Le urne per le elezioni Amministrative 2023 si sono chiuse alle 15:00 di oggi in tutta Italia. Il turno ordinario annuale di elezioni amministrative, che coinvolge i comuni delle regioni a statuto ordinario, si è tenuto domenica 14 e lunedì 15 maggio, con un eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci previsto per domenica 28 e lunedì 29 maggio.
Quasi 600 comuni in tutta la nazione hanno aperto le urne per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale, in un’elezione che si ripete a cinque anni di distanza dall’ultima, tenutasi a giugno 2018.
In Umbria, 7 comuni sono stati chiamati al rinnovo, tra cui 3 con una popolazione superiore a 15.000 abitanti e quindi con un probabile ballottaggio. Tra questi 1 capoluogo, Terni, unico comune della provincia.
Rispetto al 2018, si è registrato un calo del numero degli elettori, quasi tremila in meno e una percentuale di affluenza in netto calo. Sono stati allestiti 192 seggi nei sette comuni umbri chiamati al voto.
Nei quattro comuni con meno di 15 mila abitanti (Cannara, Monte San Maria, Passignano, Trevi), il sindaco viene eletto con un sistema maggioritario in un turno unico: vince chi ottiene il maggior numero di voti. Il rinnovo dei consiglieri comunali avviene contestualmente all’elezione del sindaco. Per ogni candidato a primo cittadino viene presentata anche una lista con i candidati consiglieri comunali. Due terzi dei seggi disponibili nel Consiglio comunale andranno alla lista del vincitore, mentre il restante terzo viene diviso in modo proporzionale tra le altre liste.
A Terni, Corciano e Umbertide, comuni con una popolazione superiore a 15mila abitanti, il sindaco viene eletto se al primo turno conquista il 50% + 1 dei voti. In caso contrario, si procede al ballottaggio, la cui data è fissata per la seconda domenica successiva al primo voto. I due candidati sindaco che hanno preso più preferenze vanno al ballottaggio. Il candidato che ha ricevuto più preferenze è eletto, ottenendo in aggiunta un premio di maggioranza del 60% per le liste a lui collegate. Il rimanente 40% dei seggi viene ripartito in maniera proporzionale al numero di voti ricevuti da ciascuna lista.