Simonetta Scarabottini, la neo sindaca di Campello sul Clitunno che si appresta a governare la cittadina Patrimonio dell’Unesco, di una cosa può star certa: a differenza dei pregiudizi legati alla cultura popolare e alla superstizione, il numero 17 a lei porta fortuna.
Tante infatti sono state le schede che hanno consentito alla lista “Amiamo Campello” di vincere le elezioni.
Messa da parte l’eventuale eptacaidecafobia (quella paura che nei Paesi anglosassoni è legata invece al 13), la docente sindaca è pronta a nominare la giunta che dovrà affrontare il prossimo quinquennio amministrativo che si presenta già complicato per almeno due aspetti: “pacificare” una comunità che alle urne è risultata divisa in due – con la lista vincitrice che ha ottenuto 674 preferenze e quella avversaria, guidata da Domizio Natali (Solidarietà e Progresso), che si è fermata a 657 voti senza possibilità di puntare ad un eventuale ri-conteggio delle schede nulle (33) – e prendere atto di un astensionismo non in linea con quello registrato nei piccoli centri.
Dei 1.987 aventi diritto al voto, infatti, solo 1.380 hanno deciso di presentare la tessera elettorale ai seggi (16 le schede bianche), con una percentuale di affluenza (69,45) non troppo distante dal dato nazionale (62,62%). Ci sarà poi da porre attenzione alla zona montana, quella di Campello Alto, dove “Amiamo”, che vedeva schierati esponenti dell’ultima amministrazione a cominciare dall’ex sindaco Maurizio Calisti, è risultata più debole degli avversari. Un mandato non facile, in cui non potrà fare più appello solo alla fortuna ma anche alle proprie capacità, già messe in evidenza nel mandato a cavallo tra il primo e il secondo decennio del 2000.
La fortuna (di più il merito nei consensi) salva la prossima amministrazione anche per le quote rosa, grazie alle preferenze ottenute da Scarabottini, Cruciani e Girolamini. Il Consiglio comunale sarà quindi rappresentato – per quanto riguarda la maggioranza – da Stefano Bravi, Sergio Guerrini, Pietro Pacifici, Camilla Cruciani, Sabrina Girolamini, Giacomo Marcucci e Moreno Marziani.
Un pizzico di fortuna è mancato all’ex n. 1 Calisti che non entrerà in consiglio per un solo voto. Questi i risultati elettorali ottenuti dai singoli candidati e candidate: Stefano Bravi (85), Camilla Cruciani (42), Monia Feliziani (18), Sergio Guerrini (58), Moreno Marziani (22), Maurizio Calisti (21), Beatrice Emiliani (6), Sabrina Girolamini (40), Giacomo Marcucci (39), Pietro Pacifici (52).
Prima ancora di essere incardinato, il parlamento cittadino registra già un primo scossone: Domizio Natali, in barba anche alla superstizione inglese, il 13 (giugno) ha deciso di rinunciare all’incarico di consigliere comunale, mandato che ha rassegnato a protocollo ieri, venerdì 14. Pesa oltremodo, con ogni probabilità, la rabbia per la vittoria mancata di un soffio e un pizzico di fortuna; più difficile comprendere se la scelta rappresenti una chiusura definitiva con quella passione che lo vede in lista da 44 anni, praticamente dagli anni ’80, di cui 15 passati ad amministrare la cittadina.
La notizia, che Tuttoggi può anticipare, non è stata ancora resa pubblica dal diretto interessato che indubbiamente non ha voluto approfittare neanche del primo consiglio comunale per rassegnare le dimissioni e (magari, bontà sua) spiegare al proprio elettorato le motivazioni alla base della scelta. Per la verità già in quest’ultimo mandato Natali aveva dimostrato una qualche “stanchezza”, accumulando una serie di defezioni ai consigli da essere ribattezzato “mister assenza”.
Al suo posto entrerà, salvo ripensamenti, Stefano Celesti (35 voti). Una opposizione tutta al maschile con Simone Baronci, Massimo Brauzzi e, appunto, Celesti al posto di Natali. Queste le preferenze: Giulio Albagini (32), Massimo Brauzzi (36), Antonio Francesconi (31), Santina detta Tina Sordini (30), Simona Gobbini (29), Andrea Magnini (30), Simone Baronci (58), Roberto Mosconi (32), Stefano Celesti (35), Maria detta Mariola Falchi (29).
La campagna elettorale, anche qui al veleno come nella vicina Castel Ritaldi, avrà degli strascichi pesanti nelle aule di giustizia. A finire sotto la lente di ingrandimento è la brochure elettorale realizzata nei giorni scorsi da “Solidarietà e Progresso”: una venticinquina di pagine in cui Domizio & Co. si lanciano in accuse gravissime contro le ultime amministrazioni (ad eccezione della propria), in particolare quella degli ex sindaci Paolo Pacifici (di cui la Scarabottini fu vice sindaco dal 2024 al 2014) e di Calisti (2019-2024).
Solo riportarne degli stralci fa rabbrividire. Secondo Natali, infatti, che non ricorre neanche all’uso del condizionale, tanto è sicuro di ciò che scrive, l’ex primo cittadino avrebbe regalato “beni gestiti dal comune e dalla curia a sé stesso e ai suoi assessori… vita natural durante; un palazzo e un asilo nido a una nota cooperativa di Spoleto… assoldato una società mercenaria ciociara per riscuotere i tributi con metodi intimidatori e mafiosi”. Affermazioni, che peraltro non trovano riscontro negli atti e nelle cronache dell’epoca, sulle quali il pool di avvocati di Pacifici è già al lavoro. Anche la neosindaca Scarabottini sta valutando l’opportunità di aggiungersi nell’esposto.
Resta un dubbio, altrettanto inquietante, se tutto questo fosse vero: come mai Natali (sindaco dal 2014 al 2019 e sempre all’opposizione nelle altre legislature) non è stato sfiorato dall’idea di segnalare tali fatti alla Procura della Repubblica di Spoleto e alla Procura regionale della Corte dei Conti dell’Umbria? Perché tirare in ballo solo oggi simili notizie?
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