna resistenza. Sono grato all’associazione per l’opportunità che mi diede e dalla quale ho tratto grandi insegnamenti ma probabilmente è proprio l’associazione stessa a non essere pronta per valorizzare l’impegno e lo studio dei propri dirigenti. Credo infine che chi pensa di portare avanti un sistema senza conoscerne la storia e cercando solo di cancellare ciò che è stato fatto prima in genere non può che fallire”.
Simone Petturiti
Ex presidente Federcaccia Umbra