Un anno di reclusione, con pena sospesa, e 2mila euro di risarcimento al Comune di Spoleto. E’ la sentenza pronunciata nel pomeriggio di oggi dal giudice per l’udienza preliminare Francesco Salerno a carico di Vincenzo Russo, dirigente comunale al centro di un’inchiesta relativa alle deleghe per le elezioni che avevano riguardato il Consorzio della bonificazione umbra nel 2014 e che lo vedeva accusato di falso ideologico.
Il difensore di Russo, l’avvocato Paolo Feliziani, aveva chiesto come prima istanza davanti al gup il proscioglimento del suo assistito e come ipotesi alternativa il patteggiamento, concordato con il pm Gennaro Iannarone, a 1 anno. Istanza quest’ultima ratificata dal giudice, che ha disposto anche 2mila euro di risarcimento al Comune, costituitosi parte civile attraverso l’avvocato Salvatore Finocchi.
Si chiude quindi così la vicenda giudiziaria che aveva coinvolto l’ex comandante della polizia municipale ed ex vicesegretario comunale, tuttora in forze al Comune di Spoleto come dirigente in staff, per la questione dell’autenticazione delle firme per le votazioni del nuovo consiglio della Bonifica umbra tre anni e mezzo fa.
Secondo quanto era emerso dalle indagini, nate in seguito ad un esposto, il dirigente comunale, aveva, nella sua funzione di pubblico ufficiale, come vicesegretario del Comune di Spoleto, autenticato decine di firme per le deleghe per il voto irregolarmente. Secondo le accuse 85 firme, infatti, non sarebbero state in realtà valide: 25 le persone che le avevano disconosciute come non proprie. Nei restanti casi, i deleganti avrebbero confermato di aver sottoscritto il documento, spiegando però di non averlo fatto davanti al dirigente comunale. Il quale ha sempre contestato le accuse mossegli, ritenendo di aver operato legittimamente. Alla fine, però, ha optato per il patteggiamento della pena davanti al giudice.