Perugia

Di Maio a Perugia attacca su Sanitopoli, stuzzica la Lega e liquida Rosetti | VIDEO E FOTO

Nel giorno della Festa della Liberazione, a Perugia Luigi Di Maio augura agli umbri di potersi liberare “da questa cappa politico-criminale che ha infestato la vostra sanità in Umbria“. Rivendica quella norma della “spazzacorrotti” che ha consentito ai magistrati della Procura perugina l’utilizzo del virus Trojan per le intercettazioni ambientali. Rivendica l’introduzione del Reddito di cittadinanza (ricordando la marcia Perugia-Assisi per raggiungere questo obiettivo). Anche se, riconosce, insieme a Quota 100 non si sono risolti i problemi dell’Italia. Guarda dunque al ceto medio che tira il Paese, annunciando il salario minimo orario ed aiuti per le famiglie con figli.

Non lascia a Salvini il tema dell’immigrazione. Ricordando al ministro dell’Interno “che i rimpatri si devono fare perché lo avevamo promesso“. Ma l’affondo sulla Lega, con cui il Movimento 5 stelle è in competizione in campagna elettorale, non si ferma qui. Di Maio ricorda i paletti messi agli alleati. “Va bene la legittima difesa, ma non alla proliferazione delle armi“. E sull’autonomia alle Regioni: “Non lasceremo spaccare l’Italia“. Infine sulla famiglia: “Non accetto che un ministro della Repubblica vada a Verona e dica che la donna deve restare a casa per fare più figli“. Quindi con la Lega non si litiga, però “quanno ce vo’ ce vo’“. E, ovviamente, Siri intanto deve “andare a casa“.

Insomma, il Movimento 5 stelle deve restare al Governo, per continuare a fare le riforme. “Se ci date 5 anni, le facciamo tutte le cose che sono in quel contratto“. Pur arginando “certe derive“.

Il voto in Umbria

Il capo politico annuncia prossime novità anche nell’organizzazione del Movimento 5 stelle. Per avere dei referenti locali. E se in Umbria “si voterà a ottobre” sarà data la possibilità di “mettersi insieme a movimenti con cui già si è lavorato per contrastare ad armi pari le ammucchiate degli altri partiti“.

Sul palco, insieme ai ministri Di Maio e Bonafede, c’è la candidata a sindaco di Perugia del Movimento 5 stelle, Francesca Tizi. Fortemente voluta proprio da Di Maio un anno fa candidata per l’uninominale nel perugino ed ora a sindaco del capoluogo umbro.

Cristina Rosetti chi?

In precedenza, Luigi Di Maio, rispondendo ai giornalisti prima della sua visita in ospedale, aveva parlato del “caso Rosetti”.

Il fatto che abbia deciso di fare una lista da sola dimostra che era giusto non certificarla“. Il capo politico del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, liquida così Cristina Rosetti, capogruppo del M5s in Consiglio comunale, la cui lista per tentare nuovamente la scalata a Palazzo dei Priori non è stata bollinata dallo staff della piattaforma Rousseau, preferendo quella capitanata da Francesca Tizi.

Cristina Rosetti e il gruppo storico del Movimento 5 stelle a Perugia, subito dopo l’esclusione della lista, avevano scritto allo stesso Di Maio, a Casaleggio, a Beppe Grillo e ad altri esponenti nazionali del partito per chiedere una spiegazione sulle modalità con cui si è arrivati alla scelta di Francesca Tizi. Senza ottenere alcuna risposta. Da qui la scelta di scendere in campo con una lista civica ultragrillina, “#NoiCittadini”.


“#NoiCittadini”: Rosetti presenta la lista ultragrillina


E proprio alla presentazione della sua lista, Cristina Rosetti e gli esponenti della prima ora del Movimento hanno lamentato di non essere stati mai coinvolti dai big del partito: nessuna comunicazione nelle comparsate a Perugia, nessun confronto, ma nemmeno alcuna contestazione circa l’operato in Consiglio comunale. “Una veloce stretta di mano una volta” aveva lamentato la stessa Rosetti a proposito del debolissimo rapporto avuto con Di Maio in questi anni.


Elezioni, ecco la lista bollinata del M5s


Dal canto suo Francesca Tizi, presentando insieme ai consiglieri regionali del Movimento 5 stelle la lista pentastellata per le comunali, si è detta convinta che la competizione con la Rosetti non peserà più di tanto.


Di Maio nell’ospedale di Sanitopoli


Questo l’anticipo di Luigi Di Maio, prima della grande iniziativa politica al centro storico di Perugia, insieme ai consiglieri regionali ed ai parlamentari, per sostenere Francesca Tizi.

Parlamentari e consiglieri: “Buttiamoli giù dalle poltrone”

In attesa del capo politico del Movimento, sul palco allestito nei giardini Moretti si susseguono i racconti di parlementari, eurodeputati e consiglieri regionali pentastellati. Che raccontano di come sono entrati nelle istituzioni con l’apriscatole, per cambiarle.

Tiziana Ciprini ricorda la vertenza Perugina, con quel legame tra prodotti storici e territorio che Nestlé ha bloccato. Maria Grazia Carbonari tocca anche il caso Sanitopoli. “Ma il sistema – dice – è malato non solo in ospedale. Le nomine nelle partecipate – chiede – come pensate che avvengano?“. E quindi conclude: “Buttiamoli giù dalle poltrone”.

Di “cappa dei vecchi partiti in Umbria” parla l’altro consigliere regionale, Andrea Liberati. Convinto che quanto emerso da questa inchiesta, “culturalmente e politicamente“, sia solo “la punta di un iceberg”.

Rivendica il rispetto con i cittadini degli impegni presi con il contratto di Governo il senatore Stefano Lucidi. Anche lui, poi, parla del “vaso di Pandora” scoperchiato dalla Procura perugina. Ed a riprova di questo, Lucidi ricorda che quando si è dovuta ricoverare all’ospedale di Spoleto, appena eletto senatore nel 2013, non ha fatto né ricevuto a suo favore alcuna telefonata per un trattamento di favore.  “Dopo 10 anni – ha quindi concluso – non avremo una piazza dedicata a Maria Rita Lorenzetti o a Catiuscia Marini“.

Bonafede: “I corrotti in sanità sono sciacalli”

La corruzione è grave sempre – dice il ministro della Giustizia Bonafede – ma nell’ambito della sanità è sciacallaggio“. E rivendica la bontà della legge “spazzacorrotti”, la prima legge approvata. Parla di “daspo ai corrotti”, di intercettazioni “più all’avanguardia” (i magistrati che indagano sulla Sanitopoli perugina hanno utilizzato il Trojan per le intercettazioni),  di certezza della pena. Passaggi sottolineati da continui applausi del pubblico. Amplificati con l’arrivo di Luigi Di Maio. Il ministro della Giustizia prosegue, parlando della riforma della prescrizione nella procedura penale: “Mai più tempo scaduto” dice. “Buon 25 aprile e buona giustizia a tutti” termina Bonafede.