Dopo la matita blu e rossa dei “professori”, arriva quella nera ad accanirsi sui grandi manifesti con cui la lista Progetto Perugia del sindaco Romizi ha voluto ringraziare i perugini per la fiducia accordata nel 2014.
La foto che ritrae il primo cittadino sorridente è stata imbratta con uno “smile” alla rovescia: per l’autore-artista, nel fare un bilancio dell’amministrazione che ha governato Perugia negli ultimi 5 anni, ci sarebbe insomma poco da ridere. Stessa sorte per il simbolo “Romizi sindaco”, mentre sono stati cancellati gli hashtag “impegno“, “fiducia” “futuro” usati come parole chiave per la campagna elettorale.
“Il manifesto può piacere o meno. Può far discutere. Ma sfregiarlo è solo un gesto incivile e vigliacco” scrive il presidente del Consiglio comunale Leonardo Varasano. Un post che suscita tanti commenti di indignazione, ma anche nuovi insulti.
Insomma, il manifesto della discordia. Prima per quella frase “solo perugini tra i perugini” interpretata a sinistra come un doveroso omaggio al sovranismo dell’ingombrante alleato salviniano. Poi per per quel “Perugia quale potrà ancora essere” il cui significato semantico resta ancora oscuro ai più. Poi per la spasmodica ricerca di un verbo che dia senso compiuto alla prima fase del manifesto.
“Perugini tra i perugini”, interpretazioni politiche e grammaticali
L’ultima battaglia sul manifesto della discordia pensato dai sostenitori di Romizi è segnata con la vernice. Nera, per l’esattezza.